Malcolm Mackintosh: differenze tra le versioni

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*[[Georgij Konstantinovič Žukov|Zukov]] era sostanzialmente un uomo dello stesso stampo di Timoscenko: duro, inflessibile, volitivo ed ostinato, fautore di una rigida disciplina e molto esigente. Ma egli aveva quel pizzico di genio che mancava al suo protettore: la capacità di afferrare il reale significato della moderna strategia bellica applicata dai tedeschi in Polonia e in Francia, nonché nervi di acciaio che gli consentivano di aspettare o scegliere il momento più opportuno per colpire il nemico quando questi, nello slancio, si fosse imprudentemente sbilanciato. (p. 235)
 
*{{NDR|Zukov}} Per quanto indubbiamente vanitoso ed incline ad usare un linguaggio aspro ed ingiurioso – per quanto spietato, anche per la maggior parte dei generali sovietici, nella sua tendenza ad accettare senza battere ciglio pesanti perdite umane – non vi è dubbio che egli riuscisse ad infondere coraggio alla massa dei soldati russi e a guidarli in un modo che pochi potevano eguagliare. 235)
 
*Dal lato pratico, la cosa più sensata che si possa dire è forse che i quindici mesi trascorsi tra la fine della guerra contro la Finlandia<ref>12 marzo 1940.</ref> e l'invasione tedesca furono impiegati dalle autorità militari e politiche sovietiche per smantellare l'organizzazione esistente nel 1939, senza peraltro fare molto per sostituirla con una struttura nuova e moderna, secondo un piano programmatico realistico. Si dedicò tanto tempo a discutere su ciò che si doveva fare che quando venne il giorno dell'invasione<ref>22 giugno 1941.</ref> il vecchio non era ancora stato del tutto soppiantato, mentre del nuovo si stava ancora discutendo. La conseguenza di tutto ciò fu che il soldato russo fronteggiò la peggiore invasione della storia del suo paese armato in modo insufficiente, guidato da ufficiali inesperti che in molti casi erano a dir poco intimoriti dalla polizia segreta e dal ricordo delle purghe, ed inquadrato in unità e formazioni solo parzialmente organizzate, eppure politicamente indottrinato nella convinzione che il suo esercito fosse invincibile. (p. 243)