Papa Benedetto XVI: differenze tra le versioni

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==Citazioni di papa Benedetto XVI==
*Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell'autorità ecclesiastica, resta comunque la [[coscienza]] di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell'autorità ecclesiastica (''Commentary on the documents of Vatican II'', 1969)
* Bisogna assolutamente suscitare di nuovo la gioia di possedere intatta nella sua realtà la società di fede che proviene da Gesù Cristo. È necessario riscoprire la via di luce che è la storia dei santi, la storia di questa realtà magnifica in cui si è espressa vittoriosamente lungo i secoli la gioia del Vangelo. Se qualcuno, quando si evoca il [[Medioevo]], non trova altro nella sua memoria che il ricordo dell'Inquisizione, bisogna chiedergli dove ha gli occhi: è possibile che tali cattedrali, tali immagini dell'eterno, piene di luce e di una dignità tranquilla, avessero potuto sorgere se la fede fosse stata solo tortura per gli uomini? (citato in ''Radici Cristiane'', n. 5, anno I, p. 34)
*Che l'esempio della sua {{NDR|di [[Pierre Goursat]]}} vita di fede e quello del suo impegno missionario vi spronino e siano per voi un appello costante a camminare verso la santità! (in ''Zenit'', 3 febbraio 2011)
*Chi non avverte, oggi, il bisogno di dare più spazio alle «ragioni del cuore»? In un mondo come l'attuale dominato dalla tecnica, si sente bisogno di questa complementarietà della [[donna]], affinché l'essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi del tutto. (dal [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20090322_promozione-donna_it.html discorso] del 22 marzo 2009)
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*Se il [[buddhismo]] seduce è perché sembra una promessa di toccare l'infinito, la felicità, senza avere obbligazioni religiose concrete. Una spiritualità erotica, in qualche modo.<ref name="Tornielli" />
*Se in certe [[teologia|teologie]] ed ecclesiologie di oggi [[Maria]] non trova più posto, la ragione è semplice e drammatica: hanno ridotto la [[fede]] a un'astrazione. E un'astrazione non sa che farsene di una madre. (citato in [[Vittorio Messori]], ''Ipotesi su Maria'', Edizioni Ares, Milano 2005)
*[...] sono tratti costitutivi della fede la disponibilità a soffrire ma anche il coraggio di lottare. Ciò non manca certo a quegli uomini che dicono: la fede dovrebbe essere protesta e resistenza contro il potere di questo mondo. Ma quando si va a vedere più da vicino ci si rende conto che in realtà tali gruppi vogliono per lo più avere un altoparlante per le loro grida e per i loro slogan di partito. Accade tutt'altra cosa, invece, quando la Chiesa si oppone ai veri poteri e peccati di quest'epoca, quando essa denuncia la distruzione del matrimonio, la distruzione della famiglia, l'uccisione dei bambini non ancora nati, le deformazioni della fede: allora le si contrappone subito un Gesù che sarebbe stato solo misericordioso, sarebbe stato sempre comprensivo e non avrebbe mai fatto male a nessuno. E viene formulata la massima: non si può essere [[cristiano (religione)|cristiani]] a spese dell'essere uomini; e per essere uomini si intende poi ciò che pare e piace a ciascuno. Esser cristiani è un optional gradito, ma non deve costare nulla... Cristo è salito sulla croce: un [[Gesù]] disponibile a tollerare tutto non sarebbe stato crocifisso. (da ''Collaboratori della verità'', San Paolo, 1994<ref>Citato in ''[http://www.iltimone.org/33773,News.html Quanto Ratzinger metteva in guardia dall'inganno del «Gesù solo misericordioso» che piace al mondo]'', ''il Timone.org''.</ref>)
*Storicamente e culturalmente la [[Turchia]] ha poco da spartire con l'Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell'Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso. L'Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l'impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l'Europa. Anche se [[Kemal Ataturk]] negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell'antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall'Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l'ingresso della Turchia nell'UE sarebbe antistorico. (18 settembre 2004)<ref>Da un discorso agli operatori pastorali della diocesi di Velletri, citato in Sandro Magister, ''[http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/108781 Esercizi di disinformazione: il papa raccontato dalla grande stampa]'', ''L'Espresso Online'', 5 gennaio 2007.</ref>
*{{NDR|Parlando di [[Francesco di Sales]]}} Vissuto a cavallo tra due secoli, il Cinquecento e il Seicento, raccolse in sé il meglio degli insegnamenti e delle conquiste culturali del secolo che finiva, riconciliando l'eredità dell'umanesimo con la spinta verso l'assoluto propria delle correnti mistiche. (dall'udienza del [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2011/documents/hf_ben-xvi_aud_20110302_it.html 2 marzo 2011])
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*La [[giovinezza]] è un periodo di continua scoperta della vita, del mondo, degli altri e di se stessi. È un tempo di apertura verso il futuro, in cui si manifestano i grandi desideri di felicità, di amicizia, di condivisione e di verità, in cui si è mossi da ideali e si concepiscono progetti.
*La prima causa della nostra gioia è la vicinanza del Signore, che mi accoglie e mi ama.
*Un [[cristiano (religione)|cristiano]] non può essere mai triste perché ha incontrato Cristo, che ha dato la vita per lui.
 
{{NDR|Benedetto XVI, [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/youth/documents/hf_ben-xvi_mes_20120315_youth_it.html Messaggio per la XXVII GMG]}}
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*Il consumo brutale della creazione inizia dove non c'è [[Dio]], dove la materia è ormai soltanto materiale per noi, dove noi stessi siamo le ultime istanze, dove l'insieme è semplicemente proprietà nostra e lo consumiamo solo per noi stessi. E lo spreco della creazione inizia dove non riconosciamo più alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi; inizia dove non esiste più alcuna dimensione della vita al di là della morte, dove in questa vita dobbiamo accaparrarci il tutto e possedere la vita nella massima intensità possibile, dove dobbiamo possedere tutto ciò che è possibile possedere. (dall'incontro con il clero della diocesi di Bressanone, 6 agosto 2008)
*I Santi non sono un ornamento che riveste la Chiesa dall'esterno, ma sono come i fiori di un albero che rivelano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre. (dal [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/january/documents/hf_ben-xvi_spe_20110129_collegio-etiopico_it.html discorso] del 29 gennaio 2011)
*Il [[CristianesimoCristiano (religione)|cristiano]] non deve essere tiepido. L'Apocalisse ci dice che questo è il più grande pericolo del cristiano: che non dica di no, ma un sì molto tiepido. Questa tiepidezza proprio discredita il cristianesimo. La fede deve divenire in noi fiamma dell'amore, fiamma che realmente accende il mio essere, diventa grande passione del mio essere, e così accende il prossimo. Questo è il modo dell'[[evangelizzazione]]: «Accéndat ardor proximos», che la verità diventi in me carità e la carità accenda come fuoco anche l'altro. Solo in questo accendere l'altro attraverso la fiamma della nostra carità, cresce realmente l'evangelizzazione, la presenza del Vangelo, che non è più solo parola, ma realtà vissuta. (da [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2012/october/documents/hf_ben-xvi_spe_20121008_meditazione-sinodo_it.html ''Meditazione nel corso della prima congregazione generale''], XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 8 ottobre 2012)
*La [[Chiesa]] vive, cresce e si risveglia nelle anime, che – come la Vergine Maria – accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell'Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi. (da [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2013/february/documents/hf_ben-xvi_spe_20130228_congedo-cardinali_it.html ''Saluto di congedo agli Em.mi Signori Cardinali'', 28 febbraio 2013, Roma])
*L'annuncio cristiano, il cristianesimo non è un pacchetto complicatissimo di tanti dogmi, così che nessuno può conoscerli tutti; non è cosa solo per accademici, che possono studiare queste cose, ma è cosa semplice: Dio c'è e Dio è vicino in Gesù Cristo. (da [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2007/july/documents/hf_ben-xvi_spe_20070724_clero-cadore_it.html ''Incontro con il clero delle diocesi di Belluno-Feltre e Treviso'', 24 Luglio 2007, Auronzo di Cadore])
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===Discorso ai rappresentanti presso le organizzazioni internazionali, 18 Marzo 2006===
* Le relazioni fra gli Stati e negli Stati sono giuste nella misura in cui esse rispettano la verità. Quando, invece, la verità è oltraggiata, la pace è minacciata, il diritto viene compromesso, allora, con logica conseguenza, si scatenano le ingiustizie.
* La [[verità]], infatti, trova forza in se stessa e non nel numero dei consensi che riceve.
 
{{NDR|Benedetto XVI, [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20060318_intern-organizations_it.html Discorso] ai rappresentanti della Santa Sede presso le Organizzazioni Internazionali, 18 Marzo 2006}}
 
===Discorso in apertura del convegno della diocesi di Roma, 11 Giugno 2007===
* In una società e in una cultura che troppo spesso fanno del relativismo il proprio credo – il [[relativismo]] è diventato una sorta di dogma –, in una simile società viene a mancare la luce della verità, anzi si considera pericoloso parlare di verità, lo si considera "autoritario", e si finisce per dubitare della bontà della vita – è bene essere uomo? è bene vivere? – e della validità dei rapporti e degli impegni che costituiscono la vita.
* Oggi più che nel passato l'educazione e la formazione della persona sono influenzate da quei messaggi e da quel clima diffuso che vengono veicolati dai grandi mezzi di comunicazione e che si ispirano ad una mentalità e cultura caratterizzate dal relativismo, dal consumismo e da una falsa e distruttiva esaltazione, o meglio profanazione, del corpo e della sessualità.
 
{{NDR|Benedetto XVI, [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2007/june/documents/hf_ben-xvi_spe_20070611_convegno-roma_it.html Discorso] in apertura del convengo della diocesi di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano, 11 Giugno 2007}}
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*{{NDR|[[Benedetto XV]]}} Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti. (da [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2005/documents/hf_ben-xvi_aud_20050427_it.html Udienza Generale, 27 aprile 2005])
*{{NDR|[[San Benedetto da Norcia]]}} costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà. (da [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2005/documents/hf_ben-xvi_aud_20050427_it.html Udienza Generale, 27 aprile 2005])
* Di fatto il [[Vangelo]] predicato da Ireneo è quello che egli ha ricevuto da [[Policarpo di Smirne|Policarpo]], Vescovo di Smirne, e il Vangelo di Policarpo risale all'[[Giovanni apostolo ed evangelista|apostolo Giovanni]], di cui Policarpo era discepolo. E così il vero insegnamento non è quello inventato dagli intellettuali al di là della [[fede]] semplice della Chiesa. Il vero Evangelo è quello impartito dai Vescovi, che lo hanno ricevuto in una catena ininterrotta dagli Apostoli. Questi non hanno insegnato altro che questa fede semplice, che è anche la vera profondità della [[Rivelazione]] di Dio. Così -ci dice Ireneo- non c'è una dottrina segreta dietro il comune [[Credo apostolico|Credo]] della Chiesa. Non esiste un cristianesimo superiore per intellettuali. La fede pubblicamente confessata dalla Chiesa è la fede comune di tutti. Solo questa fede è apostolica, viene dagli [[Apostolo|Apostoli]], cioè da [[Gesù]] e da Dio. ([http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20070328.html/ Udienza Generale, 28 marzo 2007])
*Per il clima che lo contraddistingue, il [[Natale]] è una festa universale. Anche chi non si professa credente, infatti, può percepire in questa annuale ricorrenza cristiana qualcosa di straordinario e di trascendente, qualcosa di intimo che parla al cuore. È la festa che canta il dono della vita. La nascita di un bambino dovrebbe essere sempre un evento che reca gioia; l'abbraccio di un [[neonato]] suscita normalmente sentimenti di attenzione e di premura, di commozione e di tenerezza. Il Natale è l'incontro con un neonato che vagisce in una misera grotta. Contemplandolo nel presepe come non pensare ai tanti bambini che ancora oggi vengono alla luce in una grande povertà, in molte regioni del mondo? Come non pensare ai neonati non accolti e rifiutati, a quelli che non riescono a sopravvivere per carenza di cure e di attenzioni? Come non pensare anche alle famiglie che vorrebbero la gioia di un figlio e non vedono colmata questa loro attesa? Sotto la spinta di un consumismo edonista, purtroppo, il Natale rischia di perdere il suo significato spirituale per ridursi a mera occasione commerciale di acquisti e scambi di doni! In verità, però, le difficoltà, le incertezze e la stessa crisi economica che in questi mesi stanno vivendo tantissime famiglie, e che tocca l'intera l'umanità, possono essere uno stimolo a riscoprire il calore della semplicità, dell'amicizia e della solidarietà, valori tipici del Natale. Spogliato delle incrostazioni consumistiche e materialistiche, il Natale può diventare così un'occasione per accogliere, come regalo personale, il messaggio di speranza che promana dal mistero della nascita di Cristo. (dall'[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20081217_it.html Udienza Generale, 17 dicembre 2008])
*Il [[Natale]] è un'opportunità privilegiata per meditare sul senso e sul valore della nostra esistenza. L'approssimarsi di questa solennità ci aiuta a riflettere, da una parte, sulla drammaticità della storia nella quale gli uomini, feriti dal peccato, sono perennemente alla ricerca della felicità e di un senso appagante del vivere e del morire; dall'altra, ci esorta a meditare sulla bontà misericordiosa di Dio, che è venuto incontro all'uomo per comunicargli direttamente la Verità che salva, e per renderlo partecipe della sua amicizia e della sua vita. Prepariamoci, pertanto, al Natale con umiltà e semplicità, disponendoci a ricevere in dono la luce, la gioia e la pace, che da questo mistero si irradiano. Accogliamo il Natale di Cristo come un evento capace di rinnovare oggi la nostra esistenza. L'incontro con il Bambino Gesù ci renda persone che non pensano soltanto a se stesse, ma si aprono alle attese e alle necessità dei fratelli. In questa maniera diventeremo anche noi testimoni della luce che il Natale irradia sull'umanità del terzo millennio. (dall'[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20081217_it.html Udienza Generale, 17 dicembre 2008])
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*La famiglia è Chiesa domestica e deve essere la prima scuola di preghiera. Nella famiglia i bambini, fin dalla più tenera età, possono imparare a percepire il senso di Dio, grazie all'insegnamento e all'esempio dei genitori: vivere in un'atmosfera segnata dalla presenza di Dio. Un'educazione autenticamente cristiana non può prescindere dall'esperienza della preghiera. Se non si impara a [[preghiera|pregare]] in famiglia, sarà poi difficile riuscire a colmare questo vuoto. (dall'[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2011/documents/hf_ben-xvi_aud_20111228_it.html Udienza Generale, 28 dicembre 2011])
*«Sursum corda», innalziamo i nostri cuori al di fuori del groviglio delle nostre preoccupazioni, dei nostri desideri, delle nostre angustie, della nostra distrazione. Il nostro cuore, l'intimo di noi stessi, deve aprirsi docilmente alla Parola di Dio e raccogliersi nella preghiera della Chiesa, per ricevere il suo orientamento verso Dio dalle parole stesse che ascolta e dice. Lo sguardo del cuore deve dirigersi al Signore, che sta in mezzo a noi: è una disposizione fondamentale. (dall' [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2012/documents/hf_ben-xvi_aud_20120926_it.html Udienza Generale, 26 settembre 2012])
* La [[liturgia]] allora non è il ricordo di eventi passati, ma è la presenza viva del Mistero Pasquale di Cristo che trascende e unisce i tempi e gli spazi. Se nella celebrazione non emerge la centralità di Cristo non avremo liturgia cristiana, totalmente dipendente dal Signore e sostenuta dalla sua presenza creatrice. (dall'[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2012/documents/hf_ben-xvi_aud_20121003_it.html Udienza Generale, 3 ottobre 2012])
*La [[liturgia]] è l'atto nel quale crediamo che Dio entra nella nostra realtà e noi lo possiamo incontrare, lo possiamo toccare. È l'atto nel quale entriamo in contatto con Dio: Egli viene a noi, e noi siamo illuminati da Lui. Per questo, quando nelle riflessioni sulla liturgia noi centriamo la nostra attenzione soltanto su come renderla attraente, interessante bella, rischiamo di dimenticare l'essenziale: la liturgia si celebra per Dio e non per noi stessi; è opera sua; è Lui il soggetto; e noi dobbiamo aprirci a Lui e lasciarci guidare da Lui e dal suo Corpo che è la Chiesa. (dall'[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2012/documents/hf_ben-xvi_aud_20121003_it.html Udienza Generale, 3 ottobre 2012])
 
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===Citazioni===
*All'inizio dell'essere [[cristiano (religione)|cristiano]] non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.
*[[Amore]] è «[[estasi]]», ma estasi non nel senso di un momento di ebbrezza, ma estasi come cammino, come esodo permanente dall'io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio.
*Chi vuol donare [[amore]], deve egli stesso riceverlo in dono.
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===Citazioni===
* L'[[eternità]] non è un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. Sarebbe il momento dell'immergersi nell'oceano dell'infinito amore, nel quale il tempo – il prima e il dopo – non esiste più. Possiamo soltanto cercare di pensare che questo momento è la vita in senso pieno, un sempre nuovo immergersi nella vastità dell'essere, mentre siamo semplicemente sopraffatti dalla gioia.
* La verità e la giustizia devono stare al di sopra della mia comodità ed incolumità fisica.
* La vittoria della ragione sull'irrazionalità è anche uno scopo della fede cristiana.
* [[Karl Marx|Marx]] non ha solo mancato di ideare gli ordinamenti necessari per il nuovo mondo – di questi, infatti, non doveva più esserci bisogno. Che egli di ciò non dica nulla, è logica conseguenza della sua impostazione. Il suo errore sta più in profondità. Egli ha dimenticato che l'uomo rimane sempre uomo. Ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato la sua [[libertà]]. Ha dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il [[male]]. Credeva che, una volta messa a posto l'[[economia]], tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo: l'uomo, infatti, non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente dall'esterno creando condizioni economiche favorevoli.
* [[preghiera|Pregare]] non significa uscire dalla storia e ritirarsi nell'angolo privato della propria felicità. Il giusto modo di pregare è un processo di purificazione interiore che ci fa capaci per Dio e, proprio così, anche capaci per gli uomini.
* Ragione e fede hanno bisogno l'una dell'altra per realizzare la loro vera natura e la loro missione.
* Si rende evidente l'ambiguità del [[progresso]]. Senza dubbio, esso offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche possibilità abissali di male – possibilità che prima non esistevano.
* Soffrire con l'altro, per gli altri; soffrire per amore della verità e della giustizia; soffrire a causa dell'amore e per diventare una persona che ama veramente – questi sono elementi fondamentali di [[umanità (qualità)|umanità]], l'abbandono dei quali distruggerebbe l'uomo stesso.
* «[[Speranza]]», di fatto, è una parola centrale della [[fede]] biblica – al punto che in diversi passi le parole «fede» e «speranza» sembrano interscambiabili.
* Verità, giustizia, amore non sono semplicemente ideali, ma realtà di grandissima densità.
 
===[[Explicit]]===
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===Citazioni===
* Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta. La verità è luce che dà senso e valore alla carità. Questa luce è, a un tempo, quella della ragione e della fede, attraverso cui l'intelligenza perviene alla verità naturale e soprannaturale della carità: ne coglie il significato di donazione, di accoglienza e di comunione. Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L'amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell'amore in una cultura senza verità. Esso è preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei soggetti, una parola abusata e distorta, fino a significare il contrario. La verità libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali, e di un fideismo che la priva di respiro umano ed universale.
* La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende «minimamente d'intromettersi nella politica degli Stati» . Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell'uomo, della sua dignità, della sua vocazione. Senza verità si cade in una visione empiristica e scettica della vita, incapace di elevarsi sulla prassi, perché non interessata a cogliere i valori — talora nemmeno i significati — con cui giudicarla e orientarla. La fedeltà all'uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà (cfr Gv 8,32) e della possibilità di uno sviluppo umano integrale. Per questo la Chiesa la ricerca, l'annunzia instancabilmente e la riconosce ovunque essa si palesi. Questa missione di verità è per la Chiesa irrinunciabile. La sua dottrina sociale è momento singolare di questo annuncio: essa è servizio alla verità che libera. Aperta alla verità, da qualsiasi sapere provenga, la dottrina sociale della Chiesa l'accoglie, compone in unità i frammenti in cui spesso la ritrova, e la media nel vissuto sempre nuovo della società degli uomini e dei popoli.
* Il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità.
* Il [[mercato]] non è, e non deve perciò diventare, di per sé il luogo della sopraffazione del forte sul debole.
* Il [[mercato]] non esiste allo stato puro. Esso trae forma dalle configurazioni culturali che lo specificano e lo orientano.
* Ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale.
* I [[diritti]] presuppongano doveri senza i quali si trasformano in arbitrio.
* La natura è espressione di un disegno di amore e di verità.
* I progetti per uno sviluppo umano integrale non possono pertanto ignorare le generazioni successive, ma devono essere improntati a solidarietà e a giustizia intergenerazionali.
* Uno dei maggiori compiti dell'economia è proprio il più efficiente uso delle risorse, non l'abuso.
* La ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede, e questo vale anche per la ragione politica, che non deve credersi onnipotente. A sua volta, la religione ha sempre bisogno di venire purificata dalla ragione per mostrare il suo autentico volto umano. La rottura di questo dialogo comporta un costo molto gravoso per lo sviluppo dell'umanità.
*Ragione e [[fede]] si aiutano a vicenda. Solo assieme salveranno l'uomo. Attratta dal puro fare tecnico, la ragione senza la fede è destinata a perdersi nell'illusione della propria onnipotenza. La fede senza la ragione, rischia l'estraniamento dalla vita concreta delle persone.
 
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==''L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa'' ==
* La religione politica non ha alcuna verità. Essa poggia su una canonizzazione della consuetudine contro la verità. Questa rinuncia alla verità, anzi lo stare contro la verità per amore della consuetudine, è stata perfino ammessa dai rappresentanti della religione romana -Scevola, Varrone, [[Seneca]]. [...] La religione politica dei Romani non ha alcuna verità, ma al di sopra di essa esiste una verità, e tale verità è che l'asservimento dell'uomo a consuetudini ostili alla verità lo pone in balìa di potenze antidivine che la fede cristiana nomina demoni. (pp. 81-82)
* [Nella religione politica e romana] Il bene dello Stato che si crede legato al persistere e sopravvivere delle sue antiche forme, viene posto al di sopra del valore della verità. Qui [[Agostino d'Ippona|Agostino]] vede scoppiare in tutta la sua asprezza il contrasto vero e proprio: secondo la concezione romana, la religione è una istituzione dello Stato, quindi una sua funzione, e come tale è subordinata ad esso. Non è un assoluto il quale sia indipendente dagli interessi dei gruppi che la rappresentano, ma un valore strumentale rispetto allo "Stato" assoluto. Secondo la religione cristiana, per contro, nella religione non si tratta di consuetudine ma di verità, che quindi non viene istituita dallo Stato, ma ha per se stessa una nuova comunità la quale abbraccia tutti quanti vivono della verità di Dio. (p. 82)
* Il servigio agli idoli non è, invero, solo uno stolto affaccendarsi senza oggetto, ma, consegnando l'uomo in balìa della negazione della verità diviene servigio ai [[demone|dèmoni]]: dietro gli dèi irreali sta il potere sommamente irreale e dietro la schiavitù alla consuetudine vi è il servaggio agli spiriti malvagi. In ciò sta la vera profondità a cui scende la liberazione cristiana e la libertà conquistata in essa: liberando dalla consuetudine affranca da un potere, che l'uomo ha lui stesso dapprima creato, ma che di gran lunga si è levato sul suo capo e ora è signore su di lui; è divenuto un potere oggettivo, indipendente da lui, breccia d'invasione da parte della potenza del male come tale, che lo sopraffà, cioè dei "demoni". (p. 83)
 
{{NDR|Joseph Ratzinger, ''L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa'' (''Die Einheit der Nationen. Eine vision der Kirchenväter''), traduzione di Giulio Colombi, a cura di Giovanni Maria Vian, edito da dalla Libreria Editrice Vaticana e da Morcelliana Edizioni (serie "Pellicano rosso", vol. 102), 2ª edizione riveduta, 2009, OCLC 72415016}}