Emilio De Marchi: differenze tra le versioni

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'''Emilio De Marchi''' (1851 – 1901), scrittore italiano.
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==''Demetrio Pianelli''==
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"Basta, finirà anche questa".<br />
Nella stanza vicina, dove malamente ardeva una candeluccia benedetta, stava nel suo letto distesa la povera signora Ratta, morta, vestita di una logora gonnella di cotone color terra secca, con in capo la più sgangherata delle sue cuffie famose e sulle gambe sottili un paio di calze di filugello bigio.
 
===''Col fuoco non si scherza''===
Cinque minuti prima dell'arrivo del battello, Beniamino Cresti era già col suo inseparabile ombrello chiuso, che gli serviva di bastone, allo sbarco di Tremezzo in attesa di Massimo Bagliani. Per la circostanza il solitario misantropo del Pioppino aveva indossato un vestito d'un grigio chiaro tutto eguale, che insieme al cappello chiaro di paglia faceva comparire ancor più scura la carnagione del volto e delle mani d'un color nero di terra lavorata.
 
===''Il cappello del prete''===
Il Barone Carlo Coriolano di Santafusca non credeva in Dio e meno ancora credeva nel diavolo; e, per quanto buon napoletano, nemmeno nelle streghe e nella iettatura.<br />
A vent'anni voleva farsi frate, ma imbattutosi in un dotto scienziato francese, un certo dottor Panterre, perseguitato dal governo di Napoleone III per la sua propaganda materialistica ed anarchica, colla fantasia rapida e violenta propria dei meridionali, si innamorò delle dottrine del bizzarro cospiratore, che aveva anche una testa curiosa, tutta osso, con due occhiacci di falco, insomma un terribile fascinatore.
 
===''Le due Marianne - I coniugi Spazzoletti''===
====''Le due Marianne''====
'''Luigi''': ''entrando seguito dalla Sig.ra Spazzoletti'': Siamo a tempo, signor capo?<br>
'''Voce del Capo''': Per dove parte il Signore?<br>
'''Luigi''': Per Milano?<br>
'''Voce''': Eh gh'è tempo venticinque minuti.<br>
'''Luigi''': E dopo questo treno non ce n'è altri?<br>
'''Voce''': Per Milano el xè l'ultemo...<br>
'''Signora Spazzoletti''': Che bisogno c'era di farmi correre a questo modo?<br>
'''Luigi''': Che bisogno! Se era tardi non si arrivava a tempo, eh...
 
====''I coniugi Spazzoletti''====
Varese, Gallarate, Parabiago, Musocco, Milano partenza.<br>
La macchina mugge come un mostro in collera: i guardiani sbattono, chiudono gli sportelli, il capotreno dà un fischio.<br>
- Presto, signori, per di qua.<br>
- Secondi posti, terzi posti.<br>
- Qui, su, presto.<br>
- Margherita!<br>
- Eccomi.<br>
- Dlen, dlen, dlen.<br>
- Partenza.<br>
- Fuf, fuf, fuf - il treno parte.
 
===''Il signor dottorino''===
La bella strada che costeggia il lato destro del lago di Como, poche braccia al di sopra delle acque, segue le sinuosità della scogliera, ora abbassandosi con dolce pendio fino al letto d'un torrente, che scavalca, ora elevandosi a raggiungere l'altezza d'un dosso ed ora nascondendosi fra le case di una borgata, che discendono fino al ghiaieto. Le ville e i casini con nomi allegri o mesti, secondo ricordano un voto compiuto od una sventura, sfilano quasi in catena non interrotta, dipinti, sospesi, nascosti, rannicchiati, a solatío, su per le radici dei monti, che ripidi e coperti di poco verde s'inerpicano fino all’altezza delle nubi.
 
===''Milanin Milanon: prose cadenzate milanesi''===
Te scrivi rabbiôs, Carlin, dal mè stanzin depôs al campanin de San Vittor di legnamee. Chì dedree l'è trii mes che fann tonina di cà de Milan vècc: e picchen, sbatten giò camin, soree, finester, tôrr e tècc, grondaj, fasend on catanaj in mezz a on polvereri ch'el par propi sul seri la fin del mond.
 
===''Nuove storie d'ogni colore''===
====''All'ombrellino rosso''====
- Com'è andata? - ecco, ve la conto in poche parole. Tant'è; la cosa è fatta e non ho proprio nessun motivo di pentirmene. Col povero Battista Batacchi eravamo amici vecchi, cresciuti, si può dire, insieme, quantunque io fossi innanzi di lui qualche anno. S'era giocato colle stesse trappole ai tempi della buona zia di Valmadrera, che gli voleva un bene dell'anima come a un suo figliuolo. A quei tempi i topi si lasciavano ancora pigliare....
 
====''Medici e spadaccini''====
Il Calchi venne a casa mia prima delle quattro colla carrozza e mi trovò già quasi vestito e pronto. La mattina era bellissima, fatta più per una scampagnata che non per un duello. Non abituati a levarci col sole, noi poveri redattori d'un giornale del mattino, che andiamo a letto quando canta il gallo, ci sentivamo ancora la testa piena di sonno e di nebbia; ma un bicchierino d'acquavite svizzera, che all'amico parve una cosa spiritata più che spiritosa (il Calchi è famoso per questi giochetti di parole) finì col risvegliarci.
 
====''Zoccoli e stivaletti''====
Accadde quel che doveva accadere. Per quanto don Cesare sferzasse i cavalli, il temporale, che s'era andato raccogliendo fin dalla mattina, scoppiò e l'acqua cominciò e cadere una mezz'ora prima d'arrivare alla Castagnola. E bisognò pigliarla.
 
====''L'anatra selvatica''====
Il retrobottega della drogheria, messo come un salottino, dava con una finestra su un vicolo contiguo agli uffici della Pretura, e il vicolo era così stretto, che il nobile de' Barigini poteva dalla finestra della cancelleria contare i gomitoli nella cesta di lavoro della simpatica signora Cecilia, moglie al signor Baldassare Maliardi, consigliere comunale e sindaco della banca popolare di Terzane.
 
====''Certe economie''====
La mattina del 17 Giugno 1885 il camparo della grande tenuta d'Arbanello, uno dei più grossi fondi che l'ospedale d'una nostra città possegga nel basso milanese, andando per la solita ispezione, rilevò una piccola rottura in uno dei molti canali di scarico che danno da bere ai prati. Il temporale della notte aveva schiantata una pianta, scassinando con essa la testa d'un arginello, rovesciando tre o quattro mattoni che, caduti nell'alveo, turbavano per un quarto d'oncia la bocca di scarico del canale; un'inezia, ma che rubava qualche secchio d'acqua al fondo dell'Opera pia a tutto beneficio del vicino fondo del marchese Riboni.
 
===''Vecchie storie''===
====''Due sposi in viaggio''====
La giornata spuntò serena e limpida per gli sposi, che dopo aver riposato una notte a Como, continuarono il loro viaggio verso la Tremezzina. L'acquazzone del giorno prima aveva posto nell'aria i brividi precursori del non lontano ottobre e le cime dei monti, e specialmente delle Alpi, brizzolate di neve, splendevano sotto un raggio alquanto diluito e raffreddato nell'atmosfera trasparente.
 
====''Un regalo alla sposa''====
Gaspare Carpigna aveva fatto i suoi molti denari in ogni maniera, coll'industria, coll'usura, coll'inganno. Ma una volta fatti non vi era uomo più galantuomo di lui e ben disposto a godere onestamente dei beni di questa vita. Invecchiando si era dato anche alla pietà, e faceva recitare molte messe da morto, invitando il prete a far colazione nella sua bella casa di Macagno, dove aveva giurato di passare i suoi ultimi giorni in santa pace.
 
====''Nei boschi''====
Chi non conosce i boschi dell'alto Milanese, detti boschi di Saronno, di Mombello, di Limbiate, può immaginare una stesa di selve, sopra un terreno disuguale, una volta incolto e oggi piantato a pini silvestri e a qualche rovere, che è quanto la terra, oltre le eriche e il bruco, può sopportare. Queste piantagioni non sono molto antiche e appunto per ciò, non sono molto note.
 
====''Parlatene alla zia (dialogo)''====
<center>Nicolò.</center>
{|
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| <small>è un giovinetto maturo, che ha già fatto le sue campagne. Gran buon diavolo nel fondo. Siamo in campagna nella villa d'Incirano. Nicolò in cappello di paglia e in abito grigio chiaro, entra dal giardino e dice a qualcuno che non si vede:</small>
|-
| Grazie, aspetterò.
|
|-
|
| <small>Dà un'occhiata intorno, si passa una mano nei capelli e con un breve sospiro d'affanno dice:</small>
|-
|Eccomi qua. Il cuore mi batte come se volesse scoppiare. Ho paura di aver già fatto un passo falso. Basta! sono ancora in tempo a pentirmi e se sarà il caso, infilerò l'uscio.
|
|}
 
====''Ai tempi dei tedeschi''====
- Tutte le mattine la salutavo con un bel trillo di flauto (allora il flauto era di moda): e tutte le sere, prima di levarmi le scarpe, le mandavo un altro saluto con una volatina di note, che volevan dire: - ''Bona note, siora Nina''!
 
==''Ambrogio Bazzero''==
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==Bibliografia==
*Emilio De Marchi, ''Ambrogio Bazzero'', introduzione ad Ambrogio Bazzero, ''Storia di un'anima'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1885.
*Emilio De Marchi, ''Col fuoco non si scherza'', prefazione di Gaetano Negri, Carlo Aliprandi Editore, 1901. ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
*Emilio De Marchi, ''Il signor dottorino'', in "Romanzi, racconti e novelle di Emilio De Marchi", Vol. II, Mursia editore, 1963. ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
*Emilio De Marchi, ''Le due Marianne - I coniugi Spazzoletti'', testo teatrale a cura di Maria Chiara Grignani, prefazione di Maria Corti, Editore Lombardi, 1991. ISBN 8877990104 ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
*Emilio De Marchi, ''Milanin Milanon: prose cadenzate milanesi'', Fratelli Treves, 1926. ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
*Emilio De Marchi, ''Nuove storie d'ogni colore'', Libr. edit. Galli di C. Chiesa e F. Guindani, 1895. ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
*Emilio De Marchi, ''Vecchie storie'', Fratelli Treves, 1926. ([http://www.liberliber.it www.liberliber.it])
 
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