Enrico Nencioni: differenze tra le versioni

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*Vi è in Roma focolare e alimento per tutte le gradazioni e i caratteri della devozione cristiana: dalla primitiva e severa fede degli apostoli e dei martiri, dall'ascetismo ardente e visionario del medio-evo, alle regolate e disciplinate devozioni degli ''Exercitia'', e alle tenerezze mistiche della ''Filotea''. La fede di Châteaubriand e quella del ''ciociaro'' vi sono egualmente appagate: a breve distanza, possono qui inginocchiarsi il puritano e il gesuita: chiunque s'inchina alla Croce, ha in Roma una patria. Aggiungete, che il rituale cattolico qui dispiegato in tutta la sua immensa varietà e in tutta la sua pittoresca magnificenza, tocca il cuore del credente, e colpisce l'occhio dell'artista. Dalla messa cantata nella ''Sistina'', alla tragica tumulazione di un cappuccino, che galleria di quadri viventi offre la Roma cattolica! (p. 196)
 
*Una vivente espressione della Roma ''divota'' io l'ebbi, venti anni fa, in una visita che feci allo studio del pittore [[Friedrich Overbeck|Overbeck]]. Disegnava quel giorno un cartone di soggetto evangelico – la vocazione di San Matteo. Non scorderò mai quella figura tedesca, severa ed ascetica; in perfetta armonia con le linee un po' dure, ma caste e spirituali dei suoi disegni. Mi parve un Santo di {{sic|Alberto Durero}}<ref>[[Albrecht Dürer]].</ref>, o della vecchia scuola senese. Egli ci illustrò il suo cartone in tono quasi compunto, ma nobile nell'accento e nel gesto. Aveva un lungo soprabito nero, i capelli lunghi raccolti dietro le orecchie sotto una papalina di velluto. I suoi occhi verdi-grigi mi rammentaron quelli di San Luca di Velasquez. Fu gentile con tutti i numerosi visitatori: ma in special modo con un povero cappuccino che pareva proprio mortificato di tanto onore.... e che non sapendo come corrispondervi in miglior modo, offrì al pio artista una presa di tabacco. Overbeck accettò, e gli sorrise con un sorriso fine di prete e d'artista – degno di esser notato da Sterne. (pp. 197-198)
 
==Note==