Social network: differenze tra le versioni

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*Con i social abbiamo l'illusione che le nostre vite siano interessanti per gli altri. Siamo tutti diventati registi di questa splendida sceneggiatura che è la nostra vita e ci adoperiamo per renderla intrigante agli occhi del pubblico. Questo crea un meccanismo frustrante: quando scorri la bacheca di Instagram, pensi: "Ammazza oh, sono l'unica sfigata che le va tutto male?". Sembra infatti che il resto dell'umanità viva appassionanti relazioni d'amore, vacanze da sogno, per non parlare dei successi lavorativi... Tutti, tranne te. ([[Emanuela Fanelli]])
*Essere stato taggato sui social con [[Roberto Saviano|Roberto]] {{NDR|Saviano}} mi ha fatto capire cosa significhi ricevere insulti tutti i giorni, avere un corpo mediatico trafitto come quello di San Sebastiano: le frecce arrivano da tutte le parti. Non ci si può più limitare a prendere posizione solo una volta. E questo significa sporcarsi. Perché, se combatti nel fango, che tu vinca o perda alla fine qualche schizzo lo becchi comunque. ([[Sandro Veronesi]])
*{{NDR|«Per te personalmente qual è la sfida più grande?»}} Forse la ricerca di un'identità in una società in cui c'è praticamente l'obbligo di condividere pezzi di sé online. È complicato vivere nell'epoca dei social, ma al tempo stesso per le persone della mia età è normale, inevitabile, e se fai un lavoro artistico non utilizzarli può diventare controproducente. [...] Diciamo che cerco di essere il più possibile me stessa, il problema è che le nostre vite sono filtrate così tanto da queste piattaforme che a volte ti ritrovi a pensare di fare delle cose per condividerle più che per viverle, e questo mi turba. ([[Ditonellapiaga]])
*I social divulgano solo un sentimento: l'[[indignazione]]. [...] È l'impulso che meno mi appartiene e più mi interessa, inafferrabile come è. Ogni giorno, ci sono centinaia di cose al mondo per cui varrebbe la pena incazzarsi e nessuno è ancora riuscito a capire perché i social scelgano, sistematicamente, la cosa più cretina. E, quando la scelta cade su una cosa giusta, la mobilitazione collettiva fa leva sulle ragioni sbagliate. È una legge dei social. Uno spettacolo strepitoso, che fa spavento. {{NDR|«Perché?»}} Perché l'indignazione social segue la dinamica della folla [[Alessandro Manzoni|manzoniana]], è capace di tutto, per i più futili motivi. Addita una persona per una leggerezza, una sbavatura, una smorfia, oppure un malinteso. E non c'è niente con cui, chi è messo alla gogna, può difendersi. Osservare questo movimento è come spiare, periodicamente, l'[[inferno]]. ([[Nadia Terranova]])
*I social network, ad esempio, fanno sì che tu resti a casa nella tua stanzetta a comunicare apparentemente con tutti gli altri, ma in realtà internet non è un qualcosa di esterno da te. Quando spegni internet spegni anche te stesso, o quantomeno una parte di te stesso. Magari una proiezione ideale di te stesso. Tutto questo comporta una forte dipendenza fisica, psicologica e la creazione di una realtà parallela. ([[Daniele Luttazzi]])