Alessandro Baricco: differenze tra le versioni

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*Col tempo iniziò a concedersi un piacere che prima si era sempre negato: a coloro che andavano a trovarlo, raccontava dei suoi viaggi. Ascoltandolo, la gente di Lavilledieu imparava il mondo e i bambini scoprivano cos'era la meraviglia. Lui raccontava piano, guardando nell'aria cose che gli altri non vedevano.
*Tutto li stupiva:in segreto, anche la loro felicità.
 
== ''The Game'' ==
===''The [[Incipit]] =Game''==
===[[Incipit]]===
*Una decina di anni fa ho scritto un libro che si intitolava ''I barbari''. A quei tempi accadeva a molte persone normali, e a quasi tutte quelle che avevano studiato, di ritrovarsi a denunciare un fatto sconcertante: alcuni dei gesti piú alti, belli e dotati di senso che gli umani avessero messo a punto in secoli di applicazione stavano perdendo ciò che avevano di pili prezioso, scivolando apparentemente verso un fare disattento e semplicistico. Che si trattasse di mangiare, studiare, divertirsi, viaggiare o scopare, cambiava poco: gli umani sembravano aver disimparato a fare tutte quelle cose in bel modo, con la dovuta attenzione e con la cura sapiente che avevano imparato dai loro padri. Si sarebbe detto che preferissero tirarle via velocemente e in modo superficiale.
 
=== Citazioni ===
*Stiamo generando una civiltà piacevole ma che non sembra in grado di reggere l'onda d'urto del reale. E una civiltà festiva, ma il mondo e la storia non lo sono: smantellare la nostra capacità di pazienza, fatica, lentezza non finirà per produrre generazioni incapaci di resistere ai rovesci della sorte o anche solo alla violenza inevitabile di qualsiasi sorte? A furia di allenare skill leggere — si inizia a pensare - stiamo perdendo la forza muscolare necessaria al corpo a corpo col reale: da qui una certa tendenza a sfumarlo, il reale, a evitarlo, a sostituirlo con rappresentazioni leggere che ne adattano i contenuti rendendoli compatibili con i nostri device e con il tipo di intelligenza che si è sviluppata nelle loro logiche. Siamo sicuri che non sia una tattica suicida? (p. 17)
*Questo ostinato sospetto che la percezione del mondo dettata dalle nuove tecnologie si perda tutta una parte della realtà, probabilmente la migliore: quella che pulsa sotto la superficie delle cose, là dove solo un cammino paziente, faticoso e raffinato può condurre. È un luogo per cui abbiamo coniato, in passato, una parola poi divenuta totemica: PROFONDITÀ. (p. 18)
*CREDIAMO CHE LA RIVOLUZIONE MENTALE SIA UN EFFETTO DELLA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA, E INVECE DOVREMMO CAPIRE CHE È VERO IL CONTRARIO. pensiamo che il mondo digitale sia la causa di tutto e dovremmo, al contrario, leggerlo per quello che probabilmente è, cioè un effetto: la conseguenza di una qualche rivoluzione mentale. Guardiamo la mappa alla rovescia, giuro. Bisogna girarla. Bisogna invertire quella dannata sequenza: ''prima'' la rivoluzione mentale, ''poi'' quella tecnologica. Pensiamo che i computer abbiano generato una nuova forma di intelligenza (o stupidità, chiamatela come volete): invertite la sequenza, subito: un nuovo tipo di intelligenza a generato i computer. Che vuol dire: una certa mutazione mentale si è procurata gli strumenti adatti al suo modo di stare al mondo e l’hol'ho fatto molto velocemente: quel che ha fatto lo chiamiamo rivoluzione digitale. (p. 31)
*Se salti le mediazioni, metti fuori gioco la casta dei mediatori e alla lunga a niente tutte le vecchie élite. Il postino, il libraio, il docente universitario: tutti sacerdoti, seppure in modo diverso, tutti i membri di un’éliteun'élite a cui si era soliti riconoscere una particolare competenza, un’autoritàun'autorità e alla fine un certo potere. (p. 76)
*La conseguenza inevitabile e che in un numero significativo di umani si fa largo la convinzione che si possa fare a meno delle mediazioni, degli esperti, dei sacerdoti: molti ne deducono di essere stati garbati per secoli. Si guardano intorno e, animati da una certa comprensibile venatura di sentimento, cercano la prossima mediazione da distruggere, il prossimo passaggio da saltare, la prossima casta sacerdotale da rendere inutile. Se hai scoperto di poter allegramente fare a meno del tuo agente di viaggio, perché non iniziare a pensare di fare fuori il medico di famiglia? in un ambito che largamente sopravvalutato, cioè la politica, l’attualel'attuale individuazione degli elettori per una qualche forma di leaderismo populista che tende a saltare la mediazione dei partiti tradizionali, e in fondo anche dei ragionamenti, può dare un’ideaun'idea particolarmente chiara del fenomeno. Ma si tratta, come dico, solo di un esempio, e neanche di quello più importante. (p. 77)
*C'era questo mio figlio piccolo, un omino di tre anni, che si era inerpicato su una sedia per guardare da vicino il [[giornale]] che avevo lasciato aperto sul tavolo. Non intendeva leggerlo, non era cosi intelligente. L'aveva attirato la foto di un calciatore, ed era salito sulla sedia per guardarsela bene. Io lo controllavo dalla stanza vicina, giusto per vedere che non cadesse giúgiù. Ma invece di cadere iniziò a sfiorare la foto con un dito, proprio come faceva il vecchio [[Steve Jobs|Jobs]], quel giorno, davanti a tutta quella gente. Lo fece una, due, tre volte. Lo vidi constatare, seccato, che non succedeva niente. Senza grandi illusioni provò a zoomare, proprio in quel modo là, pollice e indice ad allontanarsi, dolcemente. Niente. Allora rimase per un attimo interdetto a fissare quella fissità e io sapevo che stava misurando la disfatta di un'intera civiltà, la mia. Capii in quel momento che da grande non avrebbe letto giornali cartacei e a scuola si sarebbe rotto i coglioni a palla. (p. 130)
*Alla lunga quello che è accaduto e che abbiamo finito per aspettarci dalla vita quello che vedevamo funzionare nella prassi dei nostri piccoli gesti quotidiani: se per telefonare non avevo che da sfiorare uno schermo con le dita scegliendo velocemente fra un numero ristretto di opzioni dove è un caos di possibilità era riportato a un ordine sintetico e perfino divertente, perché mai a scuola non funzionava così? E perché avrei dovuto viaggiare in qualche altro modo? O mangiare? E perché capire la politica doveva essere invece più complesso? O leggere un giornale. Ho scoprire la verità. O, al limite, trovare qualcuno da amare?<br>Così, a poco a poco, abbiamo iniziato a pensare alla rovescia un po’po' tutti, e ad adottare, come utile, la regola che qualsiasi partita si poteva giocare a patto di poter disporre i pezzi su quella scacchiera illuminata che la superficie del mondo: finché rimanevano nascosti in profondità, controllati a vista da caste sacerdotali, tutto era immensamente più incasinato: e infondo ingiusto, falso e pericoloso. Così, in una spettacolare impresa collettiva, ci siamo messi a dissotterrare il cuore del mondo e a posarlo in superficie: l’habitatl'habitat in cui ci siamo scoperti adatti a vivere. (pp. 154-155)
*Per un lungo istante, che forse non è ancora finito, la distinzione tra profeti e coglioni è diventata visibile solo a occhi molto freddi e allenati. Ce n'era abbastanza per sconcertare i più lenti e per mettere in allarme i più svegli. (p. 158)
*Ti servono solo velocità, superficialità, energia. Il tuo stare nelle cose è un movimento, una immobilità; scendere in profondità di rallenta solo, il senso di qualsiasi figura è legato alla tua capacità di muoverti con la necessaria velocità; sei in molti posti simultaneamente e questo è il tuo modo di velocità, superficialità, energia. Il tuo stare nelle cose è un movimento, una in mobilità; scendere in profondità di rallenta solo, il senso di qualsiasi figura è legato alla tua capacità di muoverti con la necessaria velocità; sei in molti posti simultaneamente e questo è il tuo modo di abitarne uno solo uno solo, quello che stai cercando. (p. 164)
* L’esperienzaL'esperienza, come la immaginava il 900, era compimento, pienezza, rotondità, sistema realizzato. La post-esperienza è, al contrario, squarcio, esplorazione, perdita di controllo, dispersione. (p. 167)
*Provo dirlo in due parole: l’esperienzal'esperienza era un gesto, la post-esperienza è un movimento. I gesti mettono in ordine il mondo, i movimenti lo destabilizzano. I gesti ricuciono, i movimenti riaprono. Ogni gesto è un punto d’arrivod'arrivo, ogni movimento è un punto di partenza. I gesti sono porti, il movimento e il mare aperto. Ma anche: i gesti sono fermezza, il movimento è VIBRAZIONE. (pp. 167-168)
 
==''Tre volte all'alba''==