Pierre Haski: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 58:
*Inevitabilmente viene da pensare [...] a quello che è accaduto cinque secoli fa, quando i colonizzatori europei arrivarono nel continente americano portando con sé malattie contro le quali le popolazioni native non avevano alcuna difesa immunitaria. All’epoca gli indigeni dell’America meridionale e settentrionale furono decimati da vaiolo, influenza e tifo.
*In Brasile, dove l’attuale epidemia di covid-19 ha già fatto più di seimila vittime, la posizione di Jair Bolsonaro fa molto discutere. Il presidente, infatti, sminuisce la minaccia del virus e si oppone all’azione dei governatori che hanno imposto l’isolamento nelle principali regioni del paese.
 
{{Int|Da ''L’estrema destra guida la protesta contro le misure di distanziamento''|Sulla [[disinformazione sul SARS-CoV-2]], tradotto in [https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2020/05/14/proteste-isolamento-estrema-destra ''Internazionale.it''], 14 maggio 2020.}}
*In diversi paesi le proteste contro l'isolamento e le restrizioni coinvolgono decine e a volte centinaia di persone, spesso troppo numerose rispetto ai limiti imposti nei luoghi pubblici e ancora più spesso sprezzanti di qualsiasi distanza di sicurezza.
*Oggi in tutto il mondo si contano più di quattro milioni di malati e circa trecentomila decessi dovuti al covid-19. Non accettare queste cifre è ormai inammissibile. I manifestanti, però, trovano le loro motivazioni in un mix di strumentalizzazioni politiche, teorie complottiste e in un individualismo ostinato che non intende rispettare le istruzioni dello stato.
*A quanto pare durante la pandemia la disinformazione e la manipolazione sono più attive che mai, nonostante sia in gioco la salute di tutti noi.
 
{{Int|Da ''La deriva del populista Bolsonaro, dalle smentite al contagio''|Sulla [[pandemia di COVID-19 in Brasile]], tradotto in [https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2020/07/08/bolsonaro-smentite-contagio ''Internazionale.it''], 8 luglio 2020.}}
Line 64 ⟶ 69:
*Se la sanità pubblica è un ambito chiaramente politico, i populisti hanno perso l’occasione di mostrare la loro competenza. Il caso di Bolsonaro è sicuramente il più emblematico.
 
{{Int|Da ''La sconfittasorte dell’Armeniadegli ribaltauiguri gliè equilibricruciale nelper Caucasoi rapporti tra Cina e occidente''|SullaSul [[guerragenocidio nell'Artsakhculturale deldegli 2020uiguri]], tradotto in [https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2020/1107/1108/nagorno-karabakhbolsonaro-armeniasmentite-sconfittacontagio ''Internazionale.it''], 1118 novembresettembre 2020.}}
*Fino a poco tempo fa gli [[uiguri]] dello Xinjiang, regione della Cina occidentale, erano poco conosciuti fuori dalla cerchia degli esperti. Oggi questa minoranza musulmana e turcofona è diventata il simbolo della repressione messa in atto dal regime di Pechino, e di conseguenza un tema cruciale della politica internazionale.
*Il governo di Xi Jinping si è lanciato in una campagna di "sinizzazione" delle religioni, mirata non solo contro l'islam ma anche contro il cristianesimo e il buddismo tibetano. Nelle aree popolate dagli uiguri – ma anche dagli hui, altra minoranza musulmana del paese – le moschee sono state rase al suolo perché considerate l’espressione di un'architettura troppo mediorientale. Io stesso ho potuto vedere l'anno scorso a Yinchuan, capoluogo della regione hui del Ningxia, caratteri arabi recentemente coperti nelle insegne dei ristoranti halal. Non molto tempo fa un’altra minoranza, quella dei mongoli, è stata repressa dopo una serie di proteste contro il divieto di insegnare la lingua locale nella Mongolia interna.
*Un tempo i circa dodici milioni di uiguri rappresentavano la maggioranza nella regione, ma sono ormai diventati minoritari a causa dell’afflusso (incoraggiato) di contadini poveri dal resto della Cina, esponenti della popolazione dominante nel paese, gli han. I leader cinesi non amano la parola "colonizzazione", ma è sostanzialmente ciò che sta accadendo.
 
{{Int|Da ''La sconfitta dell’Armenia ribalta gli equilibri nel Caucaso''|Sulla [[guerra nell'Artsakh del 2020]], tradotto in [https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2020/09/18/uiguri-cina-occidente-diritti ''Internazionale.it''], 11 novembre 2020.}}
*La guerra è stata scatenata dall'Azerbaigian per mettere fine al "conflitto congelato" sul Nagorno Karabakh, territorio situato all'interno del paese ma popolato da armeni. Da trent’anni la situazione era ormai bloccata, in seguito a una guerra vinta dall'Armenia. Ma oggi il rapporto di forze è cambiato: l'Azerbaigian, forte delle ricchezze derivate dagli idrocarburi e di una popolazione tre volte più numerosa di quella armena, ha modernizzato il suo esercito e si è imposto sul campo. Le armi moderne in possesso degli azeri sono state fornite dalla Turchia, ma anche da Israele. E hanno fatto la differenza.
*La vicenda ha suscitato la collera della popolazione armena, che si sente tradita e considera vane le migliaia di vittime del conflitto. Ma queste reazioni emotive ignorano il fatto che l'alternativa era portare avanti una guerra impossibile.