Julius Evola: differenze tra le versioni

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*È stato denunciato più di una volta il carattere di decadenza che il moralismo presenta di fronte ad ogni superiore forma di legge e di vita. In realtà, affinché un "ordine" abbia valore, esso non deve significare né routine né spersonalizzante meccanicizzazione. Bisogna che esistano delle forze originariamente indomite, le quali conservino in una qualche maniera e misura questa loro natura anche presso la più rigida aderenza ad una disciplina. (da [https://www.centrostudilaruna.it/la-famiglia-quale-unita-eroica.html "''La famiglia quale unità eroica", «''Fedeltà Monarchica», Anno X, n.3, aprile 1970])
*Dove il fascismo presentò un carattere «totalitario» devesi dunque pensare ad una deviazione dalla sua esigenza più profonda e valida. In effetti, Mussolini ha potuto parlare dello Stato come di «un sistema di gerarchie» – gerarchie che «debbono avere un'anima» e culminare in una élite: ideale, che evidentemente è diverso da quello totalitario. [...] Del resto, ci si potrebbe riferire allo stesso simbolo del FASCIO LITTORIO, da cui il movimento di rivoluzione antidemocratica e antimarxista delle Camicie Nere trasse il suo nome e che, secondo una frase di Mussolini, doveva significare «unità, volontà e disciplina». Infatti il fascio si compone di verghe distinte unite intorno ad un'ascia centrale la quale, secondo un simbolismo arcaico comune a molte antiche tradizioni, esprime la potenza dall'alto, il puro principio dell'imperio. Si ha dunque unità e, insieme, molteplicità, organicamente unite e in sinergia, in visibile corrispondenza con le idee poco sopra accennate. (da [https://books.google.it/books?id=vJLLCQAAQBAJ&pg=PA51&dq=Dove+il+fascismo+present%C3%B2+un+carattere+%C2%ABtotalitario%C2%BB+devesi+dunque+pensare+ad+una+deviazione+dalla+sua+esigenza+pi%C3%B9+profonda+e+valida.+In+effetti,+Mussolini+ha+potuto+parlare+dello+Stato+come+di+%C2%ABun&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiu2bG-4ZP2AhULQ_EDHRUSBc0Q6AF6BAgIEAM#v=onepage&q=Dove%20il%20fascismo%20present%C3%B2%20un%20carattere%20%C2%ABtotalitario%C2%BB%20devesi%20dunque%20pensare%20ad%20una%20deviazione%20dalla%20sua%20esigenza%20pi%C3%B9%20profonda%20e%20valida.%20In%20effetti%2C%20Mussolini%20ha%20potuto%20parlare%20dello%20Stato%20come%20di%20%C2%ABun&f=false ''Fascismo e Terzo Reich'', Edizioni Mediterranee, Roma 2013, p. 51])
*Non vi è dove evadere, dove scartare, dove indietreggiare. Bisogna invece intensificare la violenza e la velocità dei processi nei quali si è presi. Ed è allora bene presentire che dietro alla immane dinamica di questi tempi si cela un centro invisibile. (da [https://books.google.it/books?id=TG01mRPlxggC&pg=PA137&lpg=PA137&dq=Non+vi+%C3%A8+dove+evadere,+dove+scartare,+dove+indietreggiare.+Bisogna+invece+intensificare+la+violenza+e+la&source=bl&ots=iZta6Ej7sN&sig=ACfU3U0nFvf4qoYsXjaa2n6gg9y7G946-g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiMt5uA4pP2AhXjSvEDHeNYCpEQ6AF6BAgIEAI#v=onepage&q=Non%20vi%20%C3%A8%20dove%20evadere%2C%20dove%20scartare%2C%20dove%20indietreggiare.%20Bisogna%20invece%20intensificare%20la%20violenza%20e%20la&f=false ''L' operaio nel pensiero di Ernst Jünger'', Edizioni Mediterranee, Roma 1998, p. 137])
*[ [[Benito Mussolini|Mussolini]] ] aveva un'autentica paura per gli iettatori di cui vietava si pronunciasse il nome in suo cospetto. (da ''Il cammino del cinabro'', citato in: Marcello Veneziani, ''Imperdonabili'', Venezia, 2017, ISBN 978-88-317-2858-4, p. 179)
*'''[Dalla dichiarazione di Evola durante il processo del 1951]''' In realtà, le idee che ho difeso e che difendo, da uomo indipendente (…) non sono da dirsi «fasciste» bensì tradizionali e controrivoluzionarie. (…) io nego tutto ciò che, direttamente o indirettamente, deriva dalla Rivoluzione francese, a ciò contrapponendo il Mondo della Tradizione. (...) I miei principi sono solo quelli che prima della Rivoluzione francese ogni persona ben nata considerava sani e normali. (da [https://books.google.it/books?id=a5DLCQAAQBAJ&pg=PA43&dq=In+realt%C3%A0,+le+idee+che+ho+difeso+e+che+difendo,+da+uomo+indipendente+(%E2%80%A6)+non+sono+da+dirsi+%C2%ABfasciste%C2%BB&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjdxbrC4pP2AhWHgP0HHQXaCd0Q6AF6BAgKEAM#v=onepage&q=In%20realt%C3%A0%2C%20le%20idee%20che%20ho%20difeso%20e%20che%20difendo%2C%20da%20uomo%20indipendente%20(%E2%80%A6)%20non%20sono%20da%20dirsi%20%C2%ABfasciste%C2%BB&f=false ''Gli Uomini e le Rovine,'' Edizioni Mediterranee, Roma 2013, p. 43])
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*[...] non crediamo di sbagliarci dicendo che il significato più profondo dello [[sci]] è il seguente: la sensazione istintiva di paura fisica, col moto riflesso di un trarsi indietro o di aggrapparsi a qualcosa, che sorge nell'istante del cadere, viene vinta e trasformata in una sensazione di ebrezza, di piacere, e sviluppata nell'impulso a andare ancor più veloci e a giuocare in ogni modo con la velocità e l'accelerazione che ai corpi imprime la forza di gravità. Così lo sci, sotto questo aspetto, vorremmo proprio definirlo come ''una tecnica, un giuoco e una ebrezza della caduta''. Praticando questo sport si sviluppa di certo una forma di audacia o intrepidezza fisica, ma è una forma tutta speciale, ben distinta dall'audacia dell'alpinista, anzi ad essa opposta come significato: è una forma, diciamolo pure, «moderna». (da ''Psicanalisi dello sci'', p. 61)
*I ritmi accelerandosi, l'«umanismo» doveva percorrere la via che, volendo usare i simboli dianzi ricordati, da Prometeo conduce a Epimeteo. Il mondo moderno che sta prendendo forma non conosce il Prometeo liberato in senso positivo, cioè il Prometeo liberato attraverso Eracle (anticamente Eracle stette a significare l'uomo, l'eroe, che ha fatto l'altra scelta, quella di essere un alleato delle forze olimpiche). Esso conosce il Prometeo al quale sono state tolte le catene e che è stato lasciato libero di andare per la sua via affinché si glori della sua miseria e della tragedia di una esistenza soltanto umana – o, per dir meglio, dell'esistenza considerata da uno sguardo soltanto umano – giungendo al punto in cui, avendo finito col perdere il gusto per questa specie di autosadismo della sua «grandezza tragica», si tuffi nell'esistenza ottusa propria all'umanità epimeteica la quale in mezzo allo splendido, titanico spettacolo di tutte le umane conquiste dei tempi ultimi, conosce soltanto le discipline proprie agli animali da lavoro e la {{sic|demonìa}} dell'economia. La formula usata da una nota ideologia è appunto l'«umanismo integrale» come «umanismo del lavoro», quale «senso della Storia». Il Ciclo si chiude. (da ''Il riso degli dèi'', p. 95)
 
==''L'"Operaio" nel pensiero di Ernst Jünger''==
*Lo Jünger vede bene le distruzioni che l'elemento meccanicistico e tecnico realizza. Ma ciò per lui costituisce solo l'aspetto contingente di un fenomeno assai più vasto e, in ultima istanza, positivo. [...] Allora si paleserà anche la legittimità della rivoluzione da essi provocata. Allora la tecnica, con tutte le sue conquiste, apparirà come un’armatura per insospettate rivolte e insospettate lotte, da avere non meno cara di quel che l'antico cavaliere ebbe la sua spada. (p. 134)
*Gli uomini sono nuovamente tipici e importanti là dove essi, per l'assenza di complicazioni intellettuali o sentimentali, meno credevano di esserlo: nella vita reale, nelle strade e nelle piazze, nelle case e nei cortili, sugli aeroplani o nelle ferrovie sotterranee, dove si lavora. (p. 135)
*Non vi è dove evadere, dove scartare, dove indietreggiare. Bisogna invece intensificare la violenza e la velocità dei processi nei quali si è presi. Ed è allora bene presentire che dietro alla immane dinamica di questi tempi si cela un centro invisibile. (da [https://books.google.it/books?id=TG01mRPlxggC&pg=PA137&lpg=PA137&dq=Non+vi+%C3%A8+dove+evadere,+dove+scartare,+dove+indietreggiare.+Bisogna+invece+intensificare+la+violenza+e+la&source=bl&ots=iZta6Ej7sN&sig=ACfU3U0nFvf4qoYsXjaa2n6gg9y7G946-g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiMt5uA4pP2AhXjSvEDHeNYCpEQ6AF6BAgIEAI#v=onepage&q=Non%20vi%20%C3%A8%20dove%20evadere%2C%20dove%20scartare%2C%20dove%20indietreggiare.%20Bisogna%20invece%20intensificare%20la%20violenza%20e%20la&f=false ''L' operaio nel pensiero di Ernst Jünger'', Edizioni Mediterranee, Roma 1998, p. 137])
 
==''Orientamenti''==
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*Julius Evola, ''[https://books.google.it/books?id=HTagCgAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT57&dq=&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Imperialismo pagano]'', saggio introduttivo di Claudio Bonvecchio, Edizioni Mediterranee, Roma, 2015. ISBN 9788827223208
*Julius Evola, ''[https://books.google.it/books?id=HTGVODCfBzIC&lpg=PA60&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false L'arco e la clava]'', saggio introduttivo di [[Giorgio Galli]], Edizioni Mediterranee, Roma, 1995. ISBN 88-272-1087-3
*Julius Evola, ''L'"Operaio" nel pensiero di Ernst Jünger'', a cura di Gianfranco de Turris, Edizioni Mediterranee, Roma, 1998. ISBN 8827212248
*Julius Evola, ''La Metafisica del sesso'', Edizioni Mediterranee, 1994.
*Julius Evola, ''La tradizione ermetica'', Edizioni Mediterranee, 1996.