Fëdor Dostoevskij: differenze tra le versioni

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==== Vittoria De Gavardo-Carafa ====
Tu sai che mia madre non possiede quasi nulla. Mia sorella, per caso, ha avuto un'educazione accurata e il suo deatinodestino la condanna a fare l'istitutrice. Tutte le loro speranze erano poste su di me. Io ho studiato, ma non potendo mantenermi all'università, ad un cedtocerto punto sono statpstato costtettocostretto a interrompere i miei studi.[..]avrei potuto sperare di diventare un insegnante o un impiegato con mille rubli di stipendio.[..] C'è gusto a passare per tutta la vita davanti alle cose più belle, dovervi rinunciare, trascurare la madre, tollerare rispettosamente, per esempio, il disnoredisonore di una sorella? E perché? Forse solamente per fondare, dopo aver sotterrato quelle due, una nuova famiglia, per prendere moglie e mettere al mondo dei figli, e lasciare poi anche loro senza denari, senza un boccone di pane?. ''[Volume II, parte quarta, pag. 487]''
 
{{NDR|Fëdor Dostoevskij, ''Delitto e castigo'', traduzione di Vittoria De Gavardo-Carafa, Edizioni Paoline (''Famiglia Cristiana''), Nuovi Stampa Mondadori (Cles), 1992.}}