Alfredo Melani: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Alfredo Melani==
*StileHo delladetto ricchezza,altrove dellache maestàbisogna pomposa,esser ilpiù [[barocco]];misurati e stilemeno dellassoluti; l'amabilitàarte elegantegreca, il [[Rococò|{{sic|roccoccò}}]]l'architettura, ilha {{sic|Secento}}le e il Settecento. Essi non vantano un organismo statico proprio come il greco o ilsue goticoimperfezioni, e prolungano il rinascimentocreare {{sic|cuoprendolo}}un'arte digreca senza curvemacchia, spezzandoinsuperata lee corniciinsuperabile, tagliando i frontoni in una gioia di linee irrefrenabile eè dilaganomorbosità, stimolandotormento, laallucinazione.<br>Volfango liberaGoethe fantasia.avrebbe Stile decorativo,dato il baroccoPartenone eper iltutte roccoccò,le intendecattedrali agotiche. meravigliare,Se lo apoteva sbalordirepigliare.<ref>Da ''[https://archive.org/details/lartedidistingue00mela_0/page/n10/mode/1up L'arte di distinguere gli stili]'', Ulrico Hoepli editore, Milano, 1918, cap. II, p. 481107.</ref>
 
*Stile della ricchezza, della maestà pomposa, il [[barocco]]; e stile dell'amabilità elegante il [[Rococò|{{sic|roccoccò}}]], il {{sic|Secento}} e il Settecento. Essi non vantano un organismo statico proprio come il greco o il gotico, e prolungano il rinascimento {{sic|cuoprendolo}} di curve, spezzando le cornici, tagliando i frontoni in una gioia di linee irrefrenabile e dilagano, stimolando, la libera fantasia. Stile decorativo, il barocco e il roccoccò, intende a meravigliare, a sbalordire.<ref>Da ''L'arte di distinguere gli stili'', Ulrico Hoepli editore, Milano, 1918, cap. II, p. 481.</ref>
 
*Complessivamente il barocco trasforma in un'immensa gloria di curve il {{sic|Secento}}, e il {{sic|roccoccò}} chiama a avvolgimenti leggiadri e scherzosi il Settecento. E il barocco, perché sia veramente tale, bisogna che innalzi<ref>Nel testo "inalzi".</ref> la ricchezza qualche volta ammucchiata {{sic|piucché}} odinata; bisogna che la innalzi alla maggiore potenza la quale si sostiene e si coordina ed appaga l'occhio in un effetto generale. Come se un grande decoratore vedesse tutto, dirigesse tutto ad onorare la sua dote più alta: la inesauribilità.<ref>Da ''L'arte di distinguere gli stili'', Ulrico Hoepli editore, Milano, 1918, cap. II, p. 483.</ref>