Alphonse de Lamartine: differenze tra le versioni

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*Ei {{NDR|Saint-Just}} non aveva né sguardi, né orecchi, né cuore per tutto quello che gli sembrava fare ostacolo alla fondazione della repubblica universale: re, troni, sangue, donne, fanciulli, popolo, tutto quello che si trovava fra questo scopo e lui, spariva o doveva sparire. La sua passione gli aveva per così dire, pietrificate le viscere; e la sua logica aveva contratta l'impassibilità di una geometria e la brutalità di una forza materiale. (vol. II, libro XXXIII, p. 6)
*[[Georges Jacques Danton|Danton]] ripugnava ai Girondini per le violenze commesse ed a Robespierre per la immoralità. Il timore che ispirava era la sola cosa che il proteggesse contro del disprezzo: egli affrontava impudentemente la sua cattiva fama, e si dava in balia della licenza sotto lo scudo com'era del patriottismo. (vol. II, libro XXXIX, p. 216)
*Il già trafitto cuore di [[Charlotte Corday|Carlotta Corday]] sentì tutti questi colpi recati alla patria riassumersi in un sol cuore, in dolore, disperazione e coraggio, vide la perdita della Francia, vide le vittime e credé vedere il tiranno. Il perché giurò a se stessa di vendicare le une, punir l'altro e salvare tutto. Per alcuni giorni covò nell'anima la vaga sua risoluzione, senza sapere quale atto chiederebbe da lei la patria, e qual nodo del delitto premesse più il troncare; e studiò le cose, gli uomini, e le circostanze, onde il suo coraggio non fosse ingannato ed il suo sangue non tornasse vano. (vol. II, libro XLIV, p. 333)
*Tutti i delitti della repubblica a Lione sono stati rigettati sopra [[Georges Couthon|Couthon]] perché questi era l'amico ed il confidente di Robespierre nella repressione del federalismo e nella vittoria dei repubblicani {{sic|unitarii}} contro l'anarchia civile. I dati, i fatti e le parole imparzialmente sudiate smentiscono questi {{sic|pregiudizii}}. Couthon entrò in Lione da pacificatore anziché da carnefice, e vi combatté con tutta l'energia che gli permetteva il suo ufficio, gli eccessi e le vendette dei Giacobini. (vol. II, libro L, p. 514)
*Un uomo nefasto per la città di Lione, [[Collot d'Herbois]], fulminava al comitato di salute pubblica ed ai Girondini di Parigi contro la mollezza dei rappresentanti del popolo in missione in quella città; come se un odio personale e mortale lo animasse contro Lione. Correva voce che antico comico com'era, avendo la prima volta esordito in quella città, fosse stato fischiato dagli spettatori in segno di disapprovazione; del che serbando sempre acerbo rancore, ora nel vendicar la repubblica vendicava il suo orgoglio offeso. (vol. II, libro L, p. 517)