Scuderia Ferrari: differenze tra le versioni

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Citazioni sulla '''Scuderia Ferrari'''.
 
==Citazioni==
*Anche per la Ferrari i successi sono sempre stati strettamente legati alle capacità dei piloti. Ho potuto seguire i campionati dalla metà degli anni '60 in poi e ricordo John Surtees, campione mondiale nel motociclismo, iridato nel 1964 con la Ferrari Formula 1, un vero fuoriclasse che abbandonando Maranello ha relegato la Scuderia a non vince più per dieci anni, fino a quando Enzo Ferrari ha avuto l'intuizione di ingaggiare un giovane talentuoso: Niki Lauda. Così il Cavallino Rampante è ritornato al successo, fino a quando anche l'austriaco abbandona e sull'onda di Lauda arriva un altro solo mondiale con Jody Scheckter nel 1979 e poi nulla più, fino all'arrivo di Michael Schumacher. Questa a ben guardare è la storia dei Mondiali della Ferrari, una storia con tanti anni di assenza di successi. ([[Claudio Lombardi]])
*Capii la differenza del correre per Ferrari o per qualsiasi altra scuderia: con gli altri team sei il pilota di una squadra, quando corri per Ferrari sei il pilota di un intero [[Italia|Paese]]. È una sensazione fantastica. ([[Jody Scheckter]])
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*Non tutti gli italiani tifano per la [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]], mentre tutti gli italiani e il cinquanta per cento dei non italiani tifano Ferrari. ([[Gianni Agnelli]])
*{{NDR|«Ci sono stati momenti particolarmente difficili da quando sei al timone della Scuderia Ferrari?»}} Ogni singolo giorno. ([[Mattia Binotto]])
*Per storia e per tradizione, il Cavallino è "obbligato" a vincere, qualunque sia lo spessore della concorrenza: non esiste complesso di inferiorità in pista, per la Signora della Velocità. ([[Leo Turrini]])
*{{NDR|«Perché la Ferrari apre le porte ai piloti stranieri e le tiene chiuse agli italiani?»}} Perché gli italiani sono tendenzialmente esterofili e non hanno una grande considerazione dei loro meriti, delle loro risorse. Io ho vissuto in prima persona questo modo di pensare e di agire, nel 1992, quando alla Ferrari il mio compagno era [[Jean Alesi]] [...]. Jean non era un personaggio facile. Eppure la squadra preferiva confrontarsi con lui e non con chi parlava la stessa lingua. Se c'era qualcosa da decidere, una modifica da adottare, decideva lui. ([[Ivan Capelli]])
*Quando ero alla Ferrari, non era un lavoro, era una missione che ti assorbiva completamente. Uscivi dall'ufficio, andavi al bar a prendere un caffè e il barista ti chiedeva: allora, questa Ferrari, vinciamo o no? Andavi al ristorante e trovavi il tifoso o il cameriere che chiedevano: vinciamo la prossima gara? E via di questo passo. Aprivi il giornale la mattina e c'era un articolo tutti i giorni sulla Ferrari. ([[Andrea Stella (ingegnere)|Andrea Stella]])