Jim Bishop: differenze tra le versioni

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*Avevano sentito Gesù parlare della sua morte imminente con manifesta tristezza. E ciascuno aveva paura di pronunziare la domanda che urgeva alle labbra di tutti: «Non puoi chiamare gli angeli del Padre tuo e distruggere la città e il mondo e quindi farci sedere oggi accanto a te a giudicare le anime degli uomini?» Nessuno aprì bocca. (p. 25)
*Ovunque andasse, l'ebreo era pulito, coscienzioso e chiuso. Concludeva affari col pagano, ma non fraternizzava con lui. In un paese straniero, l'ebreo considerava la sua separazione da Gerusalemme come temporanea, per quanto a lungo potesse durare. (p. 53)
*Un uomo senza fede, comeGiudacome Giuda, ha pur bisogno di qualcosa per sostenersi, per nutrire la sua vita emotiva, e la maggior parte degli uomini in questa condizione si vantano delle loro capacità pratiche. (p. 102)
*I siriani non sopportavano gli ebrei per varie ragioni. Anzitutto i siriani venivano arruolati nell'esercito romano e gli ebrei no, perché la legge ebraica proibiva di combattere in sabato. Inoltre, i siriani erano tenuti ad adorare Cesare come adoravano i loro dèi, mentre gli ebrei non avevano tale obbligo, erano gli unici sudditi di [[Roma]] esenti da quel decreto imperiale. Gli ebrei, infine, disprezzavano i soldati, prestavano loro denaro con interessi esosi e li prendevano in giro in una lingua che i legionari non capivano. (p. 113)
*Anche gli ebrei, dal canto loro, non sopportavano i siriani per varie ragioni. Gli ebrei residenti in Siria facevano sapere a casa che la popolazione locale li trattava crudelmente, li truffava sulle mercanzie, li scherniva, prendeva a sassate le loro botteghe, violava le loro donne. In tutte le regioni conosciute del mondo, solo i siriani consideravano un divertimento andare a caccia di ebrei. I siriani erano feroci e incivili, in confronto ai romani e ai greci e agli egiziani. In Palestina, per gli ebrei era già abbastanza umiliante essere sotto il tallone di Roma, ma soffrire per mano dei mercanti siriani era assolutamente intollerabile. (p. 113)