Louis Bromfield: differenze tra le versioni

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Freddy84 (discussione | contributi)
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==''Mrs. Parkington''==
 
===[[Incipit]]===
Fuori la neve cadeva a fiocchi umidi e pesanti, cosicché il rumore del traffico di Park Avenue giungeva affievolito e lontano attraverso le cortine abbassate. La signora Parkington, seduta davanti allo specchio, con accanto mezza bottiglia di champagne, pensava com'era bello che quell'anno il Natale avesse l'aspetto di un vero Natale. Sicuramente l'indomani la neve non sarebbe stata altro che fanghiglia nerastra e le grosse macchine comprate da quell'arrogante presuntuoso del sindaco l'avrebbero raccolta per gettarla nel North River; purtuttavia, la semplice idea della neve dava una sensazione piacevole. Il solo vederla cadere in morbidi fiocchi bianchi attraverso l'alone luminoso dei lampioni nella strada dava un senso di gioia e di felicità.
 
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==''La Grande Pioggia'' (The Rains Came)==
 
===[[Incipit]]===
Era l'ora che Ramsome amava di più, quella in cui, seduto sulla veranda, sorseggiava il suo cognac e guardava la luce dorata del sole inondare i banani, la casa giallogrigia, le piante rampicanti scarlatte, prima che l'astro, con un tuffo improvviso, precipitasse sotto l'orizzonte, abbandonando l'intero paese alle tenebre. Era uno spettacolo prodigioso, quello, per lui, uomo nordico, abituato ai lunghi crepuscoli viola dell'Inghilterra settentrionale; era come se, improvvisamente, il mondo intero si arrestasse per un secondo e poi scivolasse rapido in un abisso di tenebre. Per Ramsome c'era sempre un'ombra di terrore primitivo nei tramonti indiani.
 
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==''Selvaggia Fiumana''==
===[[Incipit]]===
Girato l'angolo di Dauphine Street, il baccano della rissa si affievolì fino a perdersi completamente nelle tenebre silenziose, rotte di tanto in tanto da una lontana pistolettata o dall'urlo di una donnaccia schiamazzante. La strada per la quale egli camminava rasente al muro, nell'ombra delle case, era come un corridoio attraverso una città di morti, con porte e finestre sbarrate e un esile filo di luce là dove qualche creolo rispettabile e vendicativo, rimasto nella città devastata, vegliava in ascolto, cospirando forse contro gli invasori. L'eco dei suoi passi rimbalzava da un muro all'altro, clic-clac, clic-clac. Tom era un uomo alto, ben fatto e gli speroni dei suoi stivali militari mandavano un suono nitido e chiaro, come una pistolettata, ogni qual volta battevano sul selciato.