Romano Bilenchi: differenze tra le versioni

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===[[Explicit]]===
All'improvviso Marco ricordò la domanda che gli aveva rivolto Giuseppe dopo i combattimenti contro i tedeschi e la liberazione di M...: «Quanti morti avete avuto?», e la sua risposta che ora sillabava lentamente: «Ma perché ci debbono essere sempre dei morti?». E rivide il rapido sguardo ironico e insieme doloroso dell'amico.
 
 
==''Cronache degli anni neri''==
===[[Incipit]]===
Vita dei gappisti<br>Quella [[Mattino|mattina]] mi ero alzato per il consueto [[lavoro]] consistente nella [[lotta]] a [[morte]] contro l'oppressione nazi-fascista, recandomi ad un appuntamento col compagni Cesare, allora dirigente del GAP. Dopo aver parlato delle questioni riguardanti la situazione e dopo aver fatto in breve una esposizione del mio lavoro di assestamento e della messa in efficenza del GAP, Cesare mi diede lo scontrino di posteggio della bicicletta più sei o sette pallottole « 9 corto » di cui avevo bisogno e che egli aveva in tasca. Mi recai al ponte alla Carraia dove inforcando la bicicletta mi diressi a [[casa]] per mangiare qualcosa, ma quando fui in piazza Santo Spirito incontrai il compagno Salvatore che, fermandomi, mi mise al corrente che in via Santa Maria avevano sparato sullo squadrista tristemente noto sotto il nome di Pollastra.
 
 
 
==Citazioni su Romano Bilenchi==
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*Romano Bilenchi, ''Il capofabbrica'' (1935), Rizzoli, Milano, 1991.
*Romano Bilenchi, ''Il bottone di Stalingrado'' (1972), introduzione di Giuliano Gramigna, Rizzoli, Milano, 1982.
*Romano Bilenchi, ''Cronache degli anni neri'', Editori Riuniti, [[Roma]] 1984.
 
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