Mauro Forghieri: differenze tra le versioni

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*Nel 1983 a lottare per il mondiale eravamo noi, la Renault e la Brabham BMW, team di proprietà di Ecclestone. Non riuscivamo a capire come a un certo punto il quattro cilindri BMW, un propulsore di concezione antiquata, potesse essere diventato più potente dei nostri moderni sei cilindri. Scoprimmo che, in sordina, Ecclestone aveva fatto cambiare il regolamento tecnico eliminando la parola "commerciale" dietro al termine "benzina". Quella benzina che andava utilizzata dalle Formula 1. A Monza, dove la Brabham vinse, la macchina venne verificata e si accertò che usava un carburante pesante realizzato da una azienda chimica con un numero di ottani superiore al consentito. La situazione era molto delicata e si tenne una riunione tanto tardiva quanto segretissima a Maranello con il Presidente della Federazione Jean Marie Balestre, Bernie Ecclestone (che era anche leader della Federazione Costruttori di Formula 1), Enzo Ferrari e un rappresentante della Renault. Alla fine venne deciso di lasciare le cose così come stavano e Piquet vinse il titolo con due punti su Prost e dieci sul nostro Arnoux. Chiaramente per noi che avevamo combattuto duramente in pista, questa soluzione fu molto traumatica da digerire, e ancora di più per la Renault che era a caccia del primo titolo. Questo aneddoto per dire che Ecclestone era un gran furbone, ma gli va dato atto di avere fatto crescere e diventare ricca la Formula 1, grazie anche al fatto che era magistrale nel trattare con Enzo Ferrari. Se guardo chi comanda oggi la Formula 1 vedo tanti ex impiegati Brabham, il che la dice lunga sul suo grande potere.
*{{NDR|Sulle [[Vettura di Formula 1|vetture di Formula 1]] degli anni Duemiladieci}} Se pitturiamo tutte le vetture odierne di bianco sarebbe molto difficile distinguerle una dall'altra, questo perché si è compresso troppo il regolamento in fatto di aereodinamica. Non per cadere nei rimpianti, ma ai miei tempi ogni vettura era molto diversa dall'altra, con soluzioni tecniche assai differenti, oltre al fatto che ogni team aveva dei progettisti carismatici che anche per orgoglio personale mai avrebbero copiato un rivale.
 
{{Int|''[https://www.formulapassion.it/machina/machina-3-secondo-mauro-forghieri-70-anni-f1-alfaromeo-hamilton Machina.3 secondo Mauro Forghieri]''|Da ''Machina.3 – "70X1, Formula 1 1950-2020"'', FormulaPassion, marzo 2021; citato in ''formulapassion.it'', 19 dicembre 2020.}}
* La denominazione Formula 1 venne adottata nel 1948. Circa dieci anni dopo entravo in Ferrari. Ero poco più che un ragazzo fresco di laurea in ingegneria, considerato un "imparatore" in quanto dovevo ancora conoscere tutto del lavoro che mi aspettava. Però avevo già chiara l'idea — che nel tempo si è sempre più rafforzata in definitivo convincimento — sul ruolo avuto dall'[[Alfa Romeo]] nel mondo delle competizioni. Autentiche opere d'arte di ingegneria meccanica, sono state automobili che hanno marchiato l'inizio della storia che ha generato lo sviluppo delle corse fino alla Formula 1. Le prime gare nate tra fine '800 e inizio '900, nel 1906 vengono chiamate Gran Premi. Dal '20 Formula Grand Prix: prima vittoria assoluta del Campionato Costruttori dell'Alfa Romeo nel 1925 e Campionato Internazionale Piloti nel 1931 e nel '32 con "Nivola", Tazio Nuvolari. Ritengo di poter affermare che senza i presupposti segnati dall'Alfa Romeo, oggi probabilmente non esisterebbe il campionato mondiale della massima espressione motoristica così come lo conosciamo.
*I colori italiani occupavano incontrastati la scena nelle gare dei primi anni '50: Alfa Romeo, Ferrari e Maserati. Maserati mi pare fosse la marca più diffusa sui circuiti perché la sua produzione era finalizzata principalmente per la vendita ai piloti, in quanto vettura "facile da capire". Ferrari regalò a Juan Manuel Fangio il Mondiale 1956 con una automobile avveniristica per quell'epoca, la [[Lancia D50|D50]], ricevuta dalla Lancia, costruttore che l'aveva ideata con il geniale Vittorio Jano e messa in pista con Alberto Ascari. Lancia avrebbe potuto rappresentare un perfetto completamento della nostra forza automobilistica sulle piste di tutto il mondo, ma la morte del pilota lombardo segnò la fine dell'impegno della Casa torinese in Formula 1 e al contempo il successo della stessa vettura con il marchio della Scuderia Ferrari. Curiosa la storia intrecciatasi tra Ferrari e Lancia quasi trent'anni dopo, quando ho progettato un motore Ferrari appositamente per la Lancia Stratos da un'idea di Cesare Fiorio.
*Nel decennio che prende avvio nel '60, Giampaolo Dallara mi aveva appena raggiunto al reparto tecnico di Maranello dove stavamo vivendo il passaggio del motore da anteriore a quello [[Motore posteriore|posteriore]]. Una bestemmia per Enzo Ferrari, convinto che i buoi dovessero stare davanti per tirare il carro e non dietro. Erano stati gli appassionati inglesi ad introdurre il motore di motociclette alle spalle del pilota sulle vetturette con le quali disputavano gare di club, collegando l'assale delle ruote posteriori con una catena.
*Sulle vicende della Formula 1 è stato scritto molto, ragione per cui non è il caso di ripetere vicende note ampiamente documentate, bensì [...] trovo importante sottolineare come dalla fine degli anni '70 fino alla scomparsa di Ayrton Senna, quello sia stato il tempo che considero "Periodo aureo". La Formula 1 di allora aveva tutto: innovazioni tecnologiche epocali logiche e utili, un seguito di spettatori sempre più folto, personaggi che animavano quel mondo identificati come gli eroi che insieme alle squadre appartenevano alla gente che li poteva "toccare" per cui erano gli amati "cavalieri del rischio", appassionati che capivano lo svolgimento delle gare. Mai come allora i team sono stati così numerosi. La Formula 1 proprio in quel decennio ha seminato il virus contagioso della popolarità per le generazioni più giovani, garantendo uno squarcio di futuro a questo sport.
 
{{Int|''[https://www.gazzetta.it/Formula-1/10-03-2021/formula-1-forghieri-ferrari-intervista-4001341879545_amp.shtml "So che dopo un anno nero arriva l'ora della riscossa"]''|Intervista di Andrea Cremonesi, ''gazzetta.it'', 9 marzo 2021.}}