Vittorio Messori: differenze tra le versioni

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==''Ipotesi su Gesù''==
===[[Incipit]]===
Di [[Gesù Cristo|Gesù]] non si parla tra persone educate.<br>Con il [[sesso]], il [[denaro]], la [[morte]], Gesù è tra gli argomenti che mettono a disagio in una conversazione civile.<br>Troppi i secoli di sacrocuorismo. Troppe le immagini di sentimentali nazareni con i capelli biondi e gli [[Occhio|occhi]] azzurri: il Signore delle signore. Troppe quelle prime comunioni presentate come «Gesù che viene nel tuo [[Cuore|cuoricino]]».<br>Non a torto tra persone di gusto quel nome suona dolciastro. È irrimediabilmente tabù.
 
Ci si laurea in [[storia]] senza aver neppure sfiorato il problema dell'esistenza dell'oscuro falegname ebreo che ha spezzato la storia in due: ''prima'' di Cristo, ''dopo'' di Cristo.<br>Ci si laurea in lettere antiche sapendo tutto del mito greco-romano, studiato sui testi originali. Senza aver però mai accostato le parole greche del [[Nuovo Testamento]].<br>È singolare: la misura del [[tempo]] finisce con Gesù e da lui riparte. Eppure egli sembra nascosto.<br>O lo si trascura o lo si dà per già noto.
 
=== Citazioni ===
*Parlare di sé è irritante e rischioso. Se mi ci azzardo è perché vorrei rassicurare il lettore: sono partito dal dubbio; o meglio dall'indifferenza. Come lui, come tanti oggi. Non certo dalla fede. Sono arrivato a questi studi dopo 18 anni di scuola di stato. Ho dovuto imparare tutto, partendo dal niente. A scuola, gli unici preti sono dunque stati per me quelli delle "ore di religione" imposte dalla conciliazione con i fascisti. Poi, improvvisa, è cominciata una caccia al tesoro, sempre più appassionante, nella Palestina del primo secolo. Il primo biglietto della catena fu una copia dei ''Pensieri'' di Pascal, acquistata per certe ricerche marginali del corso di laurea in scienze politiche. A [[Blaise Pascal]] questo libro è dedicato: senza di lui non sarebbe mai stato scritto. O sarebbe stato del tutto diverso.
*L'[[antisemitismo]] è purtroppo antico quasi quanto gli ebrei e, com'è stato osservato, nasce proprio dallo stupore e dall'ira per questo popolo che non si riesce a dissolvere negli altri, ad assimilare. Non con le minacce e neppure, si noti, con le lusinghe. L'ebreo rinnegato che nei paesi cristiani accettava il vangelo era tolto da una condizione subumana per ricevere la pienezza dei diritti e, talvolta, onori e ricchezze. Eppure, la conversione era tanto rara che nell'Europa nordica medievale si poteva arrivare a promettere al rinnegato una baronia o una contea.<br>I musulmani convertirono a milioni i cristiani e cancellarono la fede in Gesù da interi paesi ma non riuscirono a convertire gli ebrei.
*Chiesero un giorno a [[Sigmund Freud]] di sintetizzare la sua "ricetta" per difendere l'uomo dai mali oscuri che affiorano dal profondo. «''Lieben und arbeiten'', amare e lavorare» fu la risposta del fondatore della psicoanalisi.<br>È, guarda caso, la stessa formula proposta all'uomo dal [[Nuovo Testamento]], che pone al centro del suo messaggio ''amore e lavoro''. Meno conosciuto, forse, questo secondo aspetto, tanto che la frase di [[San Paolo|Paolo]] nella seconda lettera ai Tessalonicesi («''Chi non vuole lavorare, nemmeno mangi''») è spesso attribuita a [[Lenin]]. Attribuzione errata ma, ci pare, altamente significativa.