Luigi Grande: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*«Il [[lavoro]] dev'essere libera esplicazione delle forze dell'uomo, che deve dedicarsi a ciò che vuole, dove vuole e quando vuole» disse la [[Rivoluzione francese]]. Bello! Ma la pratica attuazione del principio? Nient'altro che la soppressione delle corporazioni d'arti e mestieri, con quali vantaggi poi delle classi operaie io non saprei.
*«Il [[lavoro]] diverrà creazione artistica, esso deve scaturire dall'entusiasmo dell'operaio. L'arte è l'anticipazione dell'alta produzione» profetò [[Giorgio Sorel]] e la profezia si accontentò di accarezzare le menti, perché è stupenda, ma tanto stupenda quanto fuori della realtà.
*«Il [[lavoro]] è soggetto dell'economia» disse il [[fascismo]] e gli stessi economisti corporativi non erano d'accordo su ciò che la frase significava. Forse neanche chi l'aveva pronunciata ne avrebbe saputo dare la spiegazione, perché se no avrebbe fissato le «direttive» per la retta interpretazione di essa.
*«Il [[lavoro]] non deve essere sfruttamento d'un uomo ad opera di un altro uomo, che detiene nelle sue mani il capitale e il potere politico» disse il [[Socialismo]]. Va bene, ma quando si è dato il capitale in mano allo Stato e lo Stato in mano a capi «proletari», cessa il lavoro di essere sfruttamento di uomini da parte di altri uomini?
*Io vagheggio il «diritto all'[[ozio]]», mentre c'è chi si affanna a cercare con la lanterna, il diritto al lavoro nella carta costituzionale.
*Tre sono le credenze [[Religione|religiose]] collocate sopra tutte le altre nella universalità dei comuni giurati: la vita è bella e degna che severamente e magnificamente la viva l'uomo rifatto intiero nella libertà; l'uomo intiero colui che sa ogni giorno inventare la sua propria virtù, per ogni giorno offrire ai suoi fratelli un nuovo dono; il lavoro, anche il più umile, anche il più oscuro, se sia bene eseguito, tende alla bellezza e orna il mondo.
 
==Bibliografia==