Manlio Sgalambro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Micione (discussione | contributi)
m attività, sistemo fonte
Riga 1:
'''Manlio Sgalambro''' (1924 – vivente), filosofo, poeta e drammaturgoparoliere italiano.
 
*Il [[cantante]] deve convincere delle sue tesi. Contrariamente al filosofo, però, lui può farlo senza argomenti. (da ''Teoria della canzone'', Bompiani)
Riga 75:
 
*Qui vi è il tentativo di costruire una teologia pubblica – anzi, se ci è concesso di mutuare uno stilema a una grande memoria, una teologia pubblica europea. Se l'epoca della teologia appare conclusa, o se ne trascina appena l'ombra, ciò è avvenuto perché gli stinti intelletti che se ne sono occupati (a parte alcune eccezioni) portano in loro il tarlo che aveva roso la disciplina. Come se questa avesse dovuto seguire le sorti della religione a cui la legava la subalternanza. La stessa caduta della religione, ormai solo oggetto di fede e di speranza – squallidi sostegni del nostro incerto destino –, doveva favorirla e sbarazzare il campo da ogni equivoco. Che Dio esista è solo un fatterello sinistro. Niente di più. (Dato come vanno le cose, bisognava aspettarselo)
*La teologia naturale, in quanto "disposizione naturale", appartiene cioè alla cieca spontaneità, alla bruta natura umana. Ma nello stesso tempo sta a ricordare che qui non v'è che il più infimo essente. La stessa cosa implica la cieca formalità del sillogismo disgiuntivo che, se vogliamo dire le cose come stanno, ci conduce ottusamente a concepire l'oltraggiosa idea di Dio. Con questa empietà comincia e finisce la teologia naturale.
 
{{NDR|Manlio Sgalambro, ''Trattato dell'empietà'', Adelphi, 1987.}}
 
*La teologia naturale, in quanto "disposizione naturale", appartiene cioè alla cieca spontaneità, alla bruta natura umana. Ma nello stesso tempo sta a ricordare che qui non v'è che il più infimo essente. La stessa cosa implica la cieca formalità del sillogismo disgiuntivo che, se vogliamo dire le cose come stanno, ci conduce ottusamente a concepire l'oltraggiosa idea di Dio. Con questa empietà comincia e finisce la teologia naturale.
 
{{NDR|Manlio Sgalambro, ''Trattato dell'empietà'', Adelphi, 1987.}}
 
*La 'reductio' di tutte le cose in Dio la conosciamo con un altro nome. In chi muore si rivela ''eo ipso''la forza infera o, mettiamola così, la cara, vecchia essenza del mondo.
 
{{NDR|Manlio Sgalambro, ''Trattato dell'empietà'', Adelphi, 1987.}}
 
*Il proprio destino conoscitivo (non la 'lettera sull'argomento') conduce lontano. Porsi una domanda e leggere un libro - che vi può essere di più sciocco?
 
Line 100 ⟶ 91:
 
[[Categoria:Filosofi italiani|Sgalambro]]
[[Categoria:ScrittoriPoeti italiani|Sgalambro]]