Lev Tolstoj: differenze tra le versioni

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*Una delle più penose condizioni per i gelosi (e gelosi sono tutti nella nostra vita di società) è trovarsi costretti a quelle relazioni mondane che mettono in una grande e pericolosa intimità gli uomini e le donne. Bisogna diventar ridicoli oppure permettere l'intimità nei balli, l'intimità tra i medici e le loro clienti, l'intimità con gli artisti, i pittori e specialmente i musicisti. Le persone si occupano insieme della più nobile tra le arti, la musica: perciò è necessaria quella tale intimità, e quell'intimità non ha nulla di biasimevole: soltanto un marito scioccamente geloso può vedervi qualcosa di male. E intanto tutti sanno che proprio a mezzo di occupazioni, e specialmente della musica, avviene la maggior parte degli adultèri nel nostro mondo. Evidentemente li avevo messi nella medesima situazione penosa nella quale mi trovavo io: per un pezzo non mi riuscì di dir nulla. Ero come una bottiglia capovolta dalla quale l'acqua non esce perché è troppo piena. Volevo ingiuriarlo, scacciarlo, ma invece sentivo che dovevo invece mostrarmi amabile e affettuoso con lui. E così feci. Finsi di approvare tutto, per quello stesso strano sentimento che mi obbligava a rivolgermi a lui con tanta maggiore gentilezza quanto più la sua presenza mi era penosa. Gli dissi che mi affidavo al suo gusto e consigliai lo stesso a mia moglie. Egli rimase ancora un poco, quanto bastava per cancellare la sgradevole impressione che aveva prodotto la mia subitanea entrata nella stanza, con quel viso stravolto e quel mio silenzio, e poi se ne andò, figurando di aver finalmente deciso quel che si dovesse suonare. Io ero interamente persuaso che a paragone di ciò che li preoccupava la questione dei pezzi da suonare era per loro senza alcuna importanza. (1968)
*La donna sa che quello che noi diciamo dei sentimenti elevati son tutte bugie, che non abbiamo bisogno che del corpo, e perciò perdoniamo qualsiasi porcheria, ma un abito mancato, senza gusto, inelegante non lo perdoneremmo.<br>La civetta lo sa coscientemente, ogni fanciulla innocente lo sa incoscientemente, come lo sanno gli animali. (2006, pp. 28-29)
*La [[Cristianesimo|dottrina dell'ideale cristiano]] è l'unico ideale che può servire di guida all'umanità. (dalla ''Postilla dell'autore'')
 
==''Anna Karenina''==
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==''Il regno di Dio è in voi''==
*La [[storia]] dell'umanità è piena di prove che la violenza fisica non contribuisce al rialzamento morale e che le cattive inclinazioni dell'uomo non possono essere corrette che dall'amore; che il male non può sparire che per mezzo del bene; che non si deve fare assegnamento sulla forza del proprio braccio per difendersi dal male; che la vera forza dell'uomo è nella bontà, la pazienza e la carità; che solo i pacifici erediteranno la terra e che coloro i quali di spada avran ferito di spada periranno. (cap. I, pp. 7-8)
*Il fiume più copioso non può aggiungere una goccia di acqua ad un vaso già pieno.<br>Si possono spiegare all'uomo meno intelligente le cose più astratte, s'egli non ne ha ancora alcuna nozione; ma non si può spiegare la cosa più semplice all'uomo più intelligente, s'egli è fermamente convinto di sapere benissimo ciò che si vuole [[Insegnamento|insegnargli]]. (cap. III, p. 56)
*La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto. (cap. IV, p. 118)
*I vantaggi del [[potere]] e di tutto ciò ch'esso procura, i vantaggi della [[ricchezza]], degli onori, del lusso, sono il fine dell'attività umana finché non si raggiungono; ma, appena vi è pervenuto, l'uomo si accorge della loro vanità. Questi vantaggi perdono a poco a poco la loro seduzione, come le nuvole che non hanno forma e splendore se non viste da lontano. (cap. X, p. 265)
*Un medico alienista raccontava che un giorno, d'estate, uscendo dall'ospizio, i pazzi l'accompagnarono fino alla porta di strada.<br>― Venite in città con me! egli disse loro.<br>I malati acconsentirono, ed una piccola brigata lo seguì. Ma più essi andavano innanzi nella strada in mezzo al libero movimento degli uomini sani, maggiormente s'intimidivano e si stringevano intorno al medico. Finalmente, essi domandarono tutti di tornare all'ospizio, al loro modo di vivere insensato, ma abituale, al loro custode, alle battiture, alla camicia di forza, alle celle.<br>Allo stesso modo si stringono e vogliono tornare al loro antico modo di vivere [...] gli uomini che il [[cristianesimo]] chiama alla libertà, alla vita dell'avvenire, libera e razionale. (cap. X, p. 279)
*Ciò che solo è ragionevole, certo e possibile: [[servire]] il regno di Dio, cioè concorrere allo stabilimento della più grande unione fra tutti gli esseri viventi [...] L'unico senso della vita è di servire l'umanità, concorrendo allo stabilimento del regno di Dio, cosa che non può farsi se ciascuno degli uomini non riconosce e non professa la verità. «Il regno di Dio non verrà in maniera che si possa osservare. E non si dirà: "eccolo qui" o "eccolo là"; perché ecco, il regno di Dio è in voi. [Lc 17,21]» (cap XII, p. 386)
 
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===Memorie di un cristiano===
So che per questo titolo mi condanneranno. Alcuni – i più – diranno: sarebbe ora che la smettesse con queste sciocchezze. Al giorno d'oggi lo capiscono tutti che la [[Cristianesimo|fede]] [[Cristianesimo|cristiana]] è una delle tante [[religione|religioni]]. E tutte le religioni sono superstizioni, sono cioè quel materiale che più di ogni altra cosa intralcia l'evoluzione dell'[[umanità]]. Altri diranno: come, di un cristiano? Chi può dire di sé: io sono un cristiano? Il vero cristiano è innanzitutto umile e non osa definir sé stesso cristiano né tantomeno dichiararsi tale sulla carta stampata. Mi condannino pure, ma io metterò questo titolo. Non mi fa paura che mi si accusi di essere retrogrado perché non soltanto non ritengo che la religione sia una superstizione, ma, al contrario, ritengo che la [[verità]] religiosa sia l'unica verità accessibile all'uomo, e la dottrina cristiana io la ritengo una verità che – lo vogliano riconoscere gli uomini o no – si trova a fondamento di tutto il sapere umano, e non mi fa paura nemmeno mi si condanni perché ho l'orgoglio di chiamarmi cristiano, dato che le parole: io sono un cristiano, le intendo diversamente da come le si intende di solito.
 
{{NDR|Lev Nikolaevič Tolstoj, ''Le memorie di un cristiano'' (1884), traduzione di Igor Sibaldi, Mondadori, Milano.}}