Roberto de Mattei: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*Non vi è futuro senza radici, così come non ci sono edifici senza fondamenta. Le radici irrorano un organismo e ne permettono la vita e lo sviluppo. Quando questo organismo è una società umana, le sue radici sono le fondamenta spirituali e culturali.<ref>Da(da ''Radici Cristiane'', n. 0, editoriale, (pg. 2) </ref>
 
*Ovunque il Cristianesimo è arrivato, nel corso dei secoli, ha portato con sé non solo la fede, ma la civiltà. Il Cristianesimo ha insegnato agli uomini e ai popoli a conoscere e adorare l'unico vero Dio; a onorare, dopo Dio, tutte le autorità terrene, operando una distinzione capitale tra la sfera temporale e quella spirituale; ha ammonito a non uccidere l'innocente, a proteggere i deboli, a soccorere i miseri e gli affliti, a combattere la menzogna, a praticare e a diffondere la purezza dei costumi, a rispettare la libertà dell'uomo e il suo diritto ad avere una famiglia, una proprietà personale ed a vivere in una società ordinata al bene comune. <ref>Da (''Radici CristianeIbidem'', n. 0, editoriale (pg. 2) </ref>
 
*Le radici dell'Europa non sono le cattedrali, i monumenti, i dipinti, i borghi che la costellano, né le grandi espressioni della sua musica, della sua poesia, della sua letteratura. Tutto questo è certamente espressione della grande Civiltà cristiana di Occidente, ma le radici di questa Civiltà appartengono al patrimonio invisibile dello spirito, sono immateriali e perciò indistruttibili. <ref>Da (''Radici CristianeIbidem'', n. 0, editoriale (pg. 2) </ref>
 
*Le certose in cui generazioni di uomini vollero farsi dimenticare, le abbazie scoscese, i castelli che ancora si affacciano sulla Loira, sul Reno, sul Danubio, le rotte dei pellegrini verso Santiago, Loreto, Mariazell, la borghesia operosa, l'aristocrazia austera, il popolo allegro, che si intravede nei quadri e nelle pale d'altare, gli uomini che per amore della nostra civiltà combatterono a Gerusalemme e a san Giovanni d'Acri, a Lepanto, a Vienna e a Belgrado sono il nostro passato, la nostra tradizione, il nostro esercito in marcia. <ref>Questa è la nostra Europa: l'Europa della tradizione, della creatività, dello sviluppo. Perché tradizione non è trasmissione meccanica nel tempo di forme storiche sterili. La tradizione è la vita che fluisce nella storia. E la dimensione dell'Europa non è lo spazio, che la ridurebbe ad un appendice della penisola asiatica, ma il tempo, la storia, la tradizione, il passato. Siamo ricchi del nostro passato, della nostra storia, della nostra tradizione. Siamo ricchi della nostra fede, ricevuta con il Battesimo. Questa fede riassume e spiega il passato, contiene i germi del futuro. (da ''Conferenza a Palazzo Pallavicini'', Roma 3 dicembre 1996. Citato nel retro di ''Le Radici Cristiane dell'Europa'', a cura del Centro Culturale Lepanto.</ref>)
 
*L'Europa non ha bisogno di burocrazia, ma di un'anima. E la sua anima, ossia il suo principio vitale e unificatore non può non essere che il Cristianesimo.<ref>(Da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/913/ref/1/Editoriale/%22Radici%22%20e%20%22Frontiere%22%20Cristiane "Radici" e "Frontiere" Cristiane]'', ''Radici Cristiane'', n. 11, gennaio 2006, p. 3).</ref>
*Questa è la nostra Europa: l'Europa della tradizione, della creatività, dello sviluppo. Perché tradizione non è trasmissione meccanica nel tempo di forme storiche sterili. La tradizione è la vita che fluisce nella storia. E la dimensione dell'Europa non è lo spazio, che la ridurebbe ad un appendice della penisola asiatica, ma il tempo, la storia, la tradizione, il passato. <ref> ''Conferenza a Palazzo Pallavicini'', Roma 3 dicembre 1996. Citato nel retro di ''Le Radici Cristiane dell'Europa'', a cura del Centro Culturale Lepanto.</ref>
 
*Chi professa l'ecumenismo e il pacifismo a oltranza dimentica che esistono mali più profondi di quelli fisici e materiali, e confonde le conseguenze rovinose della guerra sul piano fisico, con le sue cause, che sono morali e risalgono alla violazione dell'ordine, in una parola a quel peccato che solo può essere sconfitto dalla Croce. (da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/1100/ref/1/Editoriale/La%20Crociata,%20categoria%20dello%20spirito%20cristiano La Crociata, categoria dello spirito cristiano]'', ''Radici Cristiane'', n. 56, luglio 2010, p. 3)
*Siamo ricchi del nostro passato, della nostra storia, della nostra tradizione. Siamo ricchi della nostra fede, ricevuta con il Battesimo. Questa fede riassume e spiega il passato, contiene i germi del futuro. <ref> ''Conferenza a Palazzo Pallavicini'', Roma 3 dicembre 1996. Citato nel retro di ''Le Radici Cristiane dell'Europa'', a cura del Centro Culturale Lepanto.</ref>
 
*Si può militare per il bene o per il male, in un campo o nell'altro, ma solo chi milita lascia il suo segno nelle vicende storiche.<ref name=lacrociata/>(''Ibidem'')
*L'Europa non ha bisogno di burocrazia, ma di un'anima. E la sua anima, ossia il suo principio vitale e unificatore non può non essere che il Cristianesimo.<ref>Da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/913/ref/1/Editoriale/%22Radici%22%20e%20%22Frontiere%22%20Cristiane "Radici" e "Frontiere" Cristiane]'', ''Radici Cristiane'', n. 11, gennaio 2006, p. 3.</ref>
 
*ChiLa professastoria l'ecumenismodella Chiesa e ildell'Europa pacifismoè aanche oltranza dimentica che esistono mali più profondiquella di quellimodelli fisici e materiali, e confonde le conseguenze rovinose della guerra sul piano fisico, con le sue cause,femminili che sonohanno moralionorato ela risalgonopurezza allafino violazione dellall'ordine,offerta indella una parola a quel peccato che solo può essere sconfitto dalla Crocevita.<ref name=lacrociata>Da(da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/1100519/ref/1/Editoriale/La%20Crociata,20vera%20categoria20malattia%20dello20mortale%20spirito20del%20cristiano20nostro%20tempo La Crociata,vera categoriamalattia dellomortale spiritodel cristianonostro tempo]'', ''Radici Cristiane'', n. 5644, lugliomaggio 2010, p2009. 3.</ref>)
 
*{{NDR|A proposito del [[terremoto di Sendai del 2011]]}} Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909). <br /> In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale. <br/> Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. [...] <br /> In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi. <br /> Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. [...]<br/>Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio. <br /> Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. [...]<br/>Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno.<ref>Da(da ''Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011''; citato in ''[http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55= Corrispondenza Romana]'', 25 marzo 2011.</ref>)
*Si può militare per il bene o per il male, in un campo o nell'altro, ma solo chi milita lascia il suo segno nelle vicende storiche.<ref name=lacrociata/>
 
*{{NDR|A proposito delle affermazioni sul terremoto di Sendai del 2011}} Ho parlato non come vicepresidente del CNR ma a titolo personale, come cattolico. Ho fatto una riflessione sul mistero del Male partendo da un dato di cronaca. È un mistero indagato da tanti intellettuali, non capisco come ad un cattolico non sia permesso svolgere una posizione articolata. Mi piacerebbe anzi che, come accadde nel Settecento ai tempi di [[Voltaire]], si possa aprire un dibattito e parlare delle origini delle catastrofi naturali proponendo anche la posizione della Chiesa su questo punto.<ref> (Citato in ''[http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1194&ID_sezione=274&sezione= Il terremoto un castigo di Dio?]'' di Flavia Amabile, de ''La Stampa'', 22 marzo 2011.</ref>)
*Vero storico non è né il ricercatore che "scova" nuovi documenti, né il ""cronista" che affastella quelli già conosciuti, ma colui che, basandosi sulla documentazione edita o inedita a sua disposizione, è capace di ordinarla, di comprenderla, di narrarla, inquadrando le vicende in una filosofia della storia che, per lo storico cattolico, è innanzitutto una teologia della storia.<ref> dal retro del libro ''Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta'', Roberto de Mattei, Lindau 2010</ref>
 
*Io credo che la scienza debba procedere per tentativi, errori e confutazioni. Quindi gli scienziati non dovrebbero atteggiarsi a casta intoccabile e invece aprirsi alle idee critiche. Invece non vogliono nemmeno esaminare i contributi scientifici che abbiamo portato nel nostro seminario. Perché la messa in discussione delle teorie darwiniane ha solide basi scientifiche, lo ripeto. Mentre la verità è che nessuno finora è riuscito a dimostrare la teoria evoluzionistica. Che è una vera e propria posizione filosofica, basata cioè su convinzioni generali di fondo e non su evidenze sperimentali.<ref name=repub>(Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/23/credo-alla-bibbia-non-darwin.html Credo alla Bibbia e non a Darwin]'', ''la Repubblica'', 23 dicembre 2009.</ref>)
*La storia della Chiesa e dell'Europa è anche quella di modelli femminili che hanno onorato la purezza fino all'offerta della vita.<ref>Da ''[http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/519/ref/1/Editoriale/La%20vera%20malattia%20mortale%20del%20nostro%20tempo La vera malattia mortale del nostro tempo]'', ''Radici Cristiane'', n. 44, maggio 2009.</ref>
 
*Credo però che [[Adamo]] ed [[Eva]] siano personaggi storici e siano i progenitori dell'umanità.<ref name=repub/>(''Ibidem'')
*{{NDR|A proposito del [[terremoto di Sendai del 2011]]}} Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909). <br /> In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale. <br/> Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. [...] <br /> In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi. <br /> Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. [...]<br/>Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio. <br /> Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. [...]<br/>Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno.<ref>Da ''Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011''; citato in ''[http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55= Corrispondenza Romana]'', 25 marzo 2011.</ref>
 
*Vero storico non è né il ricercatore che "scova" nuovi documenti, né il ""cronista" che affastella quelli già conosciuti, ma colui che, basandosi sulla documentazione edita o inedita a sua disposizione, è capace di ordinarla, di comprenderla, di narrarla, inquadrando le vicende in una filosofia della storia che, per lo storico cattolico, è innanzitutto una teologia della storia.<ref> (dal retro del libro ''Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta'', Roberto de Mattei, Lindau 2010</ref>)
*{{NDR|A proposito delle affermazioni sul terremoto di Sendai del 2011}} Ho parlato non come vicepresidente del CNR ma a titolo personale, come cattolico. Ho fatto una riflessione sul mistero del Male partendo da un dato di cronaca. È un mistero indagato da tanti intellettuali, non capisco come ad un cattolico non sia permesso svolgere una posizione articolata. Mi piacerebbe anzi che, come accadde nel Settecento ai tempi di [[Voltaire]], si possa aprire un dibattito e parlare delle origini delle catastrofi naturali proponendo anche la posizione della Chiesa su questo punto.<ref>Citato in ''[http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1194&ID_sezione=274&sezione= Il terremoto un castigo di Dio?]'' di Flavia Amabile, de ''La Stampa'', 22 marzo 2011.</ref>
 
*Io credo che la scienza debba procedere per tentativi, errori e confutazioni. Quindi gli scienziati non dovrebbero atteggiarsi a casta intoccabile e invece aprirsi alle idee critiche. Invece non vogliono nemmeno esaminare i contributi scientifici che abbiamo portato nel nostro seminario. Perché la messa in discussione delle teorie darwiniane ha solide basi scientifiche, lo ripeto. Mentre la verità è che nessuno finora è riuscito a dimostrare la teoria evoluzionistica. Che è una vera e propria posizione filosofica, basata cioè su convinzioni generali di fondo e non su evidenze sperimentali.<ref name=repub>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/23/credo-alla-bibbia-non-darwin.html Credo alla Bibbia e non a Darwin]'', ''la Repubblica'', 23 dicembre 2009.</ref>
 
*Credo però che [[Adamo]] ed [[Eva]] siano personaggi storici e siano i progenitori dell'umanità.<ref name=repub/>
 
==Citazioni su Roberto de Mattei==
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*Il pensiero di De Mattei, dichiaratamente antidarwiniano, si nutre della retorica cattolica più intransigente, e viene rilanciato da siti come Pontifex, noti per ospitare spesso tesi antisemite, omofobe e razziste. Tra video e interviste, il docente si scaglia contro la costituzione Europea e sembra persino voler criticare la lotta alle discriminazioni.<br />(Marco Pasqua, da ''[http://www.repubblica.it/cronaca/2011/04/06/news/de_mattei_impero_romano_omosessuali-14561724/?ref=HREC1-5 Invertìti, musulmani, darwiniani Le crociate dello scienziato De Mattei]'', ''repubblica.it'', 6 aprile 2011)
 
==NoteBibliografia==
*Roberto de Mattei, ''Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta'', Lindau 2011
<references />
*Rivista ''Radici Cristiane''
 
==Altri progetti==
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*{{Pedia|Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi|''Evoluzionismo. Il tramonto di una ipotesi''|(2009)}}
 
*{{Pedia|Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta|''Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta''|(2011)}}
 
 
 
 
[[Categoria:Storici italiani|De Mattei, Roberto]]