Lev Tolstoj: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 513:
*''Cercava sempre, ed era ormai vegliardo. | Cercava ancora, al raggio della vaga | lampada, in terra, la perduta dramma. | L'avrebbe forse ora così sorpreso | con quella fioca lampada pendente, | e gliel'avrebbe con un freddo soffio | spenta, la Morte. E presso a morte egli era! ''[...]'' | Ed e' vestì la veste rossa e i crudi | calzari mise, e la natal sua casa | lasciò, lasciò la saggia moglie e i figli, | e per la steppa il vecchio ossuto e grande | sparì'' [...]. ([[Giovanni Pascoli]])
*Che magnifico aspetto aveva mio padre quando usciva dal suo studio contento di ciò che aveva fatto. Si muoveva agilmente, il suo volto era allegro, gli occhi ridenti. Qualche volta piroettava su un tacco o faceva passare una gamba sopra la spalliera di una seggiola. ([[Aleksandra Tolstaja]])
*Chi guarda al di là delle apparenze, e giudica il vino non dalle etichette sa con la stessa certezza con cui sa che il diamante è carbone, che {{sic|Tolstoi}} non è cristiano, ma pagano. ([[Nicola Moscardelli]])
*Di solito, all'inizio dell'autunno, la mamma partiva per Mosca [...]. Mio padre, mia sorella e io restavamo a Jasnaja Poljana ancora qualche mese. Facevamo una vita da Robinson sull'esempio di nostro padre. Tenevamo la casa sole, senza l'aiuto di domestici, e preparavamo pasti strettamente [[vegetarianismo|vegetariani]].<br />Un giorno ci annunciarono l'arrivo di una nostra zia, amica di tutti, alla quale volevamo molto bene. Sapendo che la zia apprezzava la buona tavola e particolarmente la carne, ci chiedevamo che cosa fare.<br />Preparare il «cadavere», chiamavamo così la carne, ci faceva orrore. Mentre discutevo la faccenda con mia sorella venne papà. Messo al corrente dei nostri dubbi, ci rassicurò, promettendoci di occuparsi del menu della zia.<br />«Quanto a voi,» disse, «preparate il pranzo come al solito.»<br />La zia, bella, allegra, piena di vita come sempre, arrivò quel giorno stesso. Venuta l'ora passammo nella sala da pranzo. E cosa vi trovammo? Al posto della zia c'era un enorme coltello da cucina e, attaccato alla seggiola con una cordicella, un pollo vivo. La povera bestia si dibatteva trascinandosi il sedile.<br />«Sappiamo che ti piace mangiare gli esseri viventi,» disse papà, «così ti abbiamo procurato questo pollo. Ma nessuno di noi vuole commettere un assassinio: quel coltello omicida è a tua disposizione per compierlo.»<br />«Un'altra delle tue burle!» esclamò zia Tatiana scoppiando a ridere. «Tania! Maša! Sciogliete subito quella povera bestia e ridatele la libertà.»<br />Ci affrettammo a obbedire alla zia. Liberato il pollo, venne servito quanto avevamo preparato per il pasto: maccheroni, legumi e frutta. ([[Tat'jana L'vovna Tolstaja|Tat'jana Tolstaja]])
*È uno dei pochi scrittori la cui personalità, già intuita attraverso la trasparenza dell'opera, finisce con l'attirarci più dell'opera stessa. La più drammatica delle sue opere, la più intensa e la più indiscreta, è la sua stessa vita. ([[Daniel Gillès]])