Dante Alighieri: differenze tra le versioni

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*''Fino a quel punto misera e partita | da Dio anima fui'' {{NDR|papa Adriano V}}'', del tutto [[avarizia|avara]]; | or, come vedi, qui ne son punita.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIX|Fino a quel punto misera e partita|XIX, 112-114}})<ref>Secondo molti commentatori qui Dante attribuisce a papa Adriano V, Ottobuono dei Fieschi (conti di Lavagna), papa dal 11 luglio 1276 al 18 agosto (giorno del suo decesso) dello stesso anno, caratteristiche che pare appartenessero invece ad uno dei suoi predecessori ed omonimo, Adriano IV, l'inglese Nicola Breakspear, papa dal dicembre 1154 al settembre 1159.</ref>
*''Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, | veggio ''{{NDR|Carlo II d'Angiò, re di Puglia}}'' in Alagna ''{{NDR|Anagni}}'' intrar lo fiordaliso, | e nel vicario suo ''{{NDR|papa Bonifacio VIII}}'' Cristo esser catto.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XX|Perché men paia il mal futuro|XX, 85-87}})
*''De l'[[Eneide|Eneïda]] dico, la qual mamma | fummi, e fummi nutrice, poetando: | sanz'essa non fermai peso di dramma.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXI|de l'Eneïda dico|XXI, 97-99}})
*''Veramente più volte [[Apparenza|appaion]] cose | che danno a dubitar falsa matera | per le vere ragion che son nascose.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Veramente più volte appaion cose|XXII, 28-30}})
*''Facesti come quei che va di notte, | che porta il lume dietro e sé non giova, | ma dopo sé fa le persone dotte''. ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Facesti come quei che va di notte|XXII, 67-69}})
*''Poi disse ''{{NDR|Stazio}}'' : «Più pensava [[Maria]] ''{{NDR|La madre di Gesù}}'' onde | fosser le nozze ''{{NDR|di Cana}}'' orrevoli e intere, | ch'a la sua bocca, ch'or per voi risponde.»'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXII|Poi disse|XXII, 142-144}})
*''Io dicea fra me stesso pensando: 'Ecco | la gente che perdé [[Gerusalemme|Ierusalemme]], | quando Maria nel figlio diè di becco!'.'' <ref>Qui Dante fa riferimento a quanto [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]] narra nella sua ''Guerra giudaica'' a proposito della guerra di Roma contro gli ebrei: l'assedio di Gerusalemme fu così lungo e duro per gli assediati che una certa Maria avrebbe ucciso il figlio per cibarsi delle sue carni</ref> ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Io dicea fra me stesso pensando|XXIII, 28-30}})
*''Tutta esta gente che piangendo canta | per seguitar la [[gola]] oltra misura, | in fame e 'n sete qui si rifà santa.'' ({{Source|Divina Commedia/Purgatorio/Canto XXIII|Tutta esta gente che piangendo canta|XXIII, 64-66}})