Jared Diamond: differenze tra le versioni

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*Sul perché l<nowiki>'</nowiki>''Homo erectus'' sia sopravvissuto e l'australopiteco robusto no, possiamo solo fare congetture. Un'ipotesi plausibile è che l'australopiteco robusto non fosse più in grado di competere con l<nowiki>'</nowiki>''Homo erectus'', dato che quest'ultimo era onnivoro, usava utensili e aveva un cervello più grande, il che presumibilmente comportava una maggiore efficienza nel procurarsi anche i vegetali da cui il suo fratello ''robustus'' dipendeva. Può darsi inoltre che l<nowiki>'</nowiki>''Homo erectus'' abbia avuto un ruolo diretto nell'estinzione dell'australopiteco robusto, uccidendolo per mangiarlo. (p. 44)
*Circa un milione di anni fa l'''Homo erectus'' allargò i suoi orizzonti. I suoi utensili litici e le sue ossa attestano che raggiunse il Vicino Oriente, e poi anche l'Estremo Oriente (dove è rappresentato dai famosi fossili noti come «uomo di Pechino» e «uomo di Giava») e l'Europa. Esso continuò a evolversi nella nostra direzione attraverso un aumento del volume cerebrale e un accresciuto arrotondamento del cranio. (pp. 45-46)
*Un dentista moderno che esaminasse i denti di un [[Homo neanderthalensis|neanderthaliano]] non crederebbe ai suoi occhi. Gli incisivi degli adulti erano usurati sulla superficie esterna, in un modo che non si riscontra in alcuna popolazione moderna. Questo tipo peculiare di usura era evidentemente la conseguenza dell'uso dei denti come utensili; ma in che modo? Una possibilità è che i neanderthaliani usassero abitualmente i loro denti come una morsa per tener fermi oggetti, come quando i miei figli, da piccoli, tenevano il bottiglino del latte con i denti per poter correre attorno con le mani libere. O forse usavano i denti per mordere le pelli per trasformarle in cuoio, o per mordere il legno per costruire utensili. (pp. 52-53)
*I neanderthaliani avevano, specialmente sulle spalle e sul collo, una muscolatura più sviluppata di quella di tutti gli individui moderni – tranne forse dei culturisti più esagerati. Le ossa delle gambe dovevano essere assai più massicce delle nostre per resistere alle forti sollecitazioni della loro possente muscolatura. Gli arti dei neanderthaliani ci apparirebbero tozzi, poiché la gamba e l'avambraccio erano relativamente più corti dei nostri. Anche le loro mani erano molto più robuste delle nostre: una stretta di mano di un neanderthaliano avrebbe potuto letteralmente spezzarci le ossa. (p. 53)
*Il canale del parto di una donna neanderthaliana potrebbe essere stato più grande di quello di una donna moderna, permettendo al figlio di crescere nell'utero fino a raggiungere dimensioni maggiori prima della nascita. In questo caso la gravidanza di una neanderthaliana avrebbe potuto durare un anno, invece dei nostri nove mesi. (p. 53)
*Oggi diamo per scontata l'esistenza di differenze culturali fra popoli che vivono in aree diverse. Ogni popolazione umana moderna manifesta un proprio stile caratteristico nelle abitazioni, nelle suppellettili e nell'arte: se qualcuno vi mostrasse un paio di bacchette, una bottiglia di birra Guinness e una cerbottana, e vi chiedesse di associare tali oggetti alla Cina, all'Irlanda e al Borneo, non avreste alcuna difficoltà a dare le risposte esatte. Nessuna variazione culturale del genere si trova presso i neanderthaliani, i cui utensili sembrano perfettamente identici sia che provengano dalla Francia o dalla Russia. (p. 55)
*La maggior parte degli scheletri di neanderthaliani anziani presentano segni di gravi menomazioni, come braccia anchilosate, ossa fratturate saldate in modo invalidante, perdita di denti e gravi forme di osteoartrite. Solo l'assistenza di individui più giovani può aver permesso a questi anziani di rimanere in vita nonostante la loro invalidità. (p. 56)
*Mentre i neanderthaliani si procuravano le materie prime in luoghi lontani non più di qualche chilometro dalle loro abitazioni, i Cro-Magnon e i loro contemporanei in tutt'Europa praticavano il commercio su lunghe distanze, allo scopo di procurarsi materie prime non solo per gli utensili, ma anche per «inutili» oggetti d'ornamento. (p. 62)
*L'evidente senso estetico che si riflette nel commercio di ornamenti della tarda epoca glaciale è in relazione con l'attività per cui noi ammiriamo di più i Cro-Magnon: la loro arte. (p. 63)
*Diversamente dai neanderthaliani, pochi dei quali superavano l'età di quarant'anni, i Cro-Magnon sopravvivevano a volte fino a sessant'anni, come si desume dai loro scheletri. Furono quindi molti i Cro-Magnon che vissero abbastanza da potersi godere i loro nipotini. Per quanti di noi sono abituati ad attingere le proprie informazioni dalla carta stampata o dalla televisione, è difficile rendersi conto dell'importanza che possono avere anche solo una o due persone anziane in una società che non conosce la scrittura. (pp. 63-64)
*Per noi oggi, che non possiamo immaginare un mondo in cui nigeriani e lettoni posseggano le stesse cose, né tanto meno le stesse cose che possedevano i romani del 50 d.C., l'innovazione è del tutto naturale. Per i neanderthaliani era evidentemente impensabile. (p. 65)
*Mi sembra inevitabile la conclusione che l'arrivo dei Cro-Magnon abbia causato in qualche modo l'estinzione dei neanderthaliani. [...] Io ipotizzo che ciò che accadde in Europa al tempo del grande balzo in avanti fu qualcosa di simile a ciò che accadde ripetutamente nel mondo moderno ogni volta che una popolazione numerosa dotata di una tecnologia più avanzata invase i paesi con popolazioni più piccole e tecnologicamente più arretrate. [...] Penso che i neanderthaliani possano essere stati in parte annientati dalle malattie introdotte dai Cro-Magnon, e in parte uccisi e ridotti in territori marginali dalla superiorità numerica e tecnologica dei nuovi venuti. Se le cose stanno così, la transizione fra i neanderthaliani e i Cro-Magnon fu un'anticipazione di ciò che sarebbe avvenuto in seguito tra i vari discendenti di quei primi vincitori. A prima vista può sembrare paradossale che i Cro-Magnon siano prevalsi sui molto più muscolosi neanderthaliani, ma le armi contarono certo più della forza fisica: allo stesso modo, non sono i possenti gorilla a minacciare oggi la sopravvivenza degli esseri umani nell'Africa centrale, ma è vero l'inverso. (pp. 66-67)
 
==''Armi, acciaio e malattie''==