Giordano Bruno/Citazioni su Giordano Bruno: differenze tra le versioni

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*Ma la concordanza di Bruno con [[Parmenide]] è insieme concordanza con [[Eraclito]], per il quale, ricorda Bruno, tutte le cose sono Uno. Proprio mentre l'''epistéme''<ref>Vedi [[w:episteme|episteme]].</ref> sta per abandonare la fiducia nella capacità immediata del pensiero di cogliere il senso più profondo della verità, quella fiducia trova nella filosofia di Bruno una della sue espressioni più potenti e grandiose. ([[Emanuele Severino]])
*Ma nella fine di questo secolo discreditarono questa onorata impresa due Frati Domenicani, li quali non tenendo né legge né misura, ed oltrepassando le giuste mete [...] così posero in discredito coloro che volevano allontanarsene. Questi furono i famosi Giordano Bruno da Nola, e Tommaso Campanella di Stilo. ([[Pietro Giannone]])
*Ma quella di Giordano non era scienza né dì osservazioni né d'esperienze: era una metafisica strana e dai filosofi di miglior senno repudiata: era una ipotesi, della quale ora si ridono piacevolmente gli stessi fanciulli. Dove son dunque i meriti del proclamato precursore del metodo sperimentale, o quali sono i prestigi che hanno affascinati tanti suoi ammiratori? Di questi prestigi uno è senza dubbio l'aureola, come dicono, del martirio, e l'altro è l'esempio dato dall'ardente Nolano della rivolta contro ogni autorità sacra e profana, cosa che va tanto a genio de' settari di lui, ma il più affascinatore è il buio delle filosofiche speculazioni. È una grand'arte, a sedur certi ingegni com'usano sventuratamente oggidì fra noi, quella di saper dir cose che nessuno intende, o che ciascuno può intendere a suo modo e ritrovarci il suo; arte dalla quale dipende così la fortuna incontrata da Giordano Bruno, come quella incontrata da tanti sistemi di Filosofia e da tanti libri di letteratura, specialmente tedesca. ([[Raffaello Caverni]])
*Mio caro signor dottore, queste poesie di Giordano Bruno sono un regalo di cui le sono grato con tutto il cuore. Mi sono permesso di appropriarmele come se le avessi scritte io e per me – e le ho prese come gocce corroboranti. Se lei sapesse quanto raramente mi viene ancora qualcosa di corroborante dall'esterno. ([[Friedrich Nietzsche]])
*Nessuna meraviglia che un uomo come Giordano Bruno corredi questo mondo della spazialità infinita, sottratto in certo modo alla onnipotenza divina, e pure completamente misurabile, di una sublimità quasi religiosa e che gli attribuisca, «accanto all'estensione infinita del χενόν democriteo, l'infinita dinamica dell'anima del mondo neoplatonica».<ref>{{NDR|Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione}} L. Olschki, ''op. cit.''; a questo proposito anche Jonas Cohn, ''Das Unendlichkeitsproblem'', 1896. È particolarmente interessante il modo in cui Bruno, per poter fondare il suo concetto dello spazio infinito anche sull'«Autorità» degli antichi, contro la concezione scolastico-aristotelica, si rifà consapevolmente ai frammenti dei presocratici, e in particolare alle dotrine di [[Democrito]]: in certo modo – ed è un fatto sintomatico per tutto il movimento rinascimentale – egli si vale di una Antichità contro un'altra; il risultato è un terzo termine, appunto la specifica «modernità». L'opposto della bella definizione bruniana dello spazio come «quantitas continua, physica triplici dimensione constans» è la personificazione medioevale (ad esempio, nel Duomo di Parma) delle quattro dimensioni (parallele ai quattro evangelisti, ai quattro fiumi del paradiso, ai quattro elementi, ecc.).</ref> Nonostante l'afflato mistico, questa concezione dello spazio è già quella che più tardi verrà razionalizzata da [[Cartesio]] e formalizzata nella teoria [[Immanuel Kant|Kantiana]]. ([[Erwin Panofsky]])