Ernesto Buonaiuti: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Ernesto Buonaiuti==
*Antifascista per i fascisti, anticattolico per i cattolici, anticomunista per i comunisti, Buonaiuti non poteva essere accettato nell'Italia di allora, né lo sarebbe in quella di oggi, sempre impegnata a considerare stravagante e nemico chiunque cerchi di vivere fuori dagli schieramenti, in un pensiero proprio. ([[Giordano Bruno Guerri]])
*Buonaiuti divenne uno degli esponenti più notevoli del Modernismo italiano, mettendosi in contrasto con le autorità ecclesiastiche che, nel 1921, lo scomunicarono, ribadendo la scomunica nel 1924 e nel 1926. Intorno a lui i cattolici fecero terra bruciata. Ebbe una vita difficile, dolorosa e morì nel 1946 senza riconciliarsi con la Chiesa ma proclamandosene sempre un figlio fedele. Fu certamente una delle figure più straordinarie tra gli intellettuali cattolici del ventesimo secolo, oggi ampiamente rivalutata. ([[Renzo Allegri]])
*Dal gennaio al giugno del 1901, [[Papa Giovanni XXIII|Roncalli]] e Buonaiuti vissero uno accanto all'altro, inseparabili come due fratelli siamesi. Buonaiuti, già erudito e consapevole del proprio valore, era assetato di conoscenze e trascorreva tutto il tempo libero a leggere. Era una mente vulcanica, aperto alle nuove teorie, affascinato dagli studi d'avanguardia, ma anche un animo ispirato, sognatore, mistico, ardente. Leggeva opuscoli legati al Modernismo, il movimento teologico guardato con sospetto dalle autorità ecclesiastiche e che alcuni anni più tardi sarebbe stato definitivamente e inesorabilmente sconfessato da Pio X con l'enciclica ''Pascendi''. ([[Renzo Allegri]])
*Dalle pagine della «Civiltà Cattolica», padre Rosa<ref>Enrico Rosa (1870–1938), gesuita, scrittore e giornalista italiano.</ref> non ristà dall'attaccare ogni scritto, ogni gesto di Ernesto Buonaiuti, la testa forte del movimento {{NDR|modernista}}, uno dei più begl'ingegni che abbia l'Italia, e che le circostanza avverse finiranno di stritolare, non consentendogli di lasciare una traccia che sia proporzionata alla forza del suo ingegno, alla dovizia di tutte le doti che formano i capi: fascino personale come pochissimi ebbero, l'eloquenza più calda ed affascinante, la bella prosa, l'ampissima cultura: quegli che, ove nel 1903 fosse asceso sul soglio pontificio un continuatore di [[Papa Leone XIII|Leone XIII]], avrebbe anche potuto essere il [[John Henry Newman|Newman]] dell'Italia. ([[Arturo Carlo Jemolo]])