Edward Lear: differenze tra le versioni

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*{{NDR|A [[Canolo]]}} Il villaggio per se stesso è schiacciato e spinto in un nido di rocce appuntite subito dopo il vasto precipizio che si chiude attorno al Passo del Mercante, e quando da una parte si guarda a questa barriera di pietre, e poi, girando attorno si guarda il mare distante e le colline ondulate, nessun contrasto può essere più rimarchevole. (2002, pag. 113)
*{{NDR|A [[Canolo]]}} All'ora del pranzo, il bravo vecchio Don Giovanni Rosa ci ha divertiti e intrattenuti con la sua amabile semplicità e buona educazione. Lui è stato solo una volta in vita sua (ed ha 82 anni) a Gerace, e mai più in là. « Perché dovrei andare? » ha detto, « Se, quando morirò, come dovrò ben presto, troverò il Paradiso come Canolo, sarò molto felice. Per me « Canolo mio » è sempre stato come un Paradiso — sempre mi sembra Paradiso, niente mi manca ». (2002, pag. 114)
* Lontano, sotto di noi, c'era [[Cittanova|Casalnuovo]], una delle città che sono state ricostruite dai frammenti del fatale periodo di devastazione […]. Situata sopra la piana, questo moderno e poco pittoresco successore della prima città presenta strade lunghe, affiancate da case basse a un piano, con chiare tegole rosse e nessun lato della sua composizione offre qualcosa da ammirare o caratteristiche pittoresche. (2002, pag. 123)
* […] il pomeriggio è passato girando attorno a [[Cittanova|Casalnuovo]] per ottenere delle vedute caratteristiche della sua posizione e della grande pianura dove è situato. Questo non è facile; studi di alti ed eleganti oliveti, e ricchi sfondi alla maniera di Claude, sono innumerevoli, ma la scelta fra queste scene è difficile. (2002, pag. 124)
*[…] siamo saliti a [[Terranova Sappo Minulio|Terranova]], una volta la più grande città del distretto, ma completamente distrutta dal terribile disastro del 1783. La vecchia città e completamente distrutta è seppellita negli abissi e sotto spaccature e vallate, e la sua erede è formata da una singola sbandata strada con umili case di apparenza malinconica. Tutta la superficie circostante sembra stravolta e distrutta. (2002, pag. 127)