Robert Silverberg: differenze tra le versioni

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Aggiunto incipit "L'ora del passaggio"
Aggiunto incipit "Il settimo santuario"
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===''Entra un soldato. Più tardi: ne entra un altro''===
Doveva essere il paradiso. Certo non era la Spagna e dubitava che potesse trattarsi del Perù. Gli sembrava di fluttuare sospeso a mezza via tra il nulla e il nulla. Molto sopra aveva un cielo dorato e scintillante e, molto sotto, un mare nebuloso e turbolento di bianche nuvole ribollenti. Guardando in giù vide le proprie gambe e i piedi ciondolare come quelli di un burattino sopra un abisso incommensurabile e questa visione gli fece venir voglia di vomitare, ma non c'era nulla dentro di lui che potesse vomitare. Era vuoto. Era fatto d'aria. Perfino il vecchio dolore al ginocchio era scomparso, come era scomparsa la ferita perennemente pulsante nella parte carnosa del braccio dove la piccola freccia dell'indiano l'aveva raggiunto tanto tempo prima, sulla spiaggia di quell'isola perlifera al largo di Panama.
 
===''Il settimo santuario''===
Un'ultima ripida rampa nella strada aspra e punteggiata di massi divideva il convoglio reale dalla discesa verso la pianura di Velalisier. Valentine, alla testa del corteo, la montò e si fermò ad ammirare con stupore la valle sottostante. Il paesaggio che si estendeva dinanzi a lui sembrava aver subito una sconcertante trasformazione dai tempi della sua ultima visita. «Guardate», disse il Pontifex, perplesso. «Questo luogo è sempre ricco di sorprese; ecco la nostra.»
 
===''Il vento e la pioggia''===
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Un memoriale di questo genere dovrebbe incominciare con una specie di affermazione di partecipazione personale, immagino; ero io, ero là, ho sofferto. E in realtà, la mia partecipazione agli eventi dei dodici mesi scorsi è stata grande. Conoscevo l'uomo venuto dal futuro. L'ho seguito nella sua orbita d'incubo intorno al nostro mondo. Ero con lui alla fine.<br>
Ma non all'inizio. E perciò, se debbo raccontare una storia completa di ''lui'', deve essere anche una storia più completa di ''me''. Quando Vornan-19 arrivò nella nostra epoca, io ero ben lontano dal centro degli eventi più straordinari, tanto che per diverse set­timane non ne seppi nulla. Però, alla fine venni attirato nel gorgo da lui creato... come siete stati attirati voi, tutti voi, dovunque.
 
===''Majipoor''===
Il gigantesco mondo di Majipoor, dal diametro pari ad almeno dieci volte quello del nostro pianeta, venne abitato in tempi antichi da coloni provenienti dalla Terra, i quali dovettero ricavarsi uno spazio tra i piurivar, gli esseri intelligenti indigeni, chiamati dagli intrusi terrestri mutaforma, o metamorfi, per la loro abilità di cambiare forma corporea. Majipoor è un pianeta di straordinaria bellezza, dal clima generalmente mite, ricco di meraviglie zoologiche, botaniche e geografiche.
 
===''Monade 116''===
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*Robert Silverberg, ''Dormire... forse dimenticare'', traduzione di Antonio Bellomi, in "Destinazione spazio 2", a cura di Donald A. Wollheim, Mondadori, 1991.
*Robert Silverberg, ''Entra un soldato. Più tardi: ne entra un altro'', traduzione di Dida Paggi, in "Millemondinverno 1995", Mondadori, 1995.
*Robert Silverberg, ''Il settimo santuario'', traduzione di Francesco Di Foggia, in "Legends. Racconti inediti dei maestri del nuovo fantastico", Sperling & Kupfer, 2001. ISBN 8820032007
*Robert Silverberg, ''Il vento e la pioggia'', traduzione di M. Cristina Pietri, in "Storie del Pianeta Azzurro", a cura di Sandro Pergameno, Ed. Nord, 1987.
*Robert Silverberg, ''L'elezione'', traduzione di Chicchi Tomaselli, in "Millemondiestate 1986", Mondadori, 1986.