Emil Cioran: differenze tra le versioni

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*Per quasi tutte le nostre scoperte siamo debitori alle nostre violenze, all'esacerbarsi del nostro squilibrio. (1997, p. 11)
*Poiché la sfera della coscienza si restringe nell'[[azione]], chi agisce non può pretendere all'universale: l'agire è un aggrapparsi alle proprietà dell'essere a detrimento dell'essere, a una forma di realtà a scapito della realtà. (1997, p. 16)
*Un minimo d'incoscienza è necessaria se ci si vuole mantenere nella storia. Agire è una cosa; sapere di agire è un'altra. Quando la chiaroveggenza investe l'atto e vi si insinua, l'atto si disfa e con esso il pregiudizio, la cui funzione consiste appunto nel subordinare, nell'asservire la coscienza dellall'atto... Colui che smaschera le proprie finzioni, rinuncia alle proprie energie e quasi a se stesso. Ne accetterà quindi delle altre che lo negheranno, perché queste non saranno scaturite dal suo intimo. Nessun essere che abbia a cuore il proprio equilibrio dovrebbe oltrepassare un certo grado di lucidità e di analisi. Quanto ciò è più vero per una civiltà, la quale vacilla per poco che denunci gli errori che consentirono la sua crescita e il suo splendore, per poco che metta in dubbio le ''sue'' verità. (1997, pp. 34-35)
*[...] vivere immediatamente l'[[eternità]] significa vivere giorno per giorno. (1997, p. 15)