Alfredo Melani: differenze tra le versioni

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→‎L'arte di distinguere gli stili: la scuola michelangiolesca
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*Il riposo, l'abbandono dei problemi complicati, ecco {{NDR|dopo il gotico}} il nuovo stile. Infatti il [[rinascimento]] è ritorno, amore alla serenità greca, alla regolarità romana, alla tradizione greco-latina i cui primi interpreti sono stati i fiorentini. (quarta parte, cap. I, p. 403)
 
*[[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], forza suprema, energia multipla, inestinguibile. Si elevò qualche protesta contro l'erettore della cupola di S. Pietro, quasi avesse profanato il titolo d'architetto; Michelangelo reazionario, nel nome della libertà, suscitatore di ispirazioni nuove, consola invece il periodo finale del rinascimento. Un «contaminato», il padre dei contaminati, secondo l'''Jus'' dei parrucconi i quali {{sic|sobbillano}} chi non specula sopra i timidi e non glorifica il plagio. E, Michelangelo, esaurito il programma brunelleschiano e bramantesco, emanava la sua legge da cui sorse la scuola che da lui ha nome, la quale non s'infrena al romanismo e rompe la tradizione con un sistema non ancor tentato. (quarta parte, cap. II, p. 450)
 
*Stile della ricchezza, della maestà pomposa, il [[barocco]]; e stile dell'amabilità elegante il [[Rococò|{{sic|roccoccò}}]], il {{sic|Secento}} e il Settecento. Essi non vantano un organismo statico proprio come il greco o il gotico, e prolungano il rinascimento {{sic|cuoprendolo}} di curve, spezzando le cornici, tagliando i frontoni in una gioia di linee irrefrenabile e dilagano, stimolando, la libera fantasia. Stile decorativo, il barocco e il roccoccò, intende a meravigliare, a sbalordire. (quarta parte, cap. II, p. 481)