David Silvagni: differenze tra le versioni

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*Prima ancora che la rivoluzione francese riportasse tutte le arti e le lettere al classicismo greco-romano, già il mondo era pieno di quelle idee; e l'Italia con l'Alfieri, col Verri, col Visconti, col Bassi, con l'Appiani e con Canova, aveva ricondotto le arti e le lettere allo studio, e sto per dire all'esagerazione del classicismo, sicché il Canova artista cristiano, con le divinità del suo Olimpo, con le sue ninfe, con le sue eterne nudità sino al punto di effigiar nudo Napoleone, con le sue forme ispirate al modello dello scalpello greco, appare nei suoi lavori piuttosto uno scultore del tempo di Pericle, che un artista del tempo di Pio VI e VII, e piuttosto adoratore del Giove eleusino che del redentore Gesù. Infatti egli non effigiò neppure un solo santo; scolpì una Maddalena perché si prestava al bello e al nudo, e fece una ''Pietà'' per il suo Possagno<ref>Comune natale del Canova, in provincia di Treviso.</ref> con l'unico scopo di eseguire un Cristo nudo; e della nudità era così appassionato cultore che invitato con lettera da monsignor maggiordomo Frosini a nome di Papa Pio VII a coprire i Geni del sepolcro degli Stuardi, vi si rifiutò seccamente. (vol. II, p. 466)
 
*Poiché il Consalvi era assolutamente uomo nuovo, e come lo dette a {{sic|divedere}} luminosamente col suo editto sulla libertà del commercio dei grani, così lo faceva vedere in ogni cosa. Geloso della sua indipendenza e tenero del decoro del potere, voleva piuttosto rimanere povero che arricchire a prezzo della sua dignità. Così prima rifiutò i doni, poi negò gli omaggi ad Anna Maria Torlonia, e negò al marito quei favori che aveva trovato presso i suoi predecessori.<br>Così se maneggiò il potere con sagacia e con {{sic|drittura}}, non gli mancarono {{sic|nimicizie}} accanite, come ebbe sinceri ammiratori. (vol. II, p. 516)
 
*Giovanni Maria {{NDR|Mastai Ferretti}} divenuto pontefice e regnando tanti anni, non arricchì i {{sic|nepoti}} e ciò fu bene; ma forse li lasciò troppo poveri, sicché alla sua morte essi mossero causa prima agli esecutori testamentari, e poi al Governo, per ottenere una quota dell'appannaggio dovuto dal Tesoro pubblico al Papa. I Mastai furono soccombenti; e [[Papa Pio IX|Pio IX]], che aveva arricchito tanti cortigiani così sfacciatamente, lasciò che il suo nome non fosse benedetto neppure dai suoi discendenti. (vol. III, p. 539)