Utente:Superchilum/Sandbox: differenze tra le versioni

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*Dovevamo sfornare duecento metri di pellicola ogni due settimane, perciò non potevamo permetterci un personaggio difficile da disegnare. La testa era un circolo e il muso un circolo oblungo. Anche gli orecchi erano circoli, e così potevano essere disegnati sempre nella stessa maniera, in qualunque modo voltasse la testa. Aveva il corpo a pera e la coda lunga. Le gambe erano bocchini di pipa, che infilammo in un paio di scarponi enormi perché Topolino avesse l'aria di un ragazzo con le scarpe di suo padre. Non volevamo fargli zampe da topo, perché doveva essere umanizzato e gli mettemmo i guanti. Cinque dita ci parvero troppe per un esserino così piccolo, e gliene levammo uno. Era un dito di meno da animare. Tanto per dargli qualcosa di particolare, gli mettemmo i calzoncini a due bottoni. Non aveva pelo di topo o altri impicci che rallentassero l’animazione. Ma proprio per questo era più difficile dargli un carattere. ([[Walt Disney]] sul design di [[Topolino]])
*Paperino possiede la più grande di tutte le virtù: il coraggio di fronte alle avversità. (Helen G. Thompson [non enciclopedica?])
 
==''Tifone''==
*Joseph Conrad, ''Tifone'', traduzione di Marco Longhi Paripurna, Demetra, 1997
 
===[[Incipit]]===
Il capitano Mac Whirr, del piroscafo ''Nan-Shan'', aveva una fisionomia che, stando alle apparenze materiali, rispecchiava esattamente il suo carattere: non presentava particolari caratteristiche di risolutezza o di stupidità; non presentava caratteristiche di alcun tipo; era semplicemente normale, inespressiva e imperturbabile. <!-- p. 11 -->
 
===Citazioni===
*Per quanto mi riguarda [...] preferisco avere come comandante uno stupido di prim'ordine piuttosto che un furbacchione. Uno stupido c'è sempre modo di prenderlo, ma una persona furba è troppo smaliziata e ti scivola tra le mani. (Solomon; cap, I., p. 26)
*Il capitano Mac Whirr aveva navigato sulla distesa degli oceani allo stesso modo in cui alcuni uomini sfiorano appena gli anni della loro esistenza per calarsi poi dolcemente in una placida tomba, senza aver conosciuto nulla della vita sino all'ultimo, senza mai aver avuto l'opportunità di vedere tutto quanto essa può contenere di perfido, di violento e di terrificante. In mare come in terra, esistono uomini a tal punto fortunati, o a tal punto disdegnati dal destino o dal mare. (cap. I, p. 29)
*«È un tempo orribile; farebbe bestemmiare un santo. Persino qui sopra coperta, mi sento come se avessi la testa avvolta in un panno di lana.»<br/>Il capitano Mac Whirr sollevò lo sguardo. «Intende dire, signor Jukes, che le è successo di avvolgersi la testa in un panno di lana? E a quale scopo?»<br/>«È un modo di dire, signor capitano» disse Jukes senza fare una piega. (cap. II, p. 36)
*L'oscurità che si estendeva lontano, oltre la prua della nave, era come un'altra notte vista attraverso la notte stellata della terra: la notte senza stelle delle immensità che stanno oltre l'universo creato, svelata nella sua terrificante immobilità da una fessura praticata nella sfera scintillante al cui centro sta la terra. (cap. II, pp. 40-41)
*Questo è il potere disgregante di un cataclisma: quello di isolare l'individuo dai propri simili. Un terremoto, una frana, una valanga colpiscono l'uomo a caso, potremmo dire senza passione. La furia di una burrasca invece lo attacca come un nemico personale, cerca di afferrarne le membra, gli si aggrappa alla mente, cerca di sgominarlo fin nello spirito. (cap. III, p. 54)
*E ancora una volta, udì quella voce sforzata e fioca, ma che manteneva, in mezzo a quel rumore assordante, un penetrante effetto rassicurante, come se provenisse da qualche remoto luogo di pace posto al di là delle nere distese della burrasca. Udì ancora una voce umana, il tenuo e indomabile suono capace di trasmettere l'immensità di una convinzione, di una certezza e di una determinazione che saprà pronunciare parole di conforto in occasione dell'ultimo giorno, quando i cieli cadranno e giustizia sarà fatta; udì ancora quella voce che gli stava gridando da lontano, da molto, molto lontano: «Va bene». (cap. III, p. 58)
*Nell'oscurità i marosi parevano scagliarsi contro di essa da tutte le parti per tenerla giù sino alla sua distruzione. C'era dell'odio nel modo in cui veniva maltrattata e un che di ferocia nei colpi che le venivano inferti. Era come un essere vivente consegnato al furore di una folla imbestialita: strattonata con violenza, percossa, scagliata a terra e calpestata. (cap. III, p. 61)
*Si trattava piuttosto di un involontario torpore dello spirito. Uno stato provocato dalla lunga, lunghissima tensione che produce una burrasca, dall'interminabile aspettativa di una catastrofe definitiva, dallo sforzo fisico che richiede il solo rimanere aggrappato all'esistenza nel corso di un cataclisma così sconvolgente; uno sforzo continuo e infido che penetra profondamente nel petto per fiaccare e debellare il cuore dell'uomo che rimane irriducibile e che, tra tutti i doni della terra, più ancora che alla vita stessa, aspira alla pace. (cap. IV, p. 66)
 
===[[Explicit]]===
''Questa era certamente la soluzione più conveniente per mettere a tacere il fatto nell'interesse di tutti. Qual è la tua opinione di signorino delle navi postali? Il vecchio capo dice che quella era decisamente la cosa migliore da farsi. L'altro giorno, il comandante sottolineava il fatto che: «Ci sono cose che non si trovano sui libri». Sono convinto che, per essere un uomo così limitato, se l'è cavata davvero molto bene.'' <!-- p. 123 -->
 
== Altro ==