Alain de Botton: differenze tra le versioni

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Donluca (discussione | contributi)
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*[...] per giudicare elegante un'opera architettonica, non basta che sembri semplice: dobbiamo sentire che la semplicità è duramente conquistata e che deriva dalla soluzione di un problema tecnico o naturale di grande difficoltà. [...] Ammiriamo le opere semplici che, senza uno sforzo immenso, sarebbero apparse molto complicate. (p. 207)
*Quando gli edifici parlano non lo fanno mai con un'unica voce. Sono cori più che solisti e posseggono una natura molteplice che fa nascere l'opportunità di belle consonanze oltre che di contrasti e discordanze. Mentre all'apparenza certi edifici concordano sulla loro missione estetica e hanno persuaso gli elementi disparati che li compongono a fondersi per dare un contributo logico alla totalità, altri sembrano più in disaccordo sulle loro intenzioni, poiché le loro caratteristiche puntano lamentosamente in direzioni diverse. (p. 215)
*[...] nell'architettura nulla è mai brutto in sé: semplicemente nel posto sbagliato o della misura sbagliata, mentre la bellezza è figlia di una relazione coerente tra le parti. (p. 216)
*Si potrebbe sostenere che un edificio è adeguato al suo contesto se incarna i valori più desiderabili e le ambizioni più elevate del momento e del luogo in cui si trova: un edificio che serve da deposito di un ideale non utopico. (p. 227)
 
==''Esercizi d'amore''==