Luca Marchegiani: differenze tra le versioni

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{{Intestazione2|''[https://www.ilnumero1.it/intervista-a-luca-marchegiani-giocare-con-i-piedi-che-trauma/ Intervista a Luca Marchegiani: "Giocare con i piedi, che trauma!"]''|Da un'intervista al ''Corriere dello Sport - Stadio''; citato in ''Ilnumero1.it'', 4 gennaio 2014}}
*{{NDR|«Perché ha fatto il portiere?»}} Perché ho cominciato a giocare da portiere e non ho mai smesso, perché portiere si nasce e perché quel giorno, quando, insieme con i miei primi compagni di squadra del Club Juve a Jesi il nostro allenatore ci chiese "chi vuole andare in porta?", solo io alzai la mano. Avevo sette anni.
*Il portiere, rispetto ai suoi compagni, deve avere delle caratteristiche psicologiche diverse, deve sfruttare l'errore, la sconfitta, il gol preso per migliorare. C'èCe ne sono tanti, di ragazzi, che smettono perché quando subiscono il gol sentono e vedono il compagno che li manda a quel paese, o l'altro che allarga le braccia o l'altro ancora che si mette le mani nei capelli. Solo chi va avanti, farà il portiere.
*{{NDR|«A lei è mai venuta la voglia di smettere?»}} Da ragazzo mai. Da grande, invece, mi sarebbe piaciuto giocare in un altro ruolo, senza tutte quelle responsabilità. {{NDR|«Perché da grande?»}} Fino ai 32 anni ho sempre avuto molta fiducia nella possibilità di migliorare. [...] Ho cominciato a soffrire di [[ansia]] da prestazione quando ho capito che non era più possibile fare un passo avanti, che l'allenamento poteva servire solo a conservare quello che già sapevo. A quell'età, la tensione che avvertivo prima di ogni partita era eccessiva.
*{{NDR|«Come era il portiere degli anni '90?»}} Da un punto di vista tecnico, per le parate, era più forte di quello di oggi. Il portiere del 2010, però, è più completo.