Licia Troisi: differenze tra le versioni

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*«Tutti hanno paura» l'interruppe Lidja sprezzante. «Pensi che siano tutti perfetti tranne te? Ho paura, un sacco, e tutte quelle cose che il professore mi ha raccontato mi terrorizzano, non le capisco, e vorrei scappare anch'io, tornare semplicemente al mio circo e continuare a fare quel che ho sempre fatto. Ma non posso. Qualcuno mi ha fatto un dono, un dono terribile: ha messo in me questo germe, questi strani poteri che mi spaventano. Non posso cacciarli via, e devo dar loro un senso. Per questo li userò e farò quello che i miei antenati hanno scleto per me.» (Lidja)
*Tu costringi la gente a dire cose che non pensa, solo per avere la conferma che vali poco. Ami sbagliare perché così puoi continuare a credere di essere un inetta, e nessuno potrà obbligarti a rischiare. Ma la verità è che così ti comporti solo da vigliacca. (Thuban)
*Sofia aprì gli occhi lentamente, e guardò al di là dei suoi piedi. Volava.
 
== ''Le leggende del mondo emerso'' ==
*Ecco la mollezza di un mondo da troppo tempo in pace (San)
 
*E adesso era davanti a quella porta. Avrebbe potuto ancora fermarsi, e andarsene. Riprendere la strada e tornare alla sua missione. Sei pronto anche per questo, per il tuo obiettivo? si domando, mentre gli occhi indugiavano sulle venature della porta. Non ebbe neppure bisogno di cercare la risposta. (San)
 
*Si toccò le guance, e senti che erano ricoperte da qualcosa di ruvido. Ne grattò un po' con un unghia e se lo mise in bocca. Era salato. Il dolore sa di sale, pensò. (Adhara)
 
*C'è chi dice che se salvi una vita, poi devi prendertene cura. Io ne sono convinto. (Amahl)
 
*– Da sempre il mondo emerso funziona così. Distruttori si alteranano a consacrati, in un ciclo eterno al quale le razze di questo mondo sono sempre sopravvissute, indipendentemente da chi abbia vinto lo scontro. È l'essenza del mondo, e va accettata. Nulla è eterno.<br/>– E quindi voi dite che dobbiamo restare a guardare la distruzione senza fare nulla!<br/>– Io dico che bisogna combattere quando sarà il momento, e lo faremo, come sempre. È questo il nostro ruolo. Non possiamo, non dobbiamo alterare il ciclo. Questo non vuol dire non essere padroni del proprio destino; vuol dire invece saper reagire nel modo corretto a ciò che è inevitabile. (Theana)
 
*Meglio cercare e non trovare nulla che continuare a brancolare nel buio.
 
*È la lotta, Amhal, l'essenza di questa vita che ci è toccata in sorte. E tu stai lottando, questo devi dirti quando stai male, che stai lottando. La caduta fa parte della battaglia, e devi saperti perdonare. (Mira)
 
*[...]Ma i ricordi tornano a reclamare il loro posto nel presente.
 
*– È come non esistere. È come non essere nessuno. Io Ho bisogno di sapere chi sono.<br/>– C'è chi passa una vita intera a fuggire dai ricordi, e tu invece brami di averne almeno uno a cui aggrapparti...-Una vita senza ricordi è una vita a metà. La gente parla una lingua che non capisco, che non posso capire. La lingua della memoria. (Adhara-Amhal)
 
*Era come se anche Amina stentasse a capire il proprio posto nel mondo. E allora semplicemente si ribellava, in un disperato tentativo di rendere la realtà più simile ai suoi desideri. (Adhara)
 
*Era scappato perché sentiva che il desiderio di lei era cosi vivo e reale da fargli perdere la testa. (Amahl)
 
*Aravahr damer trashhera danjy – il nostro tempo sta per tornare. (elfo)
 
*A lei non era rimasto che attendere. Che Amahl tornasse, che la vita, come al solito, facesse il suo corso. Perché questa era la sua vita: un quieto lasciarsi trasportare dalla corrente, in attesa che il fato lavorasse per lei. Fino a quel momento aveva funzionato. (Adhara)
 
*L'unica certezza è la lotta sessa, il perpetuo rinnovarsi del ciclo del bene e del male, della serpe che morde la coda alla fenice e della fenice che becca il corpo della serpe, in una sequenza infinita che solo la ricomposizione degli estremi potrà interrompere. (veglianti)
 
*Quanta sicurezza, nessun dubbio... Ma la via di un cavaliere di drago è anche compassione, comprensione delle ragioni degli altri e non rifiuto del dubbio, bensì rinnovo quotidiano della propria scelta attraverso l'accettazione delle nostre incertezze.. Solo la gioventù sciocca va avanti senza indecisioni, senza mai mettere in dubbio le proprie incontrollabili certezze. (Mira)
 
*C'è chi si innalza sopra le definizioni e i limiti (San)
 
*Dove vanno i morti? Semplicemente si dissolvono e cessano di esistere? O c'è un posto dal quale ci guardano, dal quale vegliano su di noi? Ancora domande, pesanti come macigni. (Adahra)
 
*– È come avere qualcosa qui, un animale seduto sul cuore, che scava con le unghie giorno e notte, e non si ferma mai. O forse sono io che voglio che non si fermi. Cosa devo fare?<br/>– Soffrire. Per quante consolazioni possano mai darti gli altri, questo è un dolore che non può passare, che ti accompagnerà in eterno. In un angolo del tuo cuore, continuerai a piangere come adesso. (Amahl-San)
 
*Perché quando il dolore toglie il fiato, l'unica soluzione è annullare la mente e lasciare che sia il corpo a curarci. (Amhal)
 
*No, non era la pace che era andato a cercare, ora lo sapeva. Fin dal primo momento aveva solo cercato la follia. Perché quando il dolore ci sopraffà, quando la speranza tramonta, la pazzia è l'unica via. E lui l'aveva imboccata volontariamente. (Amhal)
 
*Chi sono?! Sono la forma dei tempi a venire, sono il futuro. Sono una nuova razza d'uomo, e al tempo stesso sono la memoria del mondo emerso. Io sono diverso. (San)
 
*La verità è una gabbia, la verità ci incasella, ci definisce, e ci rende schiavi per sempre. (San)
 
*Le sue gambe e la sua schiena cominciarono a protestare. Ma più ancora del corpo, erano i pensieri a logorarla. Amahl... Dov'era? Cosa stava facendo? Percepiva il tempo come un nemico che le remava contro, che in tutti i modi cercava di portarle via l'unica certezza della sua vita. (Adhara)
 
*Stai mentendo! Io ho un anima, io amo, io vivo, IO SONO! (Adhara)
 
*Le piaceva contemplare le persone cha amava mentre esistevano senza di lei, e con suo figlio quest piacere era ancora più profondo. (Dubhe)
 
*"Per me il cielo è sempre stato vuoto, lo sai". (Dubhe)
 
*Tutti la guardavano con sospetto, e c'era un'aria strana tra i vicoli e gli ampi viali. Si chiese se fosse la malattia, che aveva già iniziato a mietere vittime con la paura. Si muore in tanti modi, prima che il cuore cessi di battere. (Adhara)
 
*Perché a volte aiutare gli altri era anche aiutare un po' se stessi. (Adhara)
 
*Ma col tempo i genitori diventano bambini e i figli sono costretti a crescere. (Neor)
 
*Qualcuno guariva, certo. Ma restava segnato a vita. Non si poteva sprofondare all'inferno e sperare di risalirne integri.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''I dannati di Malva''===
Mal si aggiustò la spada sulla schiena. Spadone a due mani, un'elsa lunga quattro palmi e sette libbre di peso. L'arma più adatta ad un guardiano di Malva, diceva suo padre. Un affare di acciaio terribilmente pesante da trascinarsi dietro, pensava Mal. Aveva iniziato il corso di spada da un anno, e ancora non aveva trovato il modo giusto per trascinarsi dietro quell'arma smisurata. Finiva sempre che la punta strusciava per terra, mentre
l'elsa gli spuntava su dalle scapole per buoni cinque palmi. Una cosa che gli dava il ridicolo aspetto di uno spaventapasseri. C'era comunque poco da fare; suo padre, un vecchio militare, s'era messo in testa di fargli fare la Guardia Cittadina. Un lavoro sicuro e ben pagato, persino prestigioso, diceva. A Mal non restava altro che piegarsi alla volontà paterna, e seguire tutte le sere il corso di spada, assieme ad un'altra decina di marmocchi come lui, tutti rampolli di famiglie benestanti. Del resto, c'era qualcosa di rassicurante nell'avere il destino già segnato, persino a dieci anni. Nessuna scelta da fare, nessuna preoccupazione per il futuro. Tutto sommato, era come essere avvolti in una coperta, vecchia sì, ma tranquillizzante.
 
===''Il destino di Adhara''===
L'uomo in nero avanzò lentamente. Si muoveva sicuro tra i vicoli deserti della città, il cappuccio a coprirgli il volto, il mantello ad accarezzargli gli stivali. Ombra tra le ombre, imboccò deciso la via che sapeva. Aveva fatto un sopralluogo, qualche giorno prima.<br>
L'ingresso era anonimo: una porta di legno, un architrave in pietra. Non ebbe bisogno di vedere il simbolo inciso sulla chiave di volta per sapere di essere arrivato.<br>
Si fermò un istante, conscio che non era quello il suo obiettivo primario, che un'altra era la sua missione.
 
==Bibliografia==
*Licia Troisi, ''NihalI dellaDannati terradi del ventoMalva'', MondadoriEdizioni Ambiente, 20042008. ISBN 8889014738
*Licia Troisi, ''L'ereditàIl destino di ThubanAdhara'', Mondadori, 2008. ISBN 8804582861
*Licia Troisi, ''L'eredità di Thuban'', Mondadori 2008.
*Licia Troisi, ''La missione di Sennar'', Mondadori, 2004.
*Licia Troisi, ''La setta degli assassini'', Mondadori, 2006.
*Licia Troisi, ''Le due guerriere'', Mondadori, 2007.
*Licia Troisi, ''Nihal della terra del vento'', Mondadori, 2004.
*Licia Troisi, ''Un nuovo regno'', Mondadori, 2007.
*Licia Troisi, ''L'eredità di Thuban'', Mondadori 2008.
*Licia Troisi, ''I Dannati di Malva'', Edizioni Ambiente, 2008. ISBN 8889014738
 
==Altri progetti==
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===Opere===
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{{Pedia|NihalIl delladestino terradi del vento||Adhara}}
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