Eugenio Checchi: differenze tra le versioni

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Verdi deputato
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*Temistocle Solera fu raccontatore piacevolissimo: e delle sue avventure in Spagna, dove seppe entrare in grazia alla regina Isabella, e delle sue gesta in Egitto come riformatore del servizio di polizia del vice-reame, si potrebbe scriverne un libro. Mi diceva che, non so più per qual servigio reso alla corte di Spagna, ebbe una certa volta in regalo dalla regina una splendida sottoveste, e invece di bottoni c'erano brillanti. Tornato in Italia, alla prima difficoltà finanziaria capitatagli staccò dalla sottoveste un bottone, e solleticato dal buon successo, di lì a pochi mesi non c'era rimasto più che gli occhielli. (cap. IV, p. 53)
 
*Alla Camera {{NDR|Verdi}} sedette sempre vicino al [[Quintino Sella|Sella]], del quale pregiava moltissimo il carattere e l'ingegno. E mentre nelle uggiose dispute parolaie della Camera, giovanilmente linguacciuta, il Sella ingannava il tempo a fare dei bizzarri geroglifici di matematica, Giuseppe Verdi si divertiva a mettere in musica, su carta che lì per li rigava da sé, alcune frasi melense di onorevoli, ma specialmente qualche vivace interruzione. L'opera postuma del Meyerbeer<ref>[[Giacomo Meyerbeer]].</ref>, l<nowiki>'</nowiki>''{{sic|Affricana}}'' non era conosciuta ancora: onde il Verdi, senza saperlo, fu plagiario del maestro tedesco, perché più d'una volta, sul banco suo di deputato, musicò la frase corale ''Ai voti! ai voti!'' che la Camera ripete sempre così volentieri, e che il Meyerbeer espresse nel primo atto dell'''Affricana'' con una così felice trovata. (cap. XI, p. 197)
 
==Bibliografia==