Guido De Ruggiero: differenze tra le versioni

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==''Filosofi del Novecento''==
*Noi siamo soliti d'interpretare l'[[evoluzione]] in termini di progresso. Ma non è questo il significato della dottrina darwiniana. Il progresso implica un fine intenzionale che si realizza per gradi, mentre Darwin esclude ogni finalità della natura e considera la forza evolutiva come un cieco meccanismo. È l'ambiente, per lui, che decide della sorte degl'individui e delle specie: i selezionati non sono, necessariamente, i migliori, ma quelli che sono riusciti a sopportare le condizioni imposte dal nutrimento, dal clima, ecc. E se è vero che il processo evolutivo va da specie più semplici e indifferenziate a specie più differenziate e complesse, è anche vero che, talvolta, esso porta con sé delle degenerazioni, come p. es. il passaggio di alcune specie da una vita indipendente a una vita parassitaria. (cap. XII, pp. 203-204)
 
*Forse a voler guardare fino in fondo, si può trovare che il limite del filosofo non è diverso da quello dello storico. Non è un mero caso che anche le opere storiche del [[Wilhelm Dilthey|Dilthey]] ci siano giunte nello stesso stadio d'incompiutezza e di scarsa organicità, ma piene di vita e ricche di rilevo nelle singole parti. Il Dilthey aveva piuttosto l'ambizione e l'ansia della grande sintesi storica che la capacità di realizzarla. E questa insufficienza tradiva, in fondo, un errore della sua dottrina storiografica. (cap. XIII, p. 233)
 
*{{NDR|Wilhelm Dilthey}} [...], pur avendo esordito {{sic|col}} psicologismo, egli ha compiuto tutti gli sforzi possibili per liberarsene, o almeno per integrarlo con una visione speculativa, mutuata dall'idealismo classico tedesco. Egli non tardava infatti a convincersi che «l'anima» della psicologia empirica non potesse servire da criterio d'interpretazione della storia, e vagheggiava una psicologia di ordine superiore, che avesse per proprio soggetto, invece dell'anima, lo spirito. (cap. XIV, p. 240)
 
*La filosofia di [[Karl Jaspers|{{sic|Carlo}} Jaspers]] non differisce essenzialmente da quella di Heidegger, ma è più diluita, più abbondante, più incline a estendere la sfera dell'esperienza esistenziale. (cap. XVI, p. 293)
 
==Bibliografia==