Jared Diamond: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Jared Diamond==
*Non c'è una sola specie appartenente al genere ''Homo'', bensì ce ne sono tre: lo [[scimpanzé]] comune, ''Homo Troglodytes''; lo scimpanzé pigmeo, ''Homo paniscus''; e il terzo scimpanzé o scimpanzé umano, ''[[Homo sapiens]]''.<ref>Da ''Il terzo scimpanzé''; citato in Sergio Marini, ''Filosofi, animali, questione animale'', EDUCatt, Milano, 2012, [http://books.google.it/books?id=fDaVAwAAQBAJ&pg=PA183 p. 183]. ISBN 978-88-8311-842-5</ref>
 
{{Int|''[https://www.ted.com/talks/jared_diamond_on_why_societies_collapse/transcript?language=it Jared Diamond sul perché le società collassano]''|in ''Ted.com'', febbraio 2003}}
*Questi collassi rapidi sono più probabili quando avviene un disallinamento tra le risorse disponibili e quelle consumate, o tra l'economia reale e il potenziale economico. In una piastra di Petri i batteri crescono. Diciamo che raddoppiano ogni generazione, e cinque generazioni prima della fine, la scatola è vuota per 15/16, ma poi, alla generazione successiva è vuota per 3/4 e a quella successiva vuota a metà. Da quando la piastra di Petri è piena a metà, basta una sola generazione e si riempie completamente. Il cibo finisce e i batteri collassano. Quindi questo è un tema frequente le società collassano molto presto appena raggiunto il loro apice di potenza.
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*Come Trump se la prende col Messico e la Cina così la Gran Bretagna attribuisce agli immigrati e all'Unione Europa i problemi inglese. L'altra metà delle ragioni che portano alla Brexit è che il popolo inglese si dimentica delle cose di cui può essere fiero. Quelli che erano vivi nel 1940 e ricordano la battaglia d'Inghilterra, quando il paese da solo si oppose a Hitler, appartengono a una generazione che sta scomparendo, mentre i giovani non ne sanno nulla. Questo significa perdere una fornte dell’orgoglio e dell'identità nazionale.
*L'identità nazionale è forte quando ci sono cose nella storia recente di cui un paese possa essere fiero. L'Italia non ne ha come la Finlandia o l'Inghilterra. Gli italiani hanno certamente grandi cose che li uniscono nella storia più lontana: il Rinascimento, l'Impero Romano. E poi sono fieri delle loro glorie calcistiche, della cucina, dello stile e del design, ma hanno qui un punto debole.
 
==''Il terzo scimpanzé''==
===[[Incipit]]===
È evidente che gli esseri umani sono diversi da tutti gli animali, ma è altrettanto evidente che l'uomo, fin nei dettagli più minuti della sua anatomia e delle sue molecole, è una specie di mammifero di grossa taglia. Questa contraddizione è il carattere più affascinante della nostra specie, ma per quanto essa ci sia ben familiare abbiamo tuttavia difficoltà a capire come abbia avuto origine e che cosa significhi.
 
===Citazioni===
*Esteriormente siamo così simili agli [[scimpanzé]] che già alcuni anatomisti del Settecento, epoca in cui si credeva ancora nella creazione divina, non poterono fare a meno di riconoscere questa affinità. Prendiamo una persona qualsiasi, immaginiamo di spogliarla degli abiti, di privarla di tutto ciò che possiede, di toglierle il potere della parola riducendola a esprimersi per mezzo di grugniti, senza alterarne l'anatomia, e di metterla in uno zoo, rinchiudendola in una gabbia vicina a quelle degli scimpanzé. Alle persone vestite e parlanti in visita allo zoo quest'individuo privato dell'uso della parola e rinchiuso in una gabbia apparirà quello che noi tutti siamo in realtà: uno scimpanzé poco peloso capace di camminare con disinvoltura su due gambe. (p. 5)
*Condividiamo con altri primati numerosi tratti che mancano alla maggior parte dei mammiferi, come unghie piatte in luogo di artigli, mani capaci di afferrare, pollice opponibile e un pene che pende liberamente invece di essere attaccato all'addome. [...] È anche facile attribuire all'uomo una collocazione più precisa all'interno dell'ordine dei primati, fra i quali siamo chiaramente più simili alle scimmie antropomorfe che ai cebidi e ai cercopitecidi. Per citare solo alcuni fra i segni più visibili, le scimmie cinomorfe hanno la coda, che manca a noi e ai pongidi. È chiaro anche che il gibbone, con la sua piccola mole corporea e le braccia lunghissime, è la più peculiare fra le scimmie antropomorfe, mentre gli oranghi, gli scimpanzé, i gorilla e gli uomini sono strettamente legati gli uni agli altri, più di quanto ognuna di queste forme sia legata al gibbone. (p. 20)
*Diversamente dallo scimpanzé comune, e come l'uomo, il [[bonobo]] adotta nella copula una grande varietà di posizioni, compresa quella faccia a faccia; la copula può essere iniziata dall’uno come dall’altro sesso, non solo dal maschio; le femmine sono sessualmente recettive per gran parte del tempo, e non solo per un breve periodo alla metà di ogni mese; si instaurano stretti legami fra femmine, o fra maschi e femmine, e non solo fra maschi. Evidentemente quei pochi geni (0,7%) che differenziano il bonobo dallo scimpanzé comune hanno grandi conseguenze per la fisiologia sessuale e per i ruoli sessuali. (p. 28)
*La distanza genetica (1,6%) che ci separa dal bonobo e dallo scimpanzé comune è poco più che doppia di quella che separa le due specie di scimpanzé (0,7%). Essa è inferiore a quella esistente fra le due specie di gibboni (2,2%) o fra specie di uccelli nordamericani strettamente imparentati fra loro, come il vireone occhirossi e il vireone occhibianchi (2,9%), o fra specie europee così simili da risultare difficili da distinguere, come il luì grande e il luì piccolo (2,6%). I nostri geni sono, per il restante 98,4 per cento, comuni geni di scimpanzé. Per esempio, la nostra principale emoglobina, la proteina che trasporta l'ossigeno e che dà al sangue il suo colore rosso vivo, è identica in tutte le sue 287 unità all'emoglobina degli scimpanzé. Sotto questo aspetto come sotto molti altri, noi siamo solo una terza specie di scimpanzé, e ci distinguiamo assai poco dalle altre due. Le principali differenze visibili che ci distinguono dagli altri scimpanzé – la stazione eretta, le dimensioni del cervello, la capacità di parlare, il pelo corporeo rado e la vita sessuale peculiare [...] – devono essere concentrate in un misero 1,6 per cento dei nostri geni. (p. 29)
*Oggi sulla terra non ci sarebbe quindi una sola specie di ''Homo'', bensì tre: lo scimpanzé comune, ''Homo troglodytes'', lo scimpanzé pigmeo, ''Homo paniscus'', e il terzo scimpanzé o scimpanzé umano, ''Homo sapiens''. Anche il gorilla, solo leggermente più distaccato, ha quasi pari diritto a essere considerato un'altra specie di ''Homo''. (pp. 31-32)
*Sappiamo che almeno una parte di quell'1,6 per cento che ci differenzia dagli scimpanzé non svolge alcun ruolo e che le differenze funzionalmente significative devono essere confinate in una piccola frazione, non ancora identificata, di quello stesso 1,6 per cento. (p. 34)
*Il portamento eretto liberò gli arti anteriori dei nostri progenitori, che poterono servirsene per altri scopi, il più importante dei quali si rivelò la fabbricazione di utensili. (p. 42)
*Sul perché l<nowiki>'</nowiki>''Homo erectus'' sia sopravvissuto e l'australopiteco robusto no, possiamo solo fare congetture. Un'ipotesi plausibile è che l'australopiteco robusto non fosse più in grado di competere con l<nowiki>'</nowiki>''Homo erectus'', dato che quest'ultimo era onnivoro, usava utensili e aveva un cervello più grande, il che presumibilmente comportava una maggiore efficienza nel procurarsi anche i vegetali da cui il suo fratello ''robustus'' dipendeva. Può darsi inoltre che l<nowiki>'</nowiki>''Homo erectus'' abbia avuto un ruolo diretto nell'estinzione dell'australopiteco robusto, uccidendolo per mangiarlo. (p. 44)
*Circa un milione di anni fa l'''Homo erectus'' allargò i suoi orizzonti. I suoi utensili litici e le sue ossa attestano che raggiunse il Vicino Oriente, e poi anche l'Estremo Oriente (dove è rappresentato dai famosi fossili noti come «uomo di Pechino» e «uomo di Giava») e l'Europa. Esso continuò a evolversi nella nostra direzione attraverso un aumento del volume cerebrale e un accresciuto arrotondamento del cranio. (pp. 45-46)
 
==''Armi, acciaio e malattie''==
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===[[Explicit]]===
Il mio ultimo motivo di speranza è frutto di un'altra conseguenza della globalizzazione. In passato non esistevano né gli archeologi né la televisione. Nel XV secolo, gli abitanti dell'isola di Pasqua che stavano devastando il loro sovrappopolato territorio non avevano alcun modo di sapere che, in quello stesso momento, ma a migliaia di chilometri, i vichinghi della Groenlandia e i khmer si trovavano allo stadio terminale del loro declino, o che gli anasazi erano andati in rovina qualche secolo prima, i maya del periodo classico ancora prima e i micenei erano spariti da due millenni. Oggi, però, possiamo accendere la televisione o la radio, comprare un giornale e vedere, ascoltare o leggere cosa è accaduto in Somalia o in Afghanistan nelle ultime ore. I documentari televisivi e i libri ci spiegano in dettaglio cosa è successo ai maya, ai greci e a tanti altri. Abbiamo dunque l'opportunità di imparare dagli errori commessi da popoli distanti da noi nel tempo e nello spazio. Nessun'altra società del passato ha mai avuto questo privilegio. Ho scritto questo libro nella speranza che un numero sufficiente di noi scelga di approfittarne.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Jared Diamond, ''Armi,Il acciaioterzo scimpanzé – Ascesa e malattiecaduta del primate'' Homo sapiens, traduzione di LuigiLibero CivalleriSosio, Einaudi,Bollati TorinoBoringhieri, 20141991, ISBN 97888062192229788833973777.
*Jared Diamond, ''Armi, acciaio e malattie'', traduzione di Luigi Civalleri, Einaudi, Torino, 1997, ISBN 9788806219222.
*Jared Diamond, ''Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere'', traduzione di Francesca Leardini, Einaudi, Torino, 2005