Fernanda Pivano: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Fernanda Pivano==
*{{NDR|Su [[Ottavio Rosati]]}} 50 anni! Non è possibile, per me ne avrai sempre 18 a spiegarmi cos'è il superSuper io, a dirmi senza ridere che l'uomo è cacciatore, a chiedermi cosa vuol dire he took my cherry di [[Allen Ginsberg|Ginsberg]]. Quanti ricordi, quante birbonate, quanti petali dolcissimi della tua gentilezza, quante speranze per il tuo futuro di intelligenza e bravura. Grazie Ottavio, Dio ti protegga sempre.<ref>Da ''Ottavio Rosati'' in ''I miei quadrifogli'', Frassinelli, 2000, p. 61. ISBN 8876845917</ref>
*{{NDR|Sul film The Great Gatsby}} 350.000 dollari a Scottina, sei milioni e mezzo per fare un film di cui un milione e mezzo impiegato nella pubblicità. A torto o a ragione una cronista americana suggerisce che ala fine di questa colossale impresa hollywoodiana al pubblico non resterà che scegliere se andare a vedere il film o leggersi il libro.<ref>Dai Diari/1974.2009, Bompiani, Milano, p.10</ref>
*{{NDR|Sulla sua casa dia RomaTrastevere}} Amo Roma, ci venivo da bambina con i miei genitori all'Hotel Hassler, poi di nuovo fino al 1972, quando un giovane intervistatore, ora regista e psicanalista, [[Ottavio Rosati]], mi spiegò l'inutilità d'un albergo costoso, quando c'era un'incredibile casa in via Lungara [...] Rosati mi aiutava. Smontavamo la casa e per 4 anni feci trovare l'omino delle caldarroste, tanti minuscoli alberi carichi di regalini per gli amici. Mi pareva di poter ricreare il salotto multinazionale che avevo avuto fino a poco prima. Era bello [...] Feci venire gli amici americani a leggere poesie. Vivevano tutti in questa casa. Gregory Corso, che non voleva dormire in una casa borghese, trascorreva la notte sulle panchine nel giardino li fuori. Per [[Allen Ginsberg]] divenne l'albergo fisso per la vita. Dormiva sul divano all'entrata, si lamentava di continuo perché avevo messo da poco l'impianto per irrigare le piante in terrazza. Naturalmente non funzionava, in compenso verso le 3 di notte c'era un incredibile afflusso d'acqua; lui era scandalizzato per tutta quell'acqua, diceva: "''Ma cos'è questo imbroglio?"''<ref>Citato in Fiorella Minervino, ''La mia America a via lungara'', ''La Stampa'', 6 luglio 2000; disponibile in ''[http://www.plays.it/ipod/scritti/fernanda-pivano/542-l-altra-america-a-via-lungara-di-fiorella-minervino Plays.it]''.</ref>
*{{NDR|Sul viaggio di [[Faulkner]] in italia nel 1955}} Arrivammo a un ristorante con giardino in via Manzoni, dove sapevo che il direttore ci avrebbe fatto credito fino all'indomani. Lì al fresco, dopo aver accarezzato la tovaglia con le mani distese, sorrise col viso finalmente calmo e disse la sua battuta di routine, buona per tutti i paesi in cui si trovava, che "il pane e le donne d'Italia erano i migliori del mondo".<ref>Da ''[http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view.shtml#!/NTovZXMvaXQvcmNzZGF0aWRhY3MxL0A2NDU1Mg%3D%3D Quando Faulkner venne alla scoperta dell'Italia]'', ''Corriere della Sera'', 5 luglio 1982.</ref>
*Aveva, ha, avrà sempre uno humour irresistibile, più dolce del sarcasmo romano, che usa soltanto quando proprio gli fanno perdere la pazienza. Ricordo che molti anni fa lo sperimentò anche un illustre analista, il professor Gerard Adler [...] venuto a Roma ospite del Congresso di Psicoanalisi junghiana organizzato da [[Aldo Carotenuto]]. [[Ottavio Rosati|Rosati]] doveva accompagnarlo in un albergo lontano dal centro e per fare più in fretta non rispettò nessuno dei sensi vietati. Il professore diventò sempre più silenzioso finché a una svolta spericolata disse: ''Ma dottore, qui è vietato passare.'' Rosati, con uno di quei suoi sorrisi contagiosi, rispose: ''È vietato, ma non impossibile.'' Il professore dopo un attimo di imbarazzo si lasciò conquistare dalla situazione e rise come un ragazzo.<ref>'Rai3 tra Pirandelli e pazzarielli' ([http://www.plays.it/ipod/scritti/fernanda-pivano/76-ottavio-tra-pirandelli-e-pazzarielli Conferenza al Teatro Stabile di Torino])</ref>
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*Ho per lei {{NDR|[[Laurie Anderson‎]]}} la stima che si deve avere per una grandissima artista multimediale, ma [[Lou Reed|Lou]] è un' altra cosa. Lui con la sua musica ha cambiato il mondo, non so se mi spiego. Peccato che a casa mia non possa sentire i suoi dischi: non sono capace di usare lo stereo.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 29 giugno 2005.</ref>
*I giovani di oggi hanno bisogno di un blue print, che qualcuno dica loro cosa fare, perché oggi le situazioni politiche sono così drammatiche, le situazioni sociali sono così perverse che non sanno che cosa pensare, che cosa cosa fare.<ref>Dall'intervista rilasciata nel 1997 in occasione dell'ottantesimo compleanno, trasmessa da Radio Tre il 19 agosto 2009.</ref>
*{{NDR|Sul marito [[Ettore Sottsass]]}} Il 21 dicembre eravamo andati ad Amsterdam a salutare per l’ultima volta Kho Liang Ie morente. Ero straziata. Mi aveva detto con quel suo dolce viso che non sorrideva più: ''Is’nt it stupid?''. Gli avevo dato, nell’illusione che gli portasse fortuna, un cuoricino d’argento che Sottsass mi aveva regalato lungo la strada, convinta che prima di partire ne avrei comprato un altro uguale ma Sottsass, forse con ragione, si era offeso e non aveva voluto comperarmi il secondo e così non avevo portato fortuna a Kho Liang Ie e invece avevo portato un’irrimediabile sfortuna a me.<ref>Dai Diari/1974.2009, Bompiani, Milano, p.33</ref>
*Il libro, {{NDR|''[[Fight Club (romanzo)|Fight Club]]''}} tra il sadico e il noir, è ispirato dalla disperazione, dalla alienazione, dalla violenza che conducono la [[Generazione X]] alla più completa anarchia, affondata nell'angoscia dei giovani contemporanei.<br/>Ne risulta un esempio di nichilismo quasi psicopatico, o se si vuole di fondamentalismo anarchico, realizzato con invenzioni contenutistiche del tutto inconsuete e una struttura vagamente alla [[William Burroughs|William Burroughs]], dove associazioni e gruppi perversi vengono presentati in un linguaggio basato su ripetizioni fin troppo letterarie, su espressioni vernacolari del più recente slang e su termini medici a volte esoterici.<ref name=fightclub/>
*{{NDR|«Cosa pensa di quei ragazzi che affollano i concerti e parlano a modo loro?»}} Mi guardano smarriti, aspettando il blue print, un modello di comportamento che io non posso dare. E ogni volta dico loro la stessa cosa: tocca a voi mostrare la strada dell'integrità e dell'onestà, sperando che gli adulti la seguano [...] Sono i giovani che devono riportare la realtà all'innocenza originaria.<ref>Da un'intervista rilasciata nel settembre 1998; citato in Aristea Canini, ''[https://www.bergamonews.it/2019/08/18/nanda-pivano-e-la-beat-generation-il-selvaggio-kerouac-si-fidava-solo-di-lei/320930/ Nanda Pivano e la Beat generation: il selvaggio Kerouac si fidava solo di lei]'', ''BergamoNews.it'', 18 agosto 2019 e in ''[http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=21081&sez=HOME_SPETTACOLO&npl=&desc_sez= il Messaggero.it]''.</ref>
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*{{NDR|Sulla crisi del suo matrimonio nel 1976}} [[Ettore Sottsass|Sottsass]] mi aveva annientata entrando in casa con una scena di brutalità inconcepibile in un artista raffinato e dolce come lui. La scena era culminata con una mia umiliazione finale conclusa da una cena alla quale mi aveva costretta a partecipare con la sua amante che lo aveva salutato baciandolo ostentatamente sulle labbra.<ref>Dai Diari/1974.2009, Bompiani, Milano, p.136</ref>
*Sottsass si era semitrasferito da una sua amante: io avevo passato la sera a farmi intervistare da Radio Lugano. Il 29 ottobre cadeva l'anniversario del mio matrimonio che era stato nel 1949: ventisette anni di devozione e di amore che non riuscivo a rimpiangere anche se mi avevano distrutto la vita.<ref>Dai Diari/1974.2009, Bompiani, Milano, p.137</ref>
*{{NDR|SulSui maritogioielli ceduti}} Volevo far credere di aver avuto da [[Ettore Sottsass|Sottsass]]}} il pegno tradizionale del fidanzamento, una delle mie tante stupidaggini fatte in quel dopoguerra; avrei poi regalato la splendida collezione di gioielli di Sottsass esposta alla Galleria del Sestante negli anni Cinquanta al Museo Beaubourg [...] Il 21 dicembre eravamo andati ad Amsterdam a salutare per l’ultima volta Kho Liang Ie morente. Ero straziata. Mi aveva detto con quel suo dolce viso che non sorrideva più: ''Is’nt it stupid?''. Gli avevo dato, nell’illusione che gli portasse fortuna, un cuoricino d’argento che Sottsass mi aveva regalato lungo la strada, convinta che prima di partire ne avrei comprato un altro uguale ma Sottsass, forse con ragione, si era offeso e non aveva voluto comperarmi il secondo e così non avevo portato fortuna a Kho Liang Ie e invece avevo portato un’irrimediabile sfortuna a me.<ref>Dai Diari/1974.2009, Bompiani, Milano, p.29 e p.33</ref>
*{{NDR|Sui gioielli conservati}} Voltò pagina quando comiciò a lavorare bene. Un vero trickster. [...] [[Ottavio Rosati|Ottavio]] mi commosse con regali sempre più raffinati, il primo nel 1978 un ciondolo di radice di agata che resta tra i miei ricordi più cari, una collana di murrine antiche che mi portò da Venezia nel 1980, una collana d'oro che comprò al museo di Bogotà, quando andò a tenere un seminario in Bolivia negli anni Novanta. In una conferenza che fece gratis (di nascosto) in un'altra città, Medellin, lo compensarono con una scheggia di smeraldo. Che mi accompagna sempre nella scatoletta di cinghiale dove conservo le mie mitiche spille di [[Gertrude Stein]].<ref>'Rai3 tra Pirandelli e pazzarielli' ([http://www.plays.it/ipod/scritti/fernanda-pivano/76-ottavio-tra-pirandelli-e-pazzarielli Conferenza al Teatro Stabile di Torino])</ref>
{{Int|Da ''Generazioni d'amore: le quattro Americhe di Fernanda Pivano''|Dal booklet del DVD del film di Ottavio Rosati, Istituto Luce Cinecittà, Italia, 2020. Disponibile parzialmente in [https://www.plays.it/plays/produzioni/generazioni-d-amore ''Plays.it''].}}
*Improvvisamente il mio vicino di casa che è anche un mio carissimo amico da trent'anni, quello tra l'altro che mi ha fatto conoscere questo caseggiato, come lo chiamo io, lì in Via Lungara 3, ha cominciato con un pappagallo, poi due pappagalli, poi tre pappagalli, poi quattro pappagalli. Adesso ne ha sette, otto, non so. Praticamente è come se ci parlasse, insomma... Sono molto carini. Io non ho tempo di occuparmene. Mi piacerebbe, ma non ho tempo.