Liliana Segre: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix citazioni
Riga 14:
*Quando ho conosciuto [[Sergio Mattarella|Mattarella]] e abbiamo parlato eravamo tutti e due con i capelli bianchi, alle spalle anche lui ha avuto un dramma che ti segna la vita, ci siamo ritrovati come un fratello e una sorella. È il presidente della Repubblica, ma io lo considero come mio fratello, come una persona che fa parte della mia famiglia. Ho letto anch'io cosa hanno scritto in rete, quando gli hanno augurato la fine di suo fratello mi son venute in mente le minacce contro di me da bambina, rispondevo al telefono e una voce mi chiedeva: perché non muori? Perché non morite? Questi cattivi sentimenti ci sono sempre stati, il web li amplifica, ma non è solo una questione di mezzi di espressione. Ci sono i tempi che consentono a queste persone di comportarsi così. C’è stato un tempo dopo la guerra, dopo l’orrore di milioni di morti, che queste parole e questi comportamenti sono sembrati sparire. Sono arrivate altre esigenze, la gente ha pensato all’arricchirsi, a farsi notare. La bellezza, il consumismo, il successo, essere qualcuno, sono diventati idoli. Poi gli idoli cadono e nel vuoto sono tornate parole antiche.<ref name="democrazia"/>
*Ho la paura della perdita della [[democrazia]], perché io so cos’è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c’è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui.<ref name="democrazia"/>
*Ho sempre creduto poco nell'[[Unione Europea|Europa unita]]. Ci ha lasciato soli di fronte ai migranti.<ref>Citato in https://www.la7.it/embedded/la7?w=640&h=360&tid=player&content=245601 (''L'aria che tira'')</ref>
*La giornata era scandita dall'essere lavoratori schiavi, che però era una fortuna rispetto a quelle che facevano parte dei commandi -così venivano chiamati. Credo che una delle ragioni per cui de l'ho fatta, è stata di lavorare al coperto dentro la fabbrica. Quelli obbligati ad altri lavori, a scaricare le pietre da un camion -inutilmente, perchè dall'altra parte un altro gruppo le ricaricava-, scavare delle buche che gli altri riempivano, [erano] quei lavori che servivano per uccidere senza sprecare nè le munizioni nè lo [[w:it:Zyklon B|Zyklon B]]. {{NDR|E poi dopo queste ore di lavoro, c'era di nuovo il ritorno ad Auschwitz?}} Dopo queste ore di lavoro veramente da schiavi, si tornava a piedi -sempre- al campo. Si affondava nel fango, nella neve, eravamo fradice d'acqua. Si tornava al campo, e quel momento, invece di essere di relax che uno si riposa dopo quella giornata, c'era questa visione del crematorio: a seconda del fumo o della fiamma, capivamo se stava lavorando o se aveva già lavorato. Andavamo nelle baracche e lì ci davano questo pezzo di pane della sera, che era sognato per tutto il giorno. Poi c'era la notte. E la notte del lager è una cosa di cui non si parla mai. E la notte del lager è invece importantissima, perchè si sentono le grida di quelli che vanno al gas, si sentono i richiami delle mamme che non perdono i bambini, i bambini in tutte le lingue d'europa, dei mariti che han perso le mogli. E noi sapevamo dove andavano: era la notte.<ref>IntervistataDal'intervista dadi Lucia Ascione, [https://www.youtube.com/watch?v=sVTtoXeQgZ0/ ''Liliana Segre, a 13 anni deportata ad Auschwitz''], su ''[[w:it:Tv2000it|Tv2000it]]Tv 2000'', 24 gennaio 2018, (dal minuto15minuto 15:55 al minuto 18:55. URL archiviato il [http://archive.is/A6VPx/ 27 luglio 2019]).</ref>
*Questo è un anno dalla doppia ricorrenza, le orrende [[Leggi razziali fasciste|leggi razziste]] e, fortunatamente, dieci anni dopo, l'entrata in vigore della [[Costituzione Italiana|Carta fondamentale]]. Il filo rosso che le unisce è l'articolo 3, quel Manifesto dell'eguaglianza e della [[dignità]] umana che deriva direttamente dalla [[rivoluzione francese]].<ref>Citato in {{cita web | url = [https://www.ilsecoloxix.it/genova/2019/01/28/news/giornata-della-memoria-il-rabbino-capo-di-genova-sui-migranti-non-possiamo-rimanere-indifferenti-1.30302420 | titolo = ''Giornata della Memoria, il rabbino capo di Genova: «Sui migranti non possiamo rimanere indifferenti»'' | data = 26 gennaio 2019}}], su ''Il Secolo XIX'', Cronaca26 localegennaio di2019, Genova. URL archiviato il [http://archive.is/Ixp0f/ 9 agosto 2019].</ref>
*Chi entra nel memoriale della Shoah trova scritta una parola: indifferenza. Da senatrice ho depositato un disegno di legge per istituire una commissione parlamentare bicamerale di monitoraggio e di controllo sugli “hate speech”, i discorsi d’odio. Un invito che il Consiglio d'Europa ha fatto ai 47 Stati membri, il nostro sarebbe il primo caso. Le parole d'odio sono l'anticamera della fine della democrazia. L'imbarbarimento del linguaggio è arrivato a livelli intollerabili. In questi giorni si è scritto di un mercato di divise da deportati di Dachau, che parole si possono trovare?<ref name="democrazia"/>
*La mia speranza è che un giorno possano nascere gli Stati Uniti d’Europa, ora appare un’utopia, lo abbiamo visto sulla questione dei migranti, in cui ogni Stato ha dato spazio al suo egoismo nazionale. Io la speranza ce l’ho, ho sempre scelto la vita, ho conosciuto nella mia vita tanti affetti, un lungo amore.<ref name="democrazia"/>
*Li vedevamo insieme ai loro bambini mentre accendevano fuochi, stendevano i panni. Avevano una vita, mentre noi eravamo scheletri che vagavano. Li guardavamo e ci dicevamo: che fortunati, questi, ma chi sono? C'era spesso il vento, ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]], che spazzava il campo. Una mattina vediamo rotolare polvere, stracci e brandelli di vestiti. E dove sono andati a finire, gli [[zingari]]? Quelle che sapevano tutto hanno risposto: li hanno gasati tutti stanotte. Non lo posso dimenticare. Io sono la memoria di quello che è successo.<ref>Da intervista di Paolo G. Brera, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2018/06/05/news/fiducia_governo_m5s_lega_liliana_segre_campi_rom-198270740/ Liliana Segre: "Ricordo quei rom morti nel mio lager. Dirò no finché vivo alle leggi speciali"]'', ''Rep.repubblica.it'', 5 giugno 2018.</ref>
*Quando sono stata espulsa dalla scuola, giorni per me drammatici, papà chiamò la maestra che avevo avuto in prima e seconda elementare: venga, per favore, signorina... Abitavamo vicino a scuola. La aspettavo affettuosa, invece è stata pochissimo e ha detto: "Ma cosa c'entro, io? Non le ho fatte mica io le leggi razziali!". Poi mi ha abbracciata, se n'è andata e non l'ho mai più sentita ne vista. Non era "cattiva", era una persona qualunque. Era la banalità del grande male che mi ha fatto.<ref>Da Dall'intervista di Paolo G. Brera, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2018/06/20/news/tema_maturita_liliana_segre-199563210/ Liliana Segre e la Maturità antirazzista: "Quel tema un grido che batte l'indifferenza"]'', ''Rep.repubblica.itla Repubblica'', 20 giugno 2018.</ref>
*Nei campi di sterminio rimasi sola, e non rividi più mio padre. Chi è stato ad [[Auschwitz]] ha sentito per anni l’odore di carne bruciata: non te lo togli più di dosso. E poi rimani sempre quel numero.<ref name="gita">Citato in ''[http://www.lastampa.it/2018/10/23/verbania/lappello-di-liliana-segre-da-verbania-non-portare-i-bimbi-in-gita-premio-ad-auschwitz-EhKT58eXnLWOu4lRnwjmFI/pagina.html L’appello di Liliana Segre da Verbania: “Non portate i bimbi in gita premio ad Auschwitz”]'', ''La Stampa.it'', 23 ottobre 2018.</ref>
*Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio. Lì si va in pellegrinaggio. Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri, senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora.<ref name="gita"/>
*Se si ammettono le parole dell'[[odio]] nel contesto pubblico, se si accoglie lo hate speech nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l'odio l'ho visto. L'ho sofferto. E so dove può portare. Per questo vado a parlare con gli studenti. Gli racconto un passato figlio dell'odio e del rancore disumano e loro mi ascoltano con un'attenzione di cui non smetto di essergli grata.<ref>Da intervistaDall'ntervista di Simonetta Fiori, ''[https://www.repubblica.it/scuola/2019/02/25/news/liliana_segre_ministro_ci_ripensi_non_rubiamo_il_passato_ai_ragazzi_-220133699/ Niente tema storico alla Maturità, Liliana Segre: "Ministro, ci ripensi, non rubiamo il passato ai ragazz]i"'', ''la Repubblica.it'', 25 febbraio 2019.</ref>
*Bisogna dare i premi Nobel a chi li merita veramente, non a una cittadina molto più semplice come sono io. Lasciamo i Nobel ai Nobel.<ref>Intervistata da [https://www.corriere.it/cronache/19_dicembre_14/liliana-segre-nobel-la-pace-io-sono-semplice-cittadina-lasciamolo-chi-merita-b40a1eb8-1e65-11ea-9389-bd538526c9e7.shtml/ ''Liliana Segre sul Nobel per la Pace: «Io sono una semplice cittadina, lasciamolo a chi lo merita»'']. Coeire della Sera, Cuneo, 14 dicembre 2019. URL archiviato il [http://archive.is/FS5Yf/ 14 dicembre 2019].</ref>
*Una via per [[Giorgio Almirante|Almirante]] a [[Verona]]? Oh, povera strada! Mi chiedo se sia lo stesso Comune. Le due scelte sono di fatto incompatibili, per storia, per etica e per logica. La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l’una all’altra.<ref>Citato in {{cita web|[https://www.ilpost.it/2020/01/22/segre-almirante-verona/| "Liliana Segre sulla strada di Verona intitolata ad Almirante: «Povera strada!»"|}}''], ''Il Post'', 22 gennaio 2020.</ref>
 
==Citazioni su Liliana Segre==