Guido Zucchini (storico): differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Palazzo del Podestà
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*A lui {{NDR|Aristotile Fieravanti}} si deve con ogni probabilità il modello del palazzo del Podestà ordinato dal Reggimento nel 1472, giacché occorreva riparare la facciata verso la piazza maggiore che il Burselli diceva ruinosa per l'antichità. E bene si sarà apposto il Comune ad affidare lo studio dei nuovi lavori al {{sic|Fieravanti}}, allora massimo della sua fama, cercato e invidiato dalle corti d'Italia e di fuori, peregrinante in quegli anni tra Roma, Napoli (1471) e Bologna. A nessuno meglio che a lui conveniva risolvere il problema di rifare il grande portico e la facciata romanica senza demolire interamente né l'uno né l'altro, ma solo rivestendoli con nuove forme. (p. 83)
 
*[...] se le decorazioni delle candeliere e i capitelli e le modanature si devono a tagliapietre toscani, l'insieme architettonico del [[Palazzo del Podestà (Bologna)|palazzo {{NDR|del Podestà}}]] mostra essere il parto di un artefice locale che nel disegnare il modello ebbe a guida le esigenze tecniche della costruzione, le nuove forme rinascenti e specialmente il partito delle lesene importato da Pagno di Lapo e infine alcuni usi prettamente locali, come quello di porre finestrelle circolari del fregio onde illuminare il grande e tradizionale soffitto piano ricco di legni intagliasti e dipinti. (p. 83)
 
*Alla pace interna {{NDR|nella città di Bologna}} fa riscontro un nuovo sviluppo delle arti, specialmente dell'architettura: sì che la distruzione del [[palazzo Bentivoglio]] {{NDR|nel 1507}} sembra davvero segnare la morte delle eleganze e delle decorazioni minute e trite del quattrocento e l'inizio di una nuova rinascita {{sic|inspirata}} dagli esempi classici. (p. 116)