Camillo Benso, conte di Cavour: differenze tra le versioni

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*Cavour non fu un patriota del tipo [[Silvio Pellico|Pellico]] ed [[Inno di Mameli]], ma un uomo dinamico, certamente colto, ma non di una cultura umanistica all'italiana, tipo Alfieri, Balbo, Gioberti... Era uno che amava rischiare. Come tutti i torinesi ricchi aveva una formazione francese e un solido parentado elvetico. È noto che essendo di madrelingua francese, per mettersi in politica, l'italiano lo dovette imparare. È anche noto che era il comproprietario di un feudo-tenuta che si scrive e si legge in francese. Molto ricco, curioso, intraprendente, sicuro di sé, conosceva di Parigi i luoghi che contavano, non certo le ''banlieu'', e a Parigi si fermò a giocare in Borsa. Perdendo, purtroppo. Perché, se avesse vinto, l'Italia di oggi avrebbe una diversa classe dirigente. Visitò Londra e anche Edimburgo, capitale della massoneria. Non girò l'Italia come [[Massimo d'Azeglio]]. Anzi, non la conosceva affatto. Non fu mai a Palermo e a Napoli, non vide mai Roma, che voleva come capitale d'Italia al solo scopo di non lasciare spazi all'azione di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e dei repubblicani; non andò mai a Venezia, che pure cercò arditamente di portare nei confini sabaudi. Solo una volta fu a Firenze, per sbrigare un affare di governo, e forse due volte a Milano, per lo stesso motivo. ([[Nicola Zitara]])
*Come andrebbero diversamente le cose in Germania se i nostri amici politici berlinesi potessero essere rimpiazzati da Cavour e d’Azeglio! Ma verranno anche i nostri tempi. [[Max Duncker]] <ref> Paolo Mieli ''I conti con la storia: Per capire il nostro tempo''</ref>
*Definire la vastità e la mente di Camillo Cavour non è guari possibile. [...].<br>Io ho due termini in mente per dare una idea di ciò che voglio dire; e mi vengono sempre presenti quando penso al genio di Camillo Cavour.<br>Uno di questi è una lettera scritta ad un suo amico in cui gli dà consigli per suo nipote che va a fare studi in Inghilterra, e dove gli tratteggia minutamente gli effetti del drenaggio dei prati secondo le varie qualità dei terreni nelle diverse contee, lo informa delle varie razze di animali ovini e delle differenze dei loro prodotti secondo i sistemi osservati nelle diverse località e li raffronta con quelli degli altri paesi, aggiungendo di passaggio alcuni particolari ragguagli sovra certa macchina per seminare.<br>L'altro termine è il discorso di Camillo Cavour in Parlamento sulla famosa proposizione "Libera Chiesa in libero Stato," nel quale si librò sulle più alte cime della filosofia politica trascinandosi con sé l'Assemblea entusiasmata.<br>Ecco i due termini. Ora pensate voi fra questi quale vastità di intelletto si comprenda. ([[Desiderato Chiaves]])
*È stato veramente il più grande uomo politico del suo tempo, e la cui gloria crescerà sempre di più [...] In oltre cinque anni di amministrazione con perspicua mente, molte cose modificò, molte corresse. L'amministrazione centrale ridusse notevolmente, modificò gli uffici provinciali. Assorbito da altre cose, non poté però compiere l'opera iniziata, e l'ordinamento piemontese rimase rigido, pesante, costoso. ([[Francesco Saverio Nitti]])
*Fin da fanciullo, Cavour aveva una passione ardente per la libertà. L'accoglieva come il principio maestro, che doveva risolvere tutte le difficoltà; e la sua passione era fondata sulla ragione, non era meramente un entusiasmo romantico, né una fiamma che brilla e si spegne. Così, il Cavour voleva applicare la libertà al commercio, all'educazione, alla politica, alla Chiesa. Ne sapeva bene i difetti ed i pericoli; sapeva che per avere i frutti perfetti della libertà bisogna che gli uomini siano colti, morali, civilizzati; che la libertà a metà conduce all'anarchia. Ma non si spaventava del rischio. I danni della vera libertà erano per lui preferibili ai benefizi del feudalismo in dissoluzione. ([[W. R. Thayer]])