Sacro: differenze tra le versioni

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*Quanto alla "sacralità", i primi ad averla profanata sono stati i preti pedofili. ( Come ha ricordato un recente documentario della BBC, per vent'anni un certo cardinal [[Ratzinger]] fu responsabile dell'applicazione del documento segreto del Santo Uffizio ''Crimen Sollicitationis'' in base al quale, per prudenza e per non fare scandalo, quei sacerdoti non venivano rimossi dall'incarico pastorale, ma semplicemente spostati in un'altra parrocchia ). ([[Daniele Luttazzi]])
*"Sacro" è parola indoeuropea che significa "separato". La sacralità, quindi, non è una condizione spirituale o morale, ma una qualità che inerisce a ciò che ha relazione e contatto con potenze che l'uomo, non potendo dominare, avverte come superiori a sé, e come tali attribuibili a una dimensione, in seguito denominata "divina", pensata comunque come "separata" e "altra" rispetto al mondo umano. Dal sacro l'uomo tende a tenersi lontano, come sempre accade di fronte a ciò che si teme, e al tempo stesso ne è attratto come lo si può essere nei confronti dell'origine da cui un giorno ci si è emancipati.
Questo rapporto ambivalente è l'essenza di ogni religione che come vuole la parola, recinge, tenendola in sé raccolta (re-legere), l'area del sacro, in modo da garantirne ad un tempo la separazione e il contatto, che restano comunque regolate da pratiche rituali capaci da un lato di evitare l'espansione incontrollata del sacro e dall'altro la sua inaccessibilità. Sembra che tutto ciò sia stato presentito dall'umanità prima di temere o invocare qualsiasi divinità. Dio, infatti, nella religione, è arrivato con molto ritardo. ([[Umberto Galimberti]])
 
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