Attentati dell'11 settembre 2001: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 13:
*Eravamo basiti, incollati allo schermo, come tutti. Le immagini parlavano da sole, sconvolgenti, abbiamo ancora davanti agli occhi il terribile schianto dei due aerei sulle Torri Gemelle. Furono momenti di sgomento, ma noi dovevamo anche pensare che di lì a poco ci saremmo trovati di fronte il Real... E invece arrivammo allo stadio discutendo solo delle notizie che provenivano da New York. ([[Vincenzo Montella]])
*Ero a casa, la mia casa è nel centro di Manhattan, e verso le 9 ho avuto la sensazione d'un pericolo che forse non mi avrebbe toccato ma che certo mi riguardava. Sai, la sensazione che si prova alla guerra, anzi in combattimento, quando con ogni poro della pelle senti la pallottola o il razzo che arriva, e tendi le orecchie e gridi a chi ti sta accanto: «Down! Get down! Giù! Buttati giù». L'ho respinta. Non ero mica in Vietnam, mi son detta. Non ero mica in una delle tante e fottutissime guerre che sin dalla Seconda Guerra Mondiale hanno seviziato la mia vita! Ero a [[New York]], perbacco, in un meraviglioso mattino di settembre. L'11 settembre 2001. ([[Oriana Fallaci]])
*Ero davvero convinto che quella tragedia ci avrebbe resi una potenza migliore, che avremmo esercitato la nostra leadership in un modo nuovo, invece invademmo l’Iraq, per me un errore epocale. ([[Lawrence Wright]])
*Ero senza dubbio rattristato quel giorno, non solo da un punto di vista patriottico, ma anche umanitario. Mi chiesi: perché certe persone fanno questo ad altre persone? Questo è davvero troppo. Sono sicuro che l'America è parzialmente responsabile di ciò che è accaduto, così come sono sicuro che altre persone molto potenti in altri luoghi del mondo siano responsabili. È stato un giorno molto triste per il pianeta Terra, per tutti quanti, e lo è ancora. ([[Anthony Kiedis]])
*– Ground Zero... Quindi questo è il posto dove il primo uomo ha contratto l'H1N1.<ref>Nel doppiaggio originale viene citato l'[[AIDS]].</ref><br>– Peter, è il luogo dell'attacco terroristico dell'11 settembre!<br>– Allora è stato [[Saddam Hussein]] a farlo?<br>– No.<br>– L'esercito iracheno?<br>– No.<br>– Qualcuno dall'Iraq?<br>– No.<br>– Un'anziana signora che era stata in vacanza in Iraq?<br>– No. L'Iraq non ha niente a che fare con questo. Sono stati un pugno di arabi, libanesi ed egiziani finanziati da un arabo che viveva in Afghanistan ed era protetto dai pakistani.<br>– Allora mi stai dicendo che dobbiamo invadere l'Iran. (''[[I Griffin]]'')
Line 50 ⟶ 49:
*Dobbiamo cercare di capire il nostro comportamento, che ci ha portato a ignorare la minaccia esistente e a non indagare su ciò che stava succedendo nel mondo. È stato un fallimento non solo dell'intelligence, ma anche del giornalismo. E, dopo, l'America ferita, colpita nel suo dolore, ha capito poco di un mondo che voleva rendere più democratico, più simile a sé stessa: è difficile cambiare le persone che non vogliono essere cambiate. Forse è una lezione che possiamo imparare.
*Dopo l'11 settembre sono stati i giornalisti a capire quello che era successo, andando sul campo e parlando con le persone, facendo ciò che l'intelligence non fa. È la nostra missione: andare e parlare con le persone coinvolte. Senza questo lavoro non ci sarebbe stata alcuna comprensione di Al Qaeda e dell'11 settembre. E così con il Covid.
*Ero davvero convinto che quella tragedia ci avrebbe resi una potenza migliore, che avremmo esercitato la nostra leadership in un modo nuovo, invece invademmo l’Iraq, per me un errore epocale. ([[Lawrence Wright]])
*L'11 settembre ha cambiato la nostra società, e quello che mi preoccupa di più è che i giovani non ricordino come fosse la vita prima, prima dello Stato di sicurezza creato in America dopo gli attentati, quando non avevamo bisogno di tutte queste precauzioni. C'era un senso di libertà, e anche di innocenza, che si è perso completamente. E ho paura che sarà dimenticato.