Hans Küng: differenze tra le versioni

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'''Hans Küng''' (1928 – vivente), teologo svizzero.
 
*Non vi può essere convivenza umana senza un ''ethos'' mondiale delle [[nazione|nazioni]]; non vi può essere [[pace]] tra le nazioni senza la pace tra le [[religioni]]; non vi può essere pace tra le religioni senza il [[dialogo]] tra le religioni. (da ''Progetto per un ethos mondiale'', citato in Rosino Gibellini, ''La teologia del XX secolo'', Queriniana, Brescia 1999, p. 543)
 
== ''Perché sono ancora cristiano'' ==
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*Già, ''che cosa, come, chi è [[Dio]]'', quel Dio che mi dovrebbe offrire un orientamento di fondo? [...] Un Dio che – diversamente da come ce lo rappresentano certi cosiddetti educatori cristiani – non deve significare per l'uomo paura ma senso di sicurezza, non infelicità ma felicità, non morte ma vita. [...] Per ebrei, cristiani e musulmani, questo unico vero Dio non è il Dio sconosciuto, ma il Dio buono, il Dio amico dell'uomo, su cui anche nel dubbio, nel dolore e nella colpa, anche in tutte le pene private e in tutte le necessità sociali, l'uomo può riporre una fiducia incondizionata e totale, ''[[fede]]'' appunto. (pp. 25-27)
*[...] l'essere di [[Dio]], nella sua totale incommensurabilità che fa saltare tutte le categorie, non è né personale né apersonale, in quanto Egli è entrambe le cose contemporaneamente, e quindi – volendo – lo potremmo definire «transpersonale», «sovrapersonale». (p. 27)
*E si noti bene: ogni [[uomo]] ha il suo [[Dio]], ha cioè un valore supremo in base al quale egli giudica ogni cosa, in base al quale egli si orienta praticamente, per il quale, in caso estremo sacrifica tutto. E se questo non è il vero Dio, allora è un qualche idolo, un idolo vecchio o un idolo nuovo: denaro, carriera, sesso, divertimento – tutte cose di per sé non cattive, ma che non debbono prendere il posto di Dio, se si vuole che l'uomo non venga reso schiavo. (pp. 31-32)
 
{{NDR|Hans Küng, ''Perché sono ancora cristiano'', traduzione di Roberto Garaventa, Casa Editrice Marietti, Genova 1988}}