Mary Shelley: differenze tra le versioni

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l'ultimo uomo incipit
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*Il mondo per me era un mistero da scoprire. Curiosità, bruciante volontà di impadronirmi delle leggi segrete della [[natura]], e una felicità vicina all'estasi quando esse mi si svelavano: queste sono le prime sensazioni che riesco a ricordare. (1991, p. 48)
*Imparate dal mio esempio, se non dalle mie parole, quanto sia pericoloso acquisire la [[conoscenza]] e quanto sia più felice l'uomo convinto che il suo paese sia tutto il mondo, di colui che aspira a un potere più grande di quanto la natura non conceda. (1991, p. 54)
 
==''L'ultimo uomo''==
===incipit===
 
Visitai Napoli nel 1818. L'8 dicembre di quell'anno io e il mio compagno attraversammo il golfo, per visitare le antichità sparse sulle coste di Baia. Le acque calme del mare, traslucide e brillanti, ricoprivano i frammenti di antiche ville romane a cui si erano intrecciate le alghe marine, e che assumevano sfumatura adamantine in virtù del gioco variegato dei raggi del sole; l'elemento blu e semitrasparente era come quello che potrebbe aver sfiorato Galatea sul suo cocchio di madreperla, o quello che, più adeguatamente del Nilo, Cleopatra potrebbe aver scelto come via per la sua magica nave.
 
{{NDR|Mary Shelley, "L'ultimo uomo", traduzione di Maria Felicita Melchiorri, edizioni Giunti Firenze 1997}}
 
==Bibliografia==