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*[[Vercelli]] città posta ne' primi termini del [[Piemonte]], sede ora del Signor Duca di Savoja, chè i Francesi gli hanno occupato [[Torino]], è assai ben popolata e abbondantemente fornita di vettovaglie e di ogni sorte merci... Vi sono assai belle contrade con buoni casamenti, per le quali si vedevano anche di molti gentiluomini andare innanzi e indietro per i fatti loro. Per la città passa certa acquetta, che porta fuori tutte le immondizie, tirata di qua e di là per le contrade, come usano fare in molti luoghi di quel paese.
*È [[Avigliana]] un castello assai grande e bene popolato, non già molto nobile o ricco per li segni apparenti, messo sulla costa d'un colle che ha nella cima una rocca antica che domina da ogni parte tutta la contrada: poco sotto le nasce un'acqua viva con larga vena, che forse è stata cagione che i Francesi, considerata l'opportunità del luogo, si siano messi con nuove mura e baluardi a fortificare il detto colle, come tuttavia facevano al passare nostro. La terra è un poco più al basso, assai faticosa per essere in riva: il luogo intorno è tutto lavorato e molto ben piantato.
*Fatti dieci miglia di assai buona via, arrivammo a [[Susa]] che il Sole era ancor molto alto; cosi ci fu tempo di andare, secondo l'uso nostro, vedendo la terra. La quale non ha in alcuna sorte di grandezza e dalle sue ruine si può congetturare che nemmanco per l'addietro ella sia stata terra di qualche importanza, sebbene i Susiani dicano ch'ella già fu città assai insigne e onorata di dignità Episcopale, della quale ne furouo privati dalla Santa Sede Romana, avendo violentemente ucciso il Vescovo loro.
*{{NDR|[[Susa]]}} È posta in luogo assai stretto, sì per essere nei monti, come per avere due torrenti che di continuo la vanno radendo, l'uno che viene dal monte di Ginevra detto Dora, l'altro dal Moncenisio detto Stura, che qui mescolati insieme, ritenendo il nome di Stura solo, vanno verso [[Torino]]. Ha le mura, che le erano intorno, in gran parte ruinate; le strade sassose e incommode, i casamenti poco comodi per quello che mostrano e poco onorevoli; hanno innanzi certi portici posticci appoggiati alle facciate delle case, che tolgono la vista di fuori e dentro le rendono oscure e tenebrose; ma questo costume di fabbricare mi pare che si usi in tutte le terre di Savoja. Vi è assai in alto un castello vecchio, nel quale vi stavano alla guardia alcuni pochi soldati: da un lato è in piedi un arco antico del quale non potei leggere la iscrizione essendo in luogo fuori di strada, che non se gli può così bene accostare; si vede però che è di bella forma e opera degli Imperatori antichi forse messo per ultimo termine dei confini d'[[Italia]] da quel lato.
*Ci fermammo quel giorno in [[Ferrara]], la quale invero è una bella città in apparenza: ha da ogni parte palazzi grandi e magnifici; le strade dritte, lunghissime e molto larghe: sulla piazza, ch'è grande e bella, da un lato vi è il Duomo, chiesa principalissima della città, da un altro vi è il palazzo, anzi piuttosto il castello dove abita il Duca; innanzi la porta del quale sono poste alcune statue ad onore e memoria de' loro Duchi passati. La città è assai grande e molto bene popolata, è d'ogni intorno circondata dalle acque del [[Po]], che le rendono l'aria forse più umida di quello che converrìa per la salubrità dei corpi. Nella città è anche lo studio delle leggi e delle arti, ma non certo da comparare alla vista con quello di [[Padova]] o con quello di [[Bologna]].