Mauro Forghieri: differenze tra le versioni

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{{Int2|''[https://www.automoto.it/news/mauro-forghieri-ferrari-f1-e-non-solo-prima-parte.html Mauro Forghieri, Ferrari F1 e non solo]''|Intervista di Claudio Pavanello, ''Automoto.it'', 3 maggio 2013.}}
[[File:1965-07-30 Surtees u. Forghieri.JPG|thumb|[[John Surtees]] e Forghieri al Nürburgring (1965)]]
 
*La mia ambizione era lavorare nel settore aereonautico, ed in particolare avevo contatti con la Northrop. Entrai in [[Ferrari]] nel 1959 grazie alla collaborazione che mio papà aveva con il Commendatore ([[Enzo Ferrari]], ''nda''), ma lo consideravo un lavoro a termine; allora c'era come direttore tecnico Carlo Chiti e personaggi del calibro di Vittorio Jano, il mitico progettista dei motori [[Alfa Romeo]] da corsa degli anni Venti e Trenta, [[Gian Paolo Dallara]], Giotto Bizzarrini e lo sfortunato Giancarlo Bussi [...]. Nel 1961 un gruppo di otto dirigenti, tra cui Chiti, decise di lasciare l'azienda in aperta polemica con Enzo Ferrari per fondare la ATS (Automobili Turismo e Sport), una nuova Casa automobilistica che si illudeva di poter sfidare la Ferrari stessa. Enzo Ferrari mi chiamò nel suo ufficio e a sorpresa mi comunicò, in dialetto modenese come s'usava parlare tra di noi, che aveva intenzione di nominarmi responsabile tecnico; avevo 27 anni e mai mi sarei immaginato una proposta simile. Ferrari intuì il mio spavento e disse "non preoccuparti, tu fai il tuo lavoro, al resto ci penso io". Devo dire che fu di parola, perché in quasi tre decenni mi sostenne sempre.
*Ho conosciuto tanti industriali che vivevano intensamente l'azienda, ma per Ferrari la sua fabbrica era veramente tutto, e pretendeva dai più stretti collaboratori una dedizione assoluta. [...] Non esistevano sabati, domeniche, ferie o vigilie di Natale. Una volta che andai in vacanza per qualche giorno a Portofino senza comunicarglielo mandò la Polizia Stradale a rintracciarmi.