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==[[Incipit]]==
[[Immagine:Wijnen, Dominicus van - Allegory of the Creation of the Cosmos - 17th c.jpg|thumb|left|Dominicus van Wijnen, allegoria''Allegoria della creazione del mondo'' (D. van Wijnen, XVII sec.)]]
 
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*Al tempo di Amrafel re di Sennaar, di Arioch re di Ellasar, di [[Chedorlaomer]] re dell'[[Elam]] e di Tideal re di Goim, costoro mossero guerra contro [[Bera (Bibbia)|Bera]] re di [[Sodoma|Sòdoma]], Birsa re di Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Zeboim, e contro il re di Bela, cioè [[Zoar (Bibbia)|Zoar]]. Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddim, cioè il Mar Morto. Per dodici anni essi erano stati sottomessi a Chedorlaomer, ma il tredicesimo anno si erano ribellati. Nell'anno quattordicesimo arrivarono Chedorlaomer e i re che erano con lui e sconfissero i Refaim ad Astarot-Karnaim, gli Zuzim ad Am, gli Emim a Save-Kiriataim e gli Hurriti sulle montagne di Seir fino a El-Paran, che è presso il deserto. (14, 1 – 6)
*Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma {{NDR|[[Bera (Bibbia)|Bera]]}} gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. Intanto [[Melchisedec|Melchisedek]], re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: "''Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, | creatore del cielo e della terra, | e benedetto sia il Dio altissimo, | che ti ha messo in mano i tuoi nemici''". Abram gli diede la decima di tutto. Poi il re di Sòdoma disse ad Abram: "Dammi le persone; i beni prendili per te". Ma Abram disse al re di Sòdoma: "Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra: né un filo, né un legaccio di sandalo, niente io prenderò di ciò che è tuo; non potrai dire: io ho arricchito Abram". (14, 17 – 23)
*Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata [[Agar]], Sarai disse ad Abram: "Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli". Abram ascoltò la voce di Sarai. Così [...] Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua schiava e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei. Allora Sarai disse ad Abram: "L'offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!". Abram disse a Sarai: "Ecco, la tua schiava è in tuo potere: falle ciò che ti pare". Sarai allora la maltrattò tanto che quella si allontanò. La trovò l'angelo del Signore [...] e le disse: "[...] Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa. [...] Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine". (16, 1 – 10)
*Soggiunse poi l'angelo del Signore {{NDR|ad [[Agar]]}}: "''Ecco, sei incinta: | partorirai un figlio | e lo chiamerai [[Ismaele]], | perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione. | Egli sarà come un [[Onagro|ònagro]]; | la sua mano sarà contro tutti | e la mano di tutti contro di lui | e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli''". (16, 11 – 12)
*''Non ti chiamerai più Abram | ma ti chiamerai Abraham | perché padre di una moltitudine | di popoli ti renderò.'' (17, 5)
*Dio aggiunse ad Abramo: "Quanto a [[Sara (Bibbia)|Sarai]] tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei". Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: "Ad uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all'età di novanta anni potrà partorire?". Abramo disse a Dio: "Se almeno [[Ismaele]] potesse vivere davanti a te!". E Dio disse: "No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai [[Isacco]]. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione. Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l'anno venturo". (17, 15 – 21)
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*Siccome Abramo aveva detto della moglie [[Sara (Bibbia)|Sara]]: "È mia sorella", [[Abimelech (re di Gerar)|Abimèlech]], re di Gerar, mandò a prendere Sara. Ma Dio venne da Abimèlech di notte, in sogno, e gli disse: "Ecco stai per morire a causa della donna che tu hai presa; essa appartiene a suo marito". [...] Abimèlech chiamò Abramo e gli disse: "Che ci hai fatto? E che colpa ho commesso contro di te, perché tu abbia esposto me e il mio regno ad un peccato tanto grande? Tu hai fatto a mio riguardo azioni che non si fanno". [...] Rispose Abramo: "Io mi sono detto: certo non vi sarà timor di Dio in questo luogo e mi uccideranno a causa di mia moglie. Inoltre essa è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed è divenuta mia moglie. Allora, quando Dio mi ha fatto errare lungi dalla casa di mio padre, io le dissi: Questo è il favore che tu mi farai: in ogni luogo dove noi arriveremo dirai di me: è mio fratello". (20, 2 – 13)
*Abramo aveva cento anni, quando gli nacque il figlio Isacco. Allora Sara disse: "Motivo di lieto riso mi ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà di me!". Poi disse: "Chi avrebbe mai detto ad Abramo: Sara deve allattare figli! Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!". Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando Isacco fu svezzato. (21, 5 – 8)
[[File:Expulsion of Ishmael and His Mother.png|thumb|''L'espulsione di Ismaele e di sua madre'' ([[Gustave Doré]], 1866)]]
*Ma Sara vide che il figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: "Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco". La cosa dispiacque molto ad Abramo per riguardo a suo figlio. Ma Dio disse ad Abramo: "Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perché è tua prole". Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. (21, 9 – 14)
[[File:Francesco Cozza 001.jpg|thumb|upright=1.4|''Agar e Ismaele nel deserto'' (F. Cozza, 1665)]]
*Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: "Non voglio veder morire il fanciullo!". Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse. Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: "Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione". Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco. Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie del paese d'Egitto. (21, 14 – 21)
*In quel tempo [[Abimelech (re di Gerar)|Abimèlech]] con Picol, capo del suo esercito, disse ad Abramo: "Dio è con te in quanto fai. Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai né me né i miei figli né i miei discendenti: come io ho agito amichevolmente con te, così tu agirai con me e con il paese nel quale sei forestiero". (21, 22 – 23)
*Allora Abramo prese alcuni capi del gregge e dell'armento, li diede ad Abimèlech: tra loro due conclusero un'alleanza. Poi Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge. Abimèlech disse ad Abramo: "Che significano quelle sette agnelle che hai messe in disparte?". Rispose: "Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perché ciò mi valga di testimonianza che io ho scavato questo pozzo". Per questo quel luogo si chiamò [[Be'er Sheva|Bersabea]], perché là fecero giuramento tutti e due. E dopo che ebbero concluso l'alleanza a Bersabea, Abimèlech si alzò con Picol, capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei [[Filistei]]. Abramo piantò un tamerice in Bersabea, e lì invocò il nome del Signore, Dio dell'eternità. (21, 27 – 33)