Catarsi: differenze tra le versioni

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Varu1971 (discussione | contributi)
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*Il mio lavoro con pazienti affetti da malattie nervose in genere ebbe un esito ulteriore: il mutamento della tecnica catartica. Abbandonai l'ipnosi e cercai di sostituirla con un altro metodo nell'intento di andar oltre il trattamento riservato alle forme morbose di tipo isterico; tra l'altro, man mano che la mia esperienza si arricchiva ogni giorno di nuovi elementi, sorsero in me gravi dubbi relativi all'impiego dell'ipnosi nella stessa catarsi. ([[Sigmund Freud]])
*Esistono due definizioni del termine. Aristotele nella “Poetica” descrive la Catarsi come l’effetto purificatore di un’opera sul pubblico. Al contrario per J. L. Moreno, padre dello psicodramma, la Catarsi consiste nell’azione di chiunque metta in scena la sua vita diventando attore-autore di se stesso. Così Moreno introduce nel mondo del teatro e della psicoterapia un nuovo ruolo professionale, quello di registi terapeutici un po’ medici e un po’ sacerdoti che, anziché esprimere le loro opere, si dedicano a un tipo di teatro che cura le persone. Moreno, medico olistico dell’anima, non si ritiene un inventore ma uno scopritore: da sempre la Psico-Catarsi è correlata alla Spontaneità mentre l’attore professionista potrebbe soffrire di una “nevrosi istrionica” che gli impedisce di trovare il vero senso della sua vita. Occorre sottolineare che la Catarsi in psicoplay non si limita allo sfogo della sofferenza e va oltre l’abreazione dei sentimenti repressi ma culmina nella creazione di nuovi immagini e incontri che liberano l’esistenza del paziente. Il soggetto protagonista del gioco, con l’aiuto del gruppo, esce dal vecchio contesto che lo imprigiona ed entra in un mondo più libero e ampio. Così egli assume nuovi ruoli e impara a trasformare la sua rete di rapporti. In sintesi, la catarsi inizia nel momento in cui il paziente mette in scena i suoi ‘personaggi in cerca d’autore’ e culmina nel momento in cui opera la svolta cruciale del suo destino (''peripeteia'').([[Ottavio Rosati]])
*Invece della redenzione attraverso il progresso, la narrazione tragica offre ciò che Nietzsche ha chiamato il dramma dell'eterno ritorno. Come si è ormai capito, non esisteva alcun modo per «andare oltre» la storia dell'Olocausto. Esisteva solo la possibilità di ritornarvi: non trascendenza ma catarsi. ([[Jeffrey Alexander]])
*Una delle cose che più amo della letteratura speculativa è il fatto che sia aperta a nuove possibilità, cioè non si limita semplicemente ad accettare dei dati di fatto. Nei normali romanzi [...] nulla cambia. Alla fine c'è una sorta di catarsi e anche di indulgenza. Ma non è sufficiente, perché dovremmo invece essere in grado di cambiare il nostro modo di essere, cioè riuscire ad andare al di là di questo genere di cose. ([[Sheri S. Tepper]])